Recensione Canon EOS 6D Mark II

La reflex full-frame di Canon rivolta agli appassionati più esigenti è stata aggiornata

Canon EOS 6D Mark II

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Costruzione e maneggevolezza 

  • Corpo in lega di alluminio e policarbonato 
  • Resistente alla polvere e all'umidità 
  • Peso di 765g 

Come nella EOS 6D originale, la EOS 6D Mark II di Canon è realizzata con una combinazione di lega di alluminio, policarbonato e fibra di vetro, e anche se non si avverte la sensazione di avere tra le mani un corpo "pro", come invece avviene con quello della EOS 5D Mark III o Mark IV, risulta comunque ben realizzata.

Siamo soddisfatti che la fotocamera presenti guarnizioni antipolvere e antiumidità. Infatti, avendo usato la 6D Mark II in condizioni molto umide durante una trasferta in Norvegia, con la fotocamera messa a contatto con precipitazioni abbondanti in più di un'occasione, possiamo confermarvi di come sia in grado di resistere al meglio alle  condizioni più avverse.

Dal punto di vista delle proporzioni, la fotocamera risulta essere leggermente più compatta della EOS 6D. Purtroppo questa scelta potrebbe deludere i possessori del vecchio modello che intendono aggiornare il loro corpo macchina. Infatti, il battery grip BG-E13, progettato per la 6D originale, non è compatibile con la EOS 6D Mark II, che invece adotta un nuovo battery grip, il BG-E21.

L'impugnatura della 6D Mark II è scolpita in modo eccellente, e assicura che sia possibile tenere la fotocamera perfettamente in mano, mentre il peso di 765g incluse batteria e scheda di memoria risulta di appena 10g superiore a quello della 6D originale (anche se in realtà non è molto più leggera della EOS 5D Mark IV da 800g). Il peso risulta tutto sommato ben distribuito una volta montato l’obiettivo, ce ne siamo accorti in particolare provando la fotocamera con l'obiettivo di Canon EF 24-105mm f/4L IS II USM.

Per quanto riguarda la disposizione dei pulsanti e delle ghiere, se si proviene dalla EOS 6D, ci si dovrebbe sentire immediatamente a proprio agio con la EOS 6D Mark II, in quanto la disposizione dei controlli sulle due reflex è rimasta praticamente identica.

Sulla parte superiore della reflex troviamo un grande display LCD che fornisce molte informazioni a colpo d’occhio. Inoltre, tra il display e la ghiera di comando principale, sono presenti i controlli per la selezione delle modalità AF, drive, la regolazione degli ISO, del modo di misurazione e infine è presente il pulsante per l’illuminazione del display LCD. L'unica novità introdotta nella 6D Mark II, rispetto alla versione precedente, è rappresentata da un piccolo pulsante, situato accanto alla ghiera di comando principale, che permette di selezionare l’area di messa a fuoco della fotocamera.

Nella parte posteriore la EOS 6D Mark II mantiene lo stesso layout dei controlli presente sulla EOS 6D. Notiamo ancora l’assenza di un joypad sul retro, utile nel caso si voglia spostare rapidamente il punto di messa a fuoco, come abbiamo visto peraltro su diverse reflex appartenenti alla gamma EOS. Per eseguire questa operazione, invece, si utilizza un controller multidirezionale. Anche se sarebbe stato bello avere a disposizione un joypad incorporato nella fotocamera, la selezione del punto di messa a fuoco risulta ancora piuttosto veloce da eseguire usando questo metodo.

Per quanto riguarda il display posteriore, come abbiamo detto, ora può essere orientato in ogni direzione in modo da adattarsi ad una pletora di angoli di ripresa. Anche se la sua risoluzione non è superiore a quella del display della EOS 6D, lo schermo da 1.040.000 punti sembra ancora sufficientemente buono, mentre l'interfaccia touch della EOS 6D Mark II è una delle migliori in circolazione: funziona in maniera ottimale in ogni situazione, dalla regolazione delle impostazioni allo sfogliamento delle immagini. 

Questo scatto è stato ottenuto usando il display completamente orientabile e acquisendo il fuoco tramite il touchscreen.

Questo scatto è stato ottenuto usando il display completamente orientabile e acquisendo il fuoco tramite il touchscreen.

