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Prestazioni
- Raffica da 6.5fps
- Dimensione del buffer di 21 raw / 150 JPEG
- Durata della batteria da 1090 scatti
Non è una sorpresa vedere che Canon ha aumentato la raffica della EOS 6D Mark II dai 4.5 fps della 6D agli attuali 6.5 fps. Non solo, è stata aumentata anche la dimensione del buffer, che ora permette di scattare ben 21 file raw in successione, rispetto ai 17 della precedente versione, prima che la fotocamera sia costretta a rallentare per la mole eccessiva di dati da gestire.
È interessante notare che la dimensione del buffer offerta dalla EOS 6D Mark II scattando in JPEG risulta essere di ben 150 fotogrammi e farà piacere a chi scatta spesso in questo formato. Questo valore risulta essere inferiore al limite di 1250 scatti della EOS 6D, anche se difficilmente si riuscirà a saturare tale buffer. Inoltre, è interessante vedere che Canon, nella EOS 6D Mark II, non ha incluso il supporto alle schede di memoria UHS-II, che avrebbero potuto migliorare quel valore. Bisogna però tener presente che la dimensione del buffer è fortemente influenzata anche dalla velocità con cui la fotocamera è in grado di gestire le informazioni.
In ogni caso, questa non è una macchina fotografica rivolta in particolare ai fotografi sportivi, e 6.5 fps risultano essere una velocità di scatto abbastanza buona per una macchina fotografica full-frame a questo prezzo, potenzialmente adatta a situazioni in cui la EOS 6D originale non sarebbe stata all'altezza.
La 6D Mark II utilizza lo stesso sensore di misurazione RGB+IR da 7560 pixel presente sulla Rebel T7i / 800D, con opzioni di misurazione a 63 zone di valutazione parziale, pesata al centro e spot.
Come abbiamo riscontrato con altre reflex Canon che utilizzano questo sistema di valutazione, esso fa un buon lavoro la maggior parte delle volte. Vale la pena ricordare che la media ponderata è applicata al punto di autofocus attivo, il che renderà necessario utilizzare la compensazione dell'esposizione in situazioni ad alto contrasto. Durante le nostre prove, infatti, abbiamo sperimentato un paio di occasioni in cui lo stesso scatto ha generato due diverse esposizioni semplicemente perché abbiamo spostato leggermente il punto di messa a fuoco.
Il bilanciamento del bianco automatico della EOS 6D Mark II fa un ottimo lavoro. Ci sono in realtà due opzioni di bilanciamento automatico del bianco: la modalità Priorità Ambiente fornisce risultati leggermente più caldi, aiutando a mantenere l'atmosfera generale della scena, mentre la modalità Priorità Bianco può fornire risultati puliti e neutri anche se ci si trova in condizioni di illuminazione artificiale.
Canon ha anche aggiunto l'opzione di rilevamento dello sfarfallio, che abbiamo visto sulle precedenti reflex EOS, per aiutare a mantenere la fedeltà quando si scatta sotto fonti di luce artificiale. Si tratta di un'ottima notizia per chi scatta al chiuso, magari in occasione di eventi sociali o sportivi, dove tale illuminazione è comunemente utilizzata.
La durata della batteria è molto buona, con l'unità LP-E6N classificata da CIPA come in grado di supportare un massimo di 1090 scatti. Come possiamo testimoniare noi stessi, nel corso di due giorni di riprese intensive, la barra di carica della batteria della 6D Mark II si è appena mossa.
Qualità dell’immagine
- Intervallo ISO 100-40.000, espandibile a 50-102.400
- Compensazione dell’esposizione fino a +/-5 EV a passi di 1/3 o 1/2 di stop
- Gamma dinamica deludente
La EOS 6D Mark II è unica in questo campo in quanto è dotata di un sensore da 26.2MP. Normalmente si utilizza un sensore da 24MP, quindi la 6D Mark II ha un vantaggio di 2MP rispetto alla sua principale rivale, la Nikon D750. In realtà, però, questa quantità extra di pixel, non apporta alcuna differenza sostanziale alla quantità di dettagli che la EOS 6D Mark II è in grado di catturare rispetto alla D750. Infatti entrambe le reflex consentono di stampare, se necessario, ad un’ottima qualità immagini in formato A3+ e di grandi dimensioni.
Le prestazioni ISO offerte dalla EOS 6D Mark II sono molto buone, seppur irrilevanti. I file JPEG, infatti, appaiono molto puliti in tutta la gamma ISO, ma quando si guardano i file raw corrispondenti, diventa evidente la riduzione del rumore applicata ai JPEG.
I file raw prodotti da questa fotocamera sono molto simili a quelli prodotti dalla EOS 5D Mark III, anche se ci saremmo aspettati degli evidenti miglioramenti, visto il gap tecnologico di cinque anni. A ISO 800 la qualità delle immagini resta pressoché perfetta, con minimi segni di rumore, e anche a ISO 4000 i risultati sono piuttosto buoni: ci sono certamente segni di rumore di luminanza a questa sensibilità, ma sorprende in particolare il basso rumore di crominanza.
Oltre a ciò, a ISO 12.800 sia il rumore di luminanza che quello di crominanza diventano più pronunciati, ma con un po’ di post-elaborazione è ancora possibile ottenere un risultato soddisfacente, mantenendo una discreta quantità di dettagli negli scatti. In ogni caso, eviteremmo di andare oltre questo valore, a meno che non sia assolutamente necessario.
La gamma dinamica è un'area in cui le reflex di Canon hanno sempre un po' sofferto rispetto alle fotocamere concorrenti di Nikon e Sony, quindi ci si sarebbe aspettato un notevole passo in avanti sotto questo aspetto dal rinnovato sensore da 26.2MP.
Tuttavia, anche se è possibile recuperare una buona parte di dettaglio perduto (come abbiamo detto poc’anzi), il rumore risulta essere molto più evidente su un’immagine prodotta dalla 6D Mark II rispetto a un'immagine simile realizzata da una Nikon D750, quando le si confronta da vicino. Ciò che più delude, però, è il fatto che il sensore APS-C da 24.2MP, utilizzato per esempio nella EOS 80D, riesce a gestire il rumore in maniera migliore e lo si può notare soprattutto quando le immagini scattate a bassi ISO vengono spinte in post-elaborazione.
- Ecco a voi le migliori fotocamere di questo 2020.
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Pagina precedente Costruzione, maneggevolezza e autofocus Pagina successiva Verdetto e concorrenzaLuigi Famiglietti è Editor presso Techradar Italia dal 2020. Da sempre appassionato di scienza e tecnologia, ha deciso di raccontare la continua evoluzione di questo mondo e le sue diverse sfaccettature.
Ha anche lavorato in un progetto applicativo mirato all’individuazione e valutazione di tecniche in grado di migliorare la somministrazione, l’assorbimento e il potenziale immunogenico di vaccini genetici a base di DNA.
Ama viaggiare, suonare il pianoforte e la fotografia. Inoltre, gli piace trascorrere parte del suo tempo libero a giocare con gli amici al pc.