Ucraina, Elon Musk: "niente più connessione gratuita, paghi il Pentagono"

Starlink
(Immagine:: Internet)

Nelle guerre moderne la connessione satellitare costituisce senza ombra un vantaggio importante, come si è visto nel corso del conflitto tra Ucraina e Russia.

Elon Musk, CEO di SpaceX, si è impegnato a supportare la causa ucraina mettendo a disposizione del governo e dell'esercito i satelliti Starlink, grazie ai quali la resistenza è riuscita a coordinarsi e monitorare le attività nemiche sul territorio. Nei primi mesi del conflitto, Putin ha preso di mira le infrastrutture di comunicazione Ucraine ma, proprio grazie a Starlink, il governo e le truppe ucraine, come anche i civili e le ONG del Paese, sono riusciti a sfruttare la connessione satellitare per comunicare.

Il CEO di SpaceX, Elon Musk, ha dichiarato che al 9 ottobre in Ucraina erano presenti circa 25.000 terminali Starlink.

Tuttavia, come riporta la CNN, SpaceX ha recentemente comunicato al Dipartimento della Difesa americano che potrebbe non essere più in grado di sostenere tale sforzo in futuro. In una lettera datata 8 settembre, il direttore delle vendite di SpaceX ha dichiarato che l'azienda: "non è in grado di donare ulteriori terminali all'Ucraina o di finanziare i terminali esistenti per un periodo di tempo indefinito".

(Image credit: Pavlo Gonchar/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)

Lo scorso settembre, SpaceX ha chiesto al Pentagono di pagare i satelliti Starlink e i costi del servizio fornito all'Ucraina. La cifra richiesta, secondo le stime, si attesta intorno ai 124 milioni di dollari da qui alla fine dell'anno, mentre per i prossimi 12 mesi i costi ammontano a 380 milioni di dollari. Musk afferma che SpaceX ha già sborsato 80 milioni di dollari per garantire la connessione agli ucraini, e che per continuare a farlo c'è bisogno di un intervento statale.

Il milionario americano si è espresso a riguardo con un Tweet molto chiaro: "SpaceX non chiede di recuperare le spese passate, ma non può nemmeno finanziare il sistema esistente a tempo indeterminato *e* inviare altre migliaia di terminali che hanno un utilizzo di dati fino a 100 volte superiore a quello delle famiglie tipiche".

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In un tweet successivo, Musk ha affermato che SpaceX sta perdendo 20 milioni di dollari al mese con Starlink. "Oltre ai terminali, dobbiamo creare, lanciare, mantenere e rifornire i satelliti e le stazioni di terra e pagare le telecomunicazioni per l'accesso a Internet tramite i gateway" ... "Abbiamo anche dovuto difenderci dai cyberattacchi e dalle interferenze, che stanno diventando sempre più difficili".

Stando al report pubblicato da CNN, circa l'85% dei terminali è stato pagato almeno in parte dai governi di Stati Uniti, Polonia e Gran Bretagna, oltre che da altre organizzazioni come le ONG. Secondo la CNN, la Polonia sarebbe il primo finanziatore con ben 9.000 terminali, mentre gli Stati Uniti ne avrebbero forniti circa1.700. 

SpaceX ha fornito 3.670 terminali di tasca sua, oltre a garantire per circa il 70% dei costi legati alla connettività Internet Starlink.

I dubbi sulla capacità di garantire il servizio da parte di SpaceX sono emersi in seguito a dei disservizi che si sono verificati nelle ultime settimane e hanno interrotto bruscamente le comunicazioni dell'esercito ucraino durante la controffensiva. Il Financial Times ha portato alla luce i suddetti problemi, in seguito confermati da un report della CNN. 

Musk ha dichiarato che ciò che sta accadendo sul campo di battaglia è "riservato".

La vicenda ha assunto dei toni polemici quando il CEO di SpaceX ha suggerito al governo ucraino di valutare la cessione della Crimea e di abbandonare l'idea di riconquistare i territori perduti.

La risposta dell'ambasciatore ucraino in Germania ha lasciato poco spazio alle interpretazioni: “vai a quel paese è la mia riposta diplomatica”.

Subito dopo, in un altro Tweet, Musk ha replicato con un tagliente: "Stiamo seguendo il consiglio dell'ambasciatore chiedendo al Pentagono di pagare le spese".

La vicenda potrebbe costare caro all'Ucraina che, se il governo americano non fosse disposto a finanziare Starlink, potrebbe ritrovarsi senza connessione.

Marco Silvestri
Senior Editor

Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.