Criptovalute, con un video deepfake si mette a segno la truffa
Le truffe con IA sono la frontiera del nuovo decennio
Cosa succede: dei truffaturi hanno messo a segno uno colpo usando un software AI per impersonare il dirigente di un exchange
Perché è importante: bisogna sempre stare all'erta, e ricordare che ormai persino una videochiamata può nascondere qualche insidia.
Negli ultimi anni abbiamo sentito parlare dell’IA come di una cosa che avrebbe migliorato la nostra vita facendoci risparmiare moltissimo tempo.
E per certi versi è proprio così, molti dei software che usiamo oggi fanno uso di questa tecnologia, ormai implementata nei più svariati settori. Qualche anno fa però non potevamo nemmeno immaginare che l’AI potesse anche venire usata per perpetrare frodi e raggiri.
L’ultima novità in tal senso è che dei truffatori avrebbero raggirato delle startup operanti nel settore delle criptovalute con il preciso scopo di frodare somme consistenti di criptomoneta.
Per fare ciò si sarebbero finti Patrick Hillman, il COO (direttore operativo) di Binance, il più grande exchange mondiale di criptovalute. Questo si è potuto verificare perché per venire abilitate a operare su Binance, le società devono superare una procedura lunga e costosa, prima di poter iniziare ad effettuare scambi monetari all’interno della piattaforma.
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Fondamentalmente, non è esattamente la cosa più semplice entrare su Binance.
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Grazie ad un’evidente e approfondita conoscenza delle procedure di registrazione alla piattaforma, gli scammer avrebbero utilizzato una finta figura del COO durante le videochiamate con alcune aziende che intendevano accedere all'exchange per approfittarne e chiedere denaro in cambio del loro inserimento sui listini di Binance.
Sfruttando alcuni video in cui Hillman è apparso in TV e sul Web, gli scammer avrebbero utilizzato tale materiale per realizzare un fake di Hillman tramite l’uso dell’AI. E, a quanto pare, sarebbero stati molto abili nel farlo. La versione fasulla si è rivelata talmente credibile che sarebbe riuscita ad imbonire anche personaggi di spicco del mondo delle criptovalute, cascati anch’essi nella tela dei truffatori.
La cosa è andata avanti finché Hillman (quello vero, stavolta) non ha ricevuto dei ringraziamenti da parte di una delle vittime per l’aiuto fornito alla sua società. Ancora più ironico è che la figura del COO non è nemmeno parte del processo aziendale che stabilisce chi può entrare o meno a operare nell'exchange.
Al momento non è stato reso noto chi sono le vittime di queste truffe al sapore di AI, né l'entità del danno economico causato dalla frode, in particolare perché non esiste una tariffa fissa per entrare su Binance, ma i costi d’ingresso alla piattaforma si basano completamente su trattative private.