Cabinet of Curiosities, la classifica degli episodi
Tutti gli episodi di Cabinet of Curiosities di Guillermo del Toro, dal peggiore al migliore
Guillermo del Toro, la mente geniale dietro capolavori da Oscar come Hellboy, La forma dell'acqua e Il labirinto del Fauno, ha presentato una nuova serie TV Netflix horror antologica: ciascun episodio di Cabinet of Curiosities si apre con del Toro che emerge dall'oscurità per introdurre la trama della puntata e il rispettivo regista, estraendo dall'antico mobile del titolo un oggetto collegato alla storia che sta per iniziare.
Trattandosi si una serie antologica gli 8 episodi, tutti curati da del Toro, sono indipendenti tra loro ma accomunati da tematiche horror vecchia scuola. Nelle storie scelte per la prima stagione ci sono fantasmi, mostri e demoni, con una propensione per lo stile gotico e gli effetti pratici piuttosto della computer grafica.
Gli episodi di Cabinet of Curiosities possono essere guardati in ordine sparso, se lo si preferisce. Ma qual è il migliore? C'è da dire che a noi sono piaciuti tutti, ma alcuni sono nettamente meglio di altri. Ecco la nostra classifica di tutti gli episodi di Cabinet of Curiosities, dal peggiore al migliore.
8. I sogni nella casa stregata
I sogni nella casa stregata è diretto da Catherine Hardwicke (Twilight). Si tratta di uno dei due adattamenti dei racconti di H.P. Lovecraft che troviamo in questa serie, ed è anche un evidente tentativo di mascherare l'assenza di contenuto con una bella scenografia e la costruzione elaborata di un mondo inventato.
Rupert Grint veste i panni di un uomo appartenente a una società spirituale che ha dedicato la sua vita al tentativo di ritrovare la sua sorella defunta nell'aldilà, arrivando a soggiornare nella casa della strega da cui prende il nome la puntata nella speranza ossessiva di riuscire finalmente a congiungersi con la sorellina.
Abbiamo trovato che a questo episodio, un po' confusionario, mancasse una trama strutturata, oltre al fatto che l'atmosfera si potrebbe definire più fiabesca che horror. Il finale lascia abbastanza interdetti e, forse, vale la pena della visione del resto della puntata, il cui svolgimento è altrimenti piuttosto mediocre.
7. La visita
Probabilmente in questo caso il nostro pensiero va controcorrente, viste le recensioni positive della critica internazionale e il parere quasi unanime degli spettatori su questo episodio diretto da Panos Cosmatos.
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Visivamente, La visita è un capolavoro: un incubo sensoriale che ricrea l'atmosfera tipica degli anni '70, con un sottofondo sonoro sincopato e incalzante che aumenta in un crescendo di terrore parallelamente allo svolgersi della trama.
Siamo nel 1979 e Peter Weller, un misterioso ed eccentrico miliardario, invita quattro menti geniali tra artisti e scienziati per una missione non meglio definita. Conquistando il gruppo con droghe e bevante pregiate, la maggior parte dell'episodio si perde in chiacchiere informali finchè non si presenta la famigerata visita.
La parte finale dell'episodio apre l'immaginario a un mondo ultraterreno, destabilizzante e rivoltante (in senso positivo, naturalmente). Senz'altro un episodio da non perdere, ma non è stato uno dei nostri personali preferiti.
6. Il brusio
Ancora una volta Jennifer Kent è riuscita a portare sullo schermo una sensazione di terrore che incombe sulla trama dall'inizio alla fine. Questa storia è un turbine di emozioni e segue le vicende di Nance e suo marito Edgar, i quali hanno subito di recente una grave perdita che li spinge a inseguire la loro passione del birdwatching al punto di trasferirsi in una dimora in disuso e isolata per studiare il comportamento dei piovanelli.
Il brusio racconta una storia che si avvicina molto al grande classico della casa stregata, con figure misteriose che si celano dietro porte socchiuse e suoni inspiegabili che appaiono nelle registrazioni. Senza dubbio questo è un episodio che inquieta e mantiene viva la tensione dall'inizio alla fine, trovando il suo punto di forza nel riuscito intreccio del trauma di Nance e il passato tormentato della casa.
5. Lotto 36
Questo episodio è la prova che anche il più detestabile degli antagonisti può affascinarvi e tenervi incollati allo schermo, se la trama è ben congegnata.
Tim Blake Nelson è un veterano xenofobico che compra all'asta magazzini abbandonati per rivenderne il contenuto. Questo fino a quando non diventa l'infelice proprietario del Lotto 36 e si rende conto di avere fatto l'affare della sua vita, almeno in apparenza. Ecco, immaginatevi una puntata di Affari al buio mischiata con uno dei racconti di Edgar Allan Poe e saprete cosa aspettarvi da questo episodio.
Diretto da Guillermo Navarro, questo episodio è stato scritto da del Toro in persona ed è il primo della serie, quello che pone le basi per tutte le puntate a seguire dandoci l'assaggio di un mondo sconosciuto popolato da creature ultraterrene in cui sarebbe consigliabile non imbattersi.
