Attacchi informatici, il rischio è reale per ciascuno di noi

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(Immagine:: Future)

Ogni tanto, troppo spesso in effetti, si legge di crimini informatici. Ci sono problemi di diverso tipo ma si può riconoscere un copione comune: una grossa azienda subisce un attacco informatico di qualche tipo e perde dei dati.

In genere si tratta dei dati personali di consumatori, a volte milioni, che sono clienti di quell’azienda. In Italia un caso recente è quello che ha visto protagonista Ho Mobile.

I clienti delle aziende stesse difficilmente sono i bersagli primari, anche se poi sono spesso quelli che ci rimettono in prima persona. O almeno si pensa così, ma è vero?

Io? Figurati se vengono a prendere me. E poi tanto cosa vuoi che mi rubino?

Probabilmente avete sentito o pronunciato frasi simili, vero?

Peccato che le cose stanno diversamente: anche i singoli consumatori possono rappresentare un bersaglio valido. Soprattutto in operazioni “di massa”: i criminali in questo senso spesso fanno come i pescatori (e infatti si parla di phishing), nel senso che gettano esche a destra e a manca sapendo che almeno qualcuno finirà per abboccare.

Basta lanciare centinaia di migliaia di ami, con la certezza di portare a casa un risultato anche nel peggiore dei casi. Vale a dire un bel po’ di dati personali da rivendere al miglior offerente.

Vita digitale: porte d’ingresso ovunque 

Proviamo a considerare un profilo generico della “persona qualsiasi”: fa spese su Amazon ed eBay, usa Google per fare ricerche, usa Gmail e Google Maps, comunica tramite Facebook e Whatsapp. Quando arriva il momento di rilassarsi, ha una vasta scelta di proposte offerte da Netflix, Amazon Prime Video, Disney+ e così via. Oppure potrebbe preferire godersi il gaming su PC, su Xbox Series X o PS5.

Chiaramente per ognuno di noi gran parte della vita è online, e con la pandemia da COVID-19 la “porzione digitale” è aumentata sensibilmente.

Siamo i nuovi maestri del multitasking digitale, in effetti: lavoriamo da casa (o da qualsiasi luogo), controlliamo la posta, ascoltiamo musica, impartiamo comandi vocali… il tutto mentre mettiamo su il caffè o facciamo la lavatrice.

Uno scenario che si fa sempre più intenso, tra l’altro: secondo statista.com l’uso di Internet da smartphone sarà di 155 minuti al giorno nel 2021, a fronte dei 32 minuti del 2011. E le persone connesse a Internet sono già 4,6 miliardi.

Internet e i dispositivi intelligenti ci circondano, e ci rendono la vita più facile, ma anche più vulnerabile.

Ogni connessione, ogni “smart device”, ogni app… tutto ciò che usiamo è una possibile porta aperta, che potrebbe far entrare degli ospiti indesiderati.

E visto che si verifica un attacco ogni 39 secondi, non è nemmeno inverosimile che prima o poi tocchi anche a noi. Anche perché sono tanti i compratori interessati ai dati dei singoli consumatori, e sono pronti a pagarli cifre del tutto interessanti.

Cosa accade?

Il rischio continuo ci spinge, pertanto, ad essere vigili 24 ore al giorno. I pericoli sono davvero ovunque, ma ecco una lista sintetica dei “luoghi” più comuni dove trovare un link sospetto.

La lista potrebbe essere anche più lunga, e bisogna aggiungere le truffe del commercio online; capita anche su negozi apprezzati come Amazon, dove alcuni “venditori terzi” sono tutt’altro che onesti. 

Si capisce che ognuno di noi ha davvero molte possibilità di cliccare sul link sbagliato, ogni giorno. Se capita, le conseguenze possono molto variegate: si va da cose innocue come la visualizzazione forzata di un banner pubblicitario, fino a conseguenze più gravi come il furto d’identità. Con tutto quello che ci può stare in mezzo.

Magari siete utenti abili e consapevoli, più che in grado di proteggervi da soli.

Fantastico! Ma ci sono anche i ragazzi, le mogli, gli zii e gli amici… una serie di persone che non potrà sempre contare sul vostro aiuto. La sicurezza di un singolo non è abbastanza, ed è sicuramente preferibile che siano in molti ad avere la migliore protezione possibile. E quanto si parla di grandi numeri, di migliaia o milioni persone, il discorso sulla sicurezza si fa sempre piuttosto delicato.

Profilo della vittima ideale

Esperti di sicurezza o anche semplici smanettoni sono probabilmente bersagli poco appetibili, soprattutto considerando che ci sono miliardi di persone che non hanno nemmeno una formazione di base quando si tratta di tecnologia e cybersicurezza. Ma allora chi sono le vittime? Chi è maggiormente a rischio?

Ecco alcuni segnali utili a definire una vittima ideale. Ognuno rappresenta un possibile punto debole, e molte persone soddisfano più di un requisito nella lista.

  • Ha un profilo Social Media ricco di informazioni personali
  • Clicca facilmente sui link che riceve
  • Usa reti Wi-Fi pubbliche in bar o centri commerciali
  • Si lascia tentare da offerte e sconti incredibili
  • Non ci vede nulla di strano se il venditore fa richieste non standard, come “non pagare subito, scrivimi”.
  • Installa qualunque applicazioni sembri anche solo vagamente divertente
  • Usa password troppo molto semplici, come “123456” oppure “Vivalamamma2021”
  • Usa quelle stesse password per più di un servizio, compresa la mail
  • Non aggiorna i suoi dispositivi perché è una cosa noiosa da fare e/o una perdita di tempo
  • Crede che i criminali abbiano “pesci più grossi a cui dare la caccia”

Soluzioni a breve e a lungo termine

La soluzione vera è anche quella più difficile da mettere in pratica: sviluppare una propria consapevolezza, competenze e abilità specifiche, così da saper riconoscere situazioni potenzialmente pericolose “a prima vista”.

Imparare cose nuove per riuscire a migliorare se stessi è il modo più sicuro di usare la tecnologia.

Nel frattempo però, un’ottima idea è usare uno dei migliori antivirus, tanto sul PC quanto sullo smartphone. Ce ne sono molti tra cui scegliere, come Avira Prime che al momento è in promozione.

Usare un software di sicurezza sul PC, sul Mac o sullo smartphone diminuisce sensibilmente i rischi. Vale per tutti, ma a maggior ragione i meno esperti non dovrebbero avere dubbi sull'usarne uno.

Valerio Porcu

Valerio Porcu è Redattore Capo e Project Manager di Techradar Italia. È da sempre ossessionato dai gadget e dagli oggetti tecnologici che cambiano la nostra vita quotidiana, e dai primi anni 2000 ha deciso di raccontarla. Oggi è un giornalista con anni di esperienza nel settore tecnologico, e ha ancora la voglia di trovare le chiavi di lettura giuste, per capire davvero in che modo la tecnologia può rendere migliore la nostra vita quotidiana.