La libertà di parola secondo Twitter: bannati giornalisti e il social Mastodon
Elon Musk mette a tacere i suoi detrattori, ma solo per proteggere la sua privacy
"Nel bene e nel male, purché se ne parli" dev'essere diventato il nuovo motto di Elon Musk.
Dopo le polemiche per i licenziamenti di massa e per la decisione di assegnare la spunta blu solo agli account a Premium (a pagamento), Elon Musk e la sua piattaforma social Twitter sono finiti nuovamente nell'occhio del ciclone in seguito al ban di alcuni giornalisti che lo avevano criticato.
Nello specifico si tratta di otto account collegati a giornalisti che, nei mesi scorsi, hanno parlato di Musk in accezione negativa o, come sostiene il CEO di Twitter, hanno condiviso dei dati personali dell'imprenditore. In particolare questi dati farebbero riferimento alla location del Jet privato di Elon Musk e sono stati ritenuti una vera e propria violazione della privacy.
Tra le figure coinvolte ci sono reporter di riviste come The New York Times, The Intercept, MSNBC, CNN e Washington Post, oltre a due giornalisti indipendenti che rispondono al nome di Aaron Rupar e Tony Webster.
Come prevedibile, in molti hanno sottolineato l'incoerenza tra le azioni di Musk e le sue garanzie sull'assoluta libertà di parola che, a detta sua, avrebbe dovuto regnare su Twitter dopo il suo avvento.
Criticizing me all day long is totally fine, but doxxing my real-time location and endangering my family is notDecember 16, 2022
Tuttavia, Musk ha prontamente Twittato a riguardo ponendo il focus sul fattore scatenante, ovvero la condivisione della sua posizione in tempo reale. Questo atto, secondo Musk, potrebbe mettere in pericolo lui e i suoi familiari ed è il motivo per cui i giornalisti sono stati allontanati.
Del resto, finora non era mai avvenuto niente di simile, tanto che il capo della sicurezza di Twitter, Ella Irwin, ha detto a The Verge che i ban sono legati a una nuova norma introdotta mercoledì scorso che vieta la condivisione di "informazioni sulla posizione in tempo reale, comprese le informazioni condivise su Twitter direttamente o i link a URL di terze parti sui percorsi di viaggio".
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In sostanza, Musk avrebbe semplicemente applicato il nuovo regolamento a tutela della sua privacy.
Tra gli account sospesi ci sono anche quello di @ElonJet e altri account pubblici che condividevano regolarmente la location del Jet di Elon Musk.
Il proprietario dell'account @ElonJet, Jack Sweeney, ha subito anche il blocco del suo account personale. Musk ha poi giurato di intraprendere un'azione legale contro di lui e contro "le organizzazioni che hanno danneggiato la mia famiglia".
Infine, Twitter ha sospeso l'account principale della piattaforma social Mastodon (@joinmastodon), emersa come alternativa al social dell'uccellino dopo l'acquisizione di Twitter nel mese di ottobre.
Attualmente, tutti i link agli account Mastodon sono bloccati e, cliccandoci, compare un messaggio di errore che li identifica come "potenzialmente dannosi". Questa misura riguarda anche i link a Mastodon presenti nelle bio e sottolinea la nuova politica di Twitter verso la concorrenza.
La tua libertà finisce dove inizia quella di Elon Musk
Non c'è dubbio, condividere le informazioni relative alla location di qualcuno in tempo reale è scorretto e potrebbe avere delle conseguenze legali. Per questo motivo, le motivazioni di Musk potrebbero suonare attendibili.
Diciamo potrebbero, perché in alcuni casi, non lo sono affatto. Alcuni dei giornalisti bannati, come Drew Harwell del Washington Post, hanno semplicemente condiviso dei messaggi relativi al blocco dell'account di Mastodon. Prima di vedere il suo account sospeso, Aaron Rupar aveva condiviso l'account Facebook di ElonJet nell'ambito di un approfondimento sulla vicenda. In sostanza, nessuno dei due ha condiviso direttamente la posizione di Musk o aveva intenzione di mettere a rischio la privacy della sua famiglia.
Nei mesi scorsi, gli altri giornalisti bannati hanno pubblicato pezzi e approfondimenti piuttosto critici rispetto l'operato di Musk dopo l'acquisizione di Twitter e, alcuni di essi, hanno inserito dei link ai loro account Mastodon nella bio.
A quanto pare però, lo stesso Musk ha detto che il ban non dipende da questo, ma da interventi mirati a limitare le attività di tracciamento e dalla condivisione di link (su Facebook e Mastodon) che rimandavano all'account di Elonjet.
La polemica si è accesa in un batter d'occhio, tanto che Musk ha deciso di utilizzare la funzione Space di Twitter per discutere l'accaduto. Durante la discussione alla quale hanno partecipato circa 30.000 utenti, le risposte di Musk rispetto alla questione dei ban sono risultate contradditorie e le domande dei giornalisti (c'erano anche alcuni di coloro che hanno subito il ban) sono rimaste per gran parte irrisolte.
Al termine della discussione, la funzione Space è stata sospesa a tempo indeterminato e non sappiamo quando tornerà attiva.
Stando alle parole di Musk, per gran parte degli account si tratta di un ban temporaneo, più che di una soluzione definitiva. Tuttavia, la vicenda mette nuovamente in risalto il drastico cambio di rotta preso da Twitter nell'era Musk e fa sorgere ulteriori dubbi sul futuro della piattaforma.
- Fonte: BBC
Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.