Google, confermata la multa di 4 miliardi di euro

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(Immagine:: Pixabay)

Torniamo al 2017. I protagonisti di questa storia sono due: da una parte un’azienda, Google, dall’altra la Commissione europea. L’ingrediente mancante è l’antitrust, il sistema di leggi che regola la concorrenza e le modalità secondo cui essa si svolge.

Ad attirare l’attenzione della commissione è stato l’obbligo imposto da Google per i produttori di dispositivi mobili che, per poter dotare il proprio prodotto del sistema operativo Android, devono includere un pacchetto di applicazioni Google.

La Commissione ha etichettato questa pratica come concorrenza sleale, poiché permette a Google di diffondere nel mercato i suoi software imponendo restrizioni illegittime ai produttori. La Corte europea ha recentemente legiferato sulla controversia, confermando la decisione della Commissione e multando Google per 4 miliardi e 125 milioni di euro.

La sanzione fa parte di un gruppo di tre provvedimenti che ammontano a circa 8 miliardi e 500 milioni di euro.

L’altra faccia della medaglia: cosa dichiara Google in merito?

La risposta di Google non ha tardato ad arrivare e si compone di diversi punti. 

Secondo l’azienda statunitense, la disponibilità gratuita del sistema Android ha permesso ai produttori di realizzare dispositivi economici e contribuito alla diffusione di internet nel mondo, consentendo a tanti utenti di accedervi senza fare eccessivi sacrifici.

Il sistema operativo di Google è ampiamente utilizzato dalle aziende e fornisce loro supporto nelle operazioni quotidiane necessarie a concretizzare idee e scelte di business. Inoltre, il vincolo imposto, frutto della gratuità di Android, non impedisce ai consumatori di scaricare app concorrenti e prodotti di soggetti terzi.

L’esito atteso da Google era ben diverso e traspare dalle dichiarazioni della stessa azienda che si dice “delusa” dalla decisione della corte di non annullare la sanzione.  

Fonte: CNET

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