M87: il buco nero grande 6 miliardi di volte il Sole dà ragione a Einstein

L'immagine ritrae il buco nero M87 al centro della galassia Messier 87
(Immagine:: Wikipedia)

Nel 1916 fu pubblicata la teoria della relatività generale partorita dalla mente geniale di Albert Einstein. A distanza di un secolo, questa si trova alla base dei modelli cosmologici della struttura a grande scala dell’universo e della sua evoluzione. Negli anni numerosi test, come quelli condotti sulle eclissi solari e sulle onde gravitazionali, hanno sancito l’attendibilità del teorema Einsteiniano che oggi trova un’ulteriore conferma grazie alla ricerca condotta dai ricercatori del progetto Event Horizon Telescope.

Questo si basa su una serie di telescopi posizionati in diversi punti del globo terrestre allo scopo di osservare due buchi neri: il suddetto M87 e Sagittarius A, che si trova al centro della Via Lattea. Quando i telescopi riusciranno a produrre un’immagine di quest’ultimo, i ricercatori potranno approfondire ulteriormente gli studi sulla teoria della relatività generale.

Secondo Lia Medeiros, astrofisico presso l'Institute for Advanced Study che ha partecipato al progetto: "Questo test sarà ancora più attendibile una volta che avremo l’immagine del buco nero che si trova al centro della nostra galassia, e nel futuro le ricerche di EHT potranno far affidamento su altri telescopi che verranno aggiunti nei prossimi anni.”

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Un nuovo studio conferma la teoria di Einstein

Lo studio pubblicato dalla rivista Physical Review Letters, riporta i dati che i ricercatori dell’EHT hanno estrapolato delle immagini di M87, il buco nero che si trova al centro della galassia Messier 87 dalla quale prende il nome. Si tratta dello stesso corpo celeste che il team di ricerca ha utilizzato per realizzare la prima immagine di un buco nero prodotta nel 2019.

Secondo Lia Medeiros “Questo è solo l’inizio”...“Abbiamo dimostrato che è possibile utilizzare l’immagine di un buco nero per testare la teoria della gravità” 

Con l’immagine di M87 (6.5 miliardi di volte più grande del nostro Sole), i ricercatori sono riusciti a osservare da vicino come il buco nero sia in grado di piegare lo spazio tempo. Secondo le attuali ricerche scientifiche, questi corpi celesti non emettono alcuna luce e sono osservabili solo mediante i loro effetti sullo spazio circostante. 

Le interazioni che i buchi neri hanno con gli altri corpi celesti e le loro emissioni, come le irradiazioni elettromagnetiche della materia catturata dal loro campo di forza, generano uno spettro di luce detto “orizzonte degli eventi” che finora è servito ai ricercatori per studiarne le proprietà, oltre che per identificarli. M87 è infatti visibile unicamente grazie allo spettro di colore arancione che lo circonda.

Il fine ultimo della ricerca condotta dal team di EHT è proprio quello di mettere in discussione la teoria della relatività generale, anche se, ancora una volta, gli scienziati hanno dovuto ammetterne l’inconfutabilità.

In conclusione sembra che la teoria di Einstein sia valida anche in condizioni estreme come quelle generate da un buco nero di grandi dimensioni e lo sarà fino a prova contraria.

  • Fonte: Cnet.com
Marco Silvestri
Senior Editor

Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.