Instagram e Facebook diventano a pagamento in Europa: ecco perchè
Chi non vuole la pubblicità dovrà pagare
Meta ha avuto problemi con il mercato europeo per le sue due principali applicazioni, Facebook e Instagram, a causa delle severe norme sulla privacy. Nel maggio 2023, infatti, il gigante tecnologico è stato colpito da una multa record di 1,3 miliardi di dollari per la cattiva gestione dei dati degli utenti europei e da allora Meta ha cercato di evitare di scontrarsi direttamente con le autorità di regolamentazione.
Ma in un nuovo report esclusivo del Wall Street Journal, Meta sembra aver trovato una soluzione ai suoi problemi di regolamentazione, sollevati per la prima volta a settembre: offrire agli utenti europei un abbonamento senza pubblicità, che consenta loro di scegliere che i propri dati non vengano raccolti.
Secondo il piano, Meta dovrebbe far pagare 10 euro al mese per gli utenti desktop di Facebook e Instagram e 6 euro per ogni account aggiuntivo collegato. Il prezzo salirebbe a 13 euro al mese per gli utenti di dispositivi mobili, a causa delle commissioni applicate dagli app store di Apple e Google. E coloro che non possono o non vogliono pagare? È molto probabile che si "oppongano" agli annunci pubblicitari e al tracciamento del loro utilizzo dei social media da parte del gigante tecnologico.
TechRadar ha contattato Meta per un commento al fine di chiarire l'accordo riferito e confermare che gli utenti dovranno pagare per avere un'utenza gratuita. Il portavoce Matt Pollard ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Meta crede nel valore dei servizi gratuiti supportati da annunci pubblicitari personalizzati. Tuttavia, continuiamo a esplorare le opzioni per garantire la conformità ai requisiti normativi in evoluzione. Al momento non abbiamo altro da condividere".
La dichiarazione, pur non confermando né smentendo la notizia riportata dal WSJ, fa riferimento alla recente sentenza della Corte di giustizia dell'UE, secondo cui agli utenti non dovrebbe essere negato l'uso di un servizio se non acconsentono al trattamento dei dati. Ma "agli utenti deve essere offerta, se necessario dietro pagamento di una tariffa adeguata, un'alternativa equivalente non accompagnata da tali operazioni di trattamento dei dati". Ciò lascia intendere che Meta sia interessata a far pagare l'opzione.
Altre prove che puntano in questa direzione provengono da un precedente post del blog di Meta sull'intenzione di passare al consenso per il tracciamento degli annunci nell'UE. Tuttavia, a questo post seguiva questa dichiarazione: "Una volta attuato questo cambiamento, gli inserzionisti saranno ancora in grado di eseguire campagne pubblicitarie personalizzate per raggiungere potenziali clienti e far crescere le loro attività".
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Giulia Di Venere è Editor Senior per TechRadar Italia e lavora con orgoglio al progetto da quando è nato.
Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è una grande appassionata di cinema, libri, cucina e cinofilia.
Da sempre considera la scrittura lo strumento più efficace per comunicare, e scrivere per fare informazione, ogni giorno, è per lei motivo di grande soddisfazione.
Copre una grande varietà di tematiche, dagli smartphone ai gadget tecnologici per la casa, gestendo la pubblicazione dei contenuti editoriali e coordinando le attività della redazione.
Dalla personalità un po’ ambivalente, ama viaggiare tanto quanto passare il tempo libero nella tranquillità della propria casa, in compagnia del suo cane e di un buon libro.
- Allisa JamesComputing Staff Writer