Apple ha trovato un cavillo per eludere le richieste dell'UE sulle batterie removibili

iPhone 14 Pro Max review back angled
(Immagine:: Future | Alex Walker-Todd)

Lo scorso giugno l'UE ha votato a favore di un nuovo regolamento che obbligherà i produttori di smartphone a rendere le batterie dei telefoni "facilmente" sostituibili. Tuttavia, Apple sembra piuttosto restia a muoversi in questa direzione e lo ha lasciato intendere chiaramente con una dichiarazione risalente allo scorso fine settimana. La notizia è stata diffusa da un SVP di Apple durante un'intervista rilasciata su YouTube.

Le nuove norme dell'Unione Europea (UE) sulle batterie entreranno in vigore nel 2027. A quel punto, i produttori di telefoni dovranno garantire che le batterie possano essere sostituite dai consumatori con relativa facilità.

"Potrebbe esserci un leggero conflitto tra durata e manutenibilità", ha dichiarato John Ternus, SVP Hardware Engineering di Apple in un'intervista rilasciata al canale YouTube tedesco Orbit. "Si può rendere un componente interno più manutenibile rendendolo discreto e rimovibile, ma questo aggiunge un potenziale punto di guasto. Utilizzando i dati, possiamo capire quali parti del telefono devono essere riparate e quali invece è meglio rendere così affidabili da non dover mai essere riparate. È sempre una sorta di equilibrio".

Ternus ha poi sottolineato che il grado di protezione IP68 dell'iPhone potrebbe venir meno con una batteria facilmente sostituibile, sottolineando che vengono utilizzati "adesivi e sigillanti ad alta tecnologia per rendere tutto impermeabile".

Gli iPhone sono altamente resistenti all'acqua e Ternus sottolinea che molti utenti sono soddisfatti di questo aspetto e scelgono gli smartphone Apple anche per la loro impermeabilità. Si tratta di una motivazione spesso espressa nelle sezioni dei commenti online e da produttori come Apple, come già detto. Tuttavia, basta pensare a telefoni come il Samsung Galaxy S5 che già nel 2014 al netto di una batteria removibile aveva comunque una certificazione IP67.

Dubitiamo che Apple nel 2027 non sarà in grado di trovare una soluzione, sempre che voglia farlo.

Apple ha dei cavilli a cui aggrapparsi

Sebbene possa sembrare che Apple si stia arrampicando sugli specchi per aggirare le normative UE, potrebbero esserci dei cavilli tali da giustificare la mossa dell'azienda di Cupertino.

Stando alla legislazione europea in materia di batterie, una batteria portatile e rimovibile è quella che "può essere rimossa con l'uso di strumenti disponibili in commercio e senza richiedere l'uso di strumenti specializzati, a meno che non siano forniti gratuitamente, o di strumenti proprietari, energia termica o solventi per smontarla".

La normativa prosegue affermando che: "Gli strumenti disponibili in commercio sono considerati strumenti disponibili sul mercato per tutti gli utenti finali senza che questi debbano dimostrare di avere diritti di proprietà e che possono essere utilizzati senza alcuna restrizione, ad eccezione di quelle relative alla salute e alla sicurezza".

In altre parole, l'UE non richiede esplicitamente ad Apple, Samsung, Google o qualsiasi altro produttore di telefoni di riportare indietro le lancette dell'orologio ai giorni in cui per sostituire la batteria di un telefono bastava un'unghia e un po' di pazienza. In effetti, negli ultimi anni le aziende hanno cercato di rendere i loro telefoni più facilmente riparabili dall'utente, dal servizio di auto-riparazione di Apple, al programma di auto-riparazione di Samsung, alla riparazione fai-da-te dei Pixel di Google, fino alla collaborazione tra Nokia e iFixit.

Il problema sembrano essere gli adesivi isolanti e dovremo vedere se Apple e altre aziende riusciranno a trovare un modo alternativo per conservare le specifiche di impermeabilità dei loro smartphone facilitando al contempo il processo di rimozione della batteria. Dopo tutto mancano ancora 4 anni al 2027.

Marco Silvestri
Senior Editor

Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.

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