Autofocus

  • 45 punti di messa a fuoco, tutti a croce 
  • Sensibilità fino a -3EV 
  • Sistema autofocus Dual Pixel CMOS 

Il sistema di autofocus a 11 punti presente sulla 6D originale era già obsoleto all’uscita della fotocamera, e fu criticato abbondantemente, tanto più che solo il punto centrale era a croce. Quindi, non stupisce vedere che sulla EOS 6D Mark II Canon abbia fatto ammenda aumentando sensibilmente i punti di messa a fuoco. 

Invece di prendere in prestito il sistema di autofocus a 61 punti dalla EOS 5D Mark IV, la 6D Mark II si ispira alle sue controparti APS-C e impiega un sistema di autofocus a 45 punti molto simile a quello utilizzato nella EOS 80D e nella EOS Rebel T7i / 800D.

Ora invece di avere un solo punto a croce (i punti a croce sono sensibili sia sul piano orizzontale che verticale, per una maggiore precisione), tutti i 45 punti lo sono, con il punto centrale che è invece a doppia croce. Infatti, è formato da due punti a croce orientati a 45 gradi l’uno rispetto all’altro in modo da fornire una precisione ancora maggiore. Infine, 27 di questi rimangono operativi anche quando si utilizza un obiettivo, o una combinazione obiettivo/teleconvertitore, con un'apertura massima effettiva di f/8. Ma, in questo caso, di questi 27 solo nove rimangono di tipo a croce.

L'autofocus della EOS 6D Mark II ha agganciato velocemente il soggetto in rapido movimento.

L'autofocus della EOS 6D Mark II ha agganciato velocemente il soggetto in rapido movimento.

La EOS 6D Mark II offre un discreto controllo anche sulla personalizzazione del sistema di messa a fuoco automatica, con circa 16 opzioni da modificare se lo si desidera. Tuttavia, non esistono "case study" di autofocus (che specificano la sensibilità di tracciamento, il tracciamento di accelerazione e decelerazione e la commutazione del punto di messa a fuoco a seconda del soggetto che si sta riprendendo) come abbiamo visto su EOS 7D Mark II e EOS 5D Mark IV. 

I 45 punti di autofocus sono concentrati perlopiù nella parte centrale dell'inquadratura, questo renderà necessario ricomporre regolarmente gli scatti se il soggetto è decentrato. 

A parte questo, le prestazioni della messa a fuoco automatica sono molto buone. Abbiamo scattato in diverse condizioni di luce durante il nostro viaggio in Norvegia e abbiamo trovato la messa a fuoco molto buona, con soggetti acquisiti in modo rapido e preciso nella maggior parte dei casi. Anche in condizioni di scarsa illuminazione la EOS 6D Mark II non ha avuto problemi grazie in parte al fatto che il sistema di autofocus della fotocamera è sensibile fino a -3EV.

Il sistema di messa a fuoco ha fatto un buon lavoro nel seguire l'auto che si trovava davanti a noi mentre noi la seguivamo da dietro

Il sistema di messa a fuoco ha fatto un buon lavoro nel seguire l'auto che si trovava davanti a noi mentre noi la seguivamo da dietro

La EOS 6D Mark II ottiene anche il validissimo sistema di messa a fuoco di Canon Dual Pixel CMOS che entra in azione quando si scattano foto in modalità Live View e durante l'acquisizione video. Si tratta di un grande miglioramento rispetto al sistema piuttosto impreciso della EOS 6D, e offre ora una messa a fuoco fluida e veloce, soprattutto se utilizzato in combinazione con il touchscreen per selezionare il punto di messa a fuoco desiderato. 

Luigi Famiglietti

Luigi Famiglietti è Editor presso Techradar Italia dal 2020. Da sempre appassionato di scienza e tecnologia, ha deciso di raccontare la continua evoluzione di questo mondo e le sue diverse sfaccettature.

Ha anche lavorato in un progetto applicativo mirato all’individuazione e valutazione di tecniche in grado di migliorare la somministrazione, l’assorbimento e il potenziale immunogenico di vaccini genetici a base di DNA.

Ama viaggiare, suonare il pianoforte e la fotografia. Inoltre, gli piace trascorrere parte del suo tempo libero a giocare con gli amici al pc.