A nostro parere gli eventi si susseguono un po' troppo velocemente, ma gli ultimi minuti sono eseguiti magistralmente.
4. Il modello di Pickman
Il modello di Pickman è l'altro adattamento di uno dei racconti di Lovecraft, ma si distanzia un po' troppo dallo scritto originale. Thurber è uno studente d'arte che si imbatte nelle terrificanti opere ritraenti bestie infernali e ultime cene cannibalesche dell'introverso collega Pickman.
Il problema è che chiunque lasci cadere lo sguardo sui suoi dipinti diventa pazzo, infatti ben presto i soggetti dei quadri iniziano a perseguitare Thurber e influenzare la sua percezione della realtà.
Il regista Keith Thomas ha svolto un ottimo lavoro nel ritrarre fedelmente il New England lovecraftiano, rendendolo uno dei protagonisti nella sua rappresentazione su piccolo schermo dell'orrore cosmico ideato dal grande Maestro della letteratura fantastica.
La soffusa atmosfera gotica fa perfettamente da contorno a un racconto ansiogeno e coinvolgente, che si conclude con un finale da brividi. Una bellissima puntata, ma secondo noi ce ne sono di migliori.
3. I ratti del cimitero
Vincenzo Natali dà vita alla macabra storia di Henry Kuttner, trasformandola in una commedia noir che senz'altro si aggiudica il premio della più divertente tra tutte le puntate.
I ratti del cimitero è ambientata in una Salem alla fine del secolo scorso. Il protagonista Massam è il custode di un cimitero che saccheggia le tombe per ripagare i propri debiti insoluti. A un certo punto si accorge che alcuni corpi spariscono, e indagando si trova a fronteggiare un pericolo ben più grande delle sue perdite economiche: i topi che abitano il cimitero.
L'avventura si svolge per gran parte sotto terra in spazi bui e angusti, risvegliando alcune delle più grandi fobie che giacciono sopite in tutti noi. Ci sono un paio di colpi di scena niente male, ma sconsigliamo la visione a chi ha paura dei topi.
2. L'apparenza
In questa critica spietata al settore dell'estetica e della bellezza, Ana Lily Amirpour ci racconta la storia dell'impiegata di banca Stacey e dei suoi tentativi disperati di integrarsi con le sue vanesie colleghe.
Questa rappresentazione dell'ossessione della società per l'apparenza si intreccia con le tecniche cinematografiche scelte dalla regista, che utilizza colori saturi, complementi pacchiani e make-up vistosi: un'accozzaglia di frivolezze portate all'estremo, talmente tanto da risultare quasi nauseanti. Allora perchè Stacey ne è attratta al punto di iniziare a utilizzare una crema misteriosa che promette trasformazioni miracolose?
Il genere del body horror cronenberghiano in questa puntata si mescola con stranezze dal carattere soprannaturale, sposandosi perfettamente con la bizzarra ambientazione nel presente in contrasto con elementi anni '70 e '80. Ci sono alcuni momenti quasi comici che si alternano a istanti ipnotici e spaventosi, rendendo molto difficile distinguere la realtà dall'immaginazione. Amerete ogni momento di questo folle episodio.
1. L'autopsia
Con questa puntata David Prior è riuscito con successo a portare sullo schermo un senso di terrore pulsante, con una produzione surreale che scatena un saliscendi di emozioni.
Tutto inizia con uno sceriffo che racconta al suo amico medico la storia di una recente sparizione e di dieci uomini rimasti uccisi in una miniera, chiedendogli aiuto per un'autopsia nel tentativo di risolvere l'enigma. Da qui, le cose degenereranno rapidamente.
Sicuramente starete pensando che sapete già come andrà a finire, e ne rimarrete convinti almeno fino a metà episodio. Non vogliamo spoilerare niente, quindi ci limitiamo a dirvi che quando il medico capirà cos'ha ucciso questi uomini vi verranno i brividi.
Questa è stata la nostra puntata preferita di Cabinet of Curiosities: la trama è solida, c'è un uso sapiente di elementi misteriosi e la giusta quantità di ribrezzo, il tutto condito da un finale inaspettato e soddisfacente.
Giulia Di Venere è Editor Senior per TechRadar Italia e lavora con orgoglio al progetto da quando è nato.
Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è una grande appassionata di cinema, libri, cucina e cinofilia.
Da sempre considera la scrittura lo strumento più efficace per comunicare, e scrivere per fare informazione, ogni giorno, è per lei motivo di grande soddisfazione.
Copre una grande varietà di tematiche, dagli smartphone ai gadget tecnologici per la casa, gestendo la pubblicazione dei contenuti editoriali e coordinando le attività della redazione.
Dalla personalità un po’ ambivalente, ama viaggiare tanto quanto passare il tempo libero nella tranquillità della propria casa, in compagnia del suo cane e di un buon libro.