Google Gemini spiegato: 7 curiosità sul rivale di Copilot e ChatGPT

Three Android phones on an orange background showing the Google Gemini Android app
(Immagine:: Future)

Google è rimasta un po' indietro rispetto ad altre big come Microsoft e OpenAI nell'ambito dell'Intelligenza artificiale, ma di recente ha svelato il suo asso nella manica e ora sembra pronta a competere con la concorrenza. 

Stiamo parlando di Google Gemini, la più potente suite di strumenti AI mai rilasciata del gigante tecnologico americano. Per quanto incredibilmente promettente, Gemini è ancora piuttosto confusionario e ha le classiche pecche che contraddistinguono i progetti freschi di lancio. Tuttavia, dopo averlo provato, siamo convinti che sia la soluzione più vicina a quello che molti utenti si aspettano da Google: un assistente AI in grado di interagire e far lavorare in simbiosi le numerose applicazioni della suite Google. 

In effetti, Gemini si pone come sostituto di Google Bard, ma anche di Duet AI, ovvero  la proposta di Google che mirava a competere con CoPilot Pro e ChatGPT Plus.

A laptop screen and phone showing Google Gemini

(Image credit: Google)

Ma si tratta anche di qualcosa di più di un semplice rebrand. Al momento del lancio, Google ha reso disponibile una nuova applicazione gratuita di Google Gemini per Android (per ora solo negli Stati Uniti). Google ha reso pubblico anche il suo modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) più potente, Gemini Ultra 1.0. Per usarlo è sufficiente sottoscrivere il nuovo abbonamento Google One AI Premium.

Noi l'abbiamo provato ed è stata un'esperienza davvero sorprendente, anche se non abbiamo ancora scalfito la superficie di ciò che è possibile fare con questi strumenti Ai di ultima generazione.

Tuttavia, siamo riusciti a stilare una lista di considerazioni su Gemini e sulle sue peculiarità più interessanti e abbiamo pensato di condividerle con voi.

1. Gemini rimpiazza Google Bard e Duet AI

Per certi versi, Google Gemini semplifica le cose nel vasto panorama degli strumenti AI della grande G. È il nuovo nome ombrello per tutti gli strumenti di AI di Google, sia che si tratti di smartphone o desktop, sia che si utilizzino le versioni gratuite o a pagamento.

Gemini sostituisce Google Bard (il precedente nome del chatbot AI "sperimentale" di Google) e Duet AI, la suite di strumenti orientati al lavoro per Google Workspace. 

Siete alla ricerca di un AI gratuito che vi aiuti a creare immagini o a rielaborare le e-mail? Ora potete andare su Google Gemini e iniziare a usarlo con un account Google standard.

Tuttavia, se volete gli strumenti più potenti di Gemini Advanced AI e l'accesso al nuovissimo Gemini Ultra LLM di Google, dovrete pagare un abbonamento mensile. che vi permetterà di accedere a Google One AI Premium.

In sintesi, esistono tre modi principali per accedere a Google Gemini e li trovate elencati qui sotto. Purtroppo al momento l'app non è disponibile in Italia, mentre la versione WEB e Gemini Advanced sono accessibili (il secondo solo tramite l'abbonamento).

2. Gemini rimpiazza anche Google Assistant

Two phones on an orange background showing the Google Gemini app

(Image credit: Google)

Come abbiamo detto sopra, Google ha lanciato un nuovo servizio gratuito di Gemini per Android. Il servizio è in fase di lancio negli Stati Uniti e Google afferma che sarà "completamente disponibile nelle prossime settimane" in altri mercati, Italia compresa. Google è noto per avere una definizione ampia di "presto", quindi dovremo avere ancora un po' di pazienza prima di trovarla sul Play Store.

Il rollout per iOS e iPhone sarà simile, ma con un approccio diverso. Invece di un'app separata e autonoma, Gemini sarà disponibile nella suite Google app.

L'applicazione per Android è importante soprattutto perché consente di impostare Gemini come assistente vocale predefinito, sostituendo l'attuale Assistente Google. È possibile impostarlo durante il processo di configurazione dell'app, dove basta selezinare "Accetto" per consentire a Gemini di "gestire le attività sul telefono".

In questo modo, ogni volta che si richiama un assistente vocale sul proprio telefono Android, premendo a lungo il tasto home o dicendo "Ehi Google", si parlerà con Gemini anziché con Google Assistant. Detto questo, ci sono prove che indicano che non è ancora il caso di farlo...

3. Conviene continuare con Google Assistant (per ora)

An Android phone on an orange background showing the Google Gemini app

(Image credit: Google)

L'app Google Gemini è uscita solo da pochi giorni e ci sono già i primi segni di problemi e limitazioni nell'utilizzo di Gemini come assistente vocale.

Il Play Store si sta riempiendo di reclami dove si legge che Gemini chiede di premere "Invia" anche quando si utilizzano i comandi vocali e che manca di funzionalità rispetto ad Assistant, tra cui l'impossibilità di gestire promemoria a mani libere, il controllo dei dispositivi domestici e altro ancora. Abbiamo anche riscontrato alcuni bug durante i nostri primi test con l'app.

Fortunatamente, è possibile tornare al vecchio Assistente Google. Per farlo, basta accedere all'app Gemini, selezionare Profilo nell'angolo in alto a destra, quindi andare su Impostazioni > Assistenti digitali di Google. Qui potrete scegliere tra Gemini e Google Assistant.

Sissie Hsiao (vicepresidente e direttore generale delle esperienze Gemini di Google) sostiene che Gemini è "un primo passo importante nella costruzione di un vero assistente AI, che sia conversazionale, multimodale e utile". Ma al momento, sembra che questo "primo passo" sia arenato nelle sabbie mobili.

4. Gemini è un nuovo di interagire con le altre app di Google

Two phones on an orange background showing the Google Gemini app

(Image credit: Google)

Come l'ormai scomparso Bard, Gemini è stato progettato per essere una sorta di co-pilota creativo pensato per aiutarvi a "scrivere, fare brainstorming, imparare e altro", come lo descrive Google. Quindi, come in passato, potrete chiedergli di raccontarvi una barzelletta, riscrivere un'e-mail, aiutarvi con la ricerca e altro ancora. 

Come sempre, rimangono le solite avvertenze. Google è stato abbastanza chiaro sul fatto che "Gemini commetterà degli errori" e che, anche se sta migliorando di giorno in giorno, Gemini "può fornire informazioni imprecise o può persino fare affermazioni offensive".

Questo significa che l'altro caso d'uso è potenzialmente più interessante. Gemini è anche un nuovo modo di interagire con gli altri servizi di Google, come YouTube, Google Maps e Gmail. Ad esempio potete chiedergli di "suggerire dei siti turistici popolari a Roma" e ve li mostrerà in Google Maps. 

O ancora, potete chiedergli di "trovare video su come eliminare rapidamente il succo d'uva da un tappeto di lana" ed effettuerà una ricerca su YouTube. Questo significa che Gemini è effettivamente un modo più colloquiale di interagire con strumenti come YouTube e Google Drive. Ora è anche in grado di generare immagini, un'abilità che Bard ha imparato la settimana scorsa prima del pensionamento anticipato.

5. La versione gratuita di Gemini ha delle limitazioni

Two phones on an orange background showing the Google Gemini Android app

(Image credit: Future)

La versione gratuita di Gemini (a cui si accede dall'app Google Gemini su Android, dall'app Google su iOS o dal sito web di Gemini) presenta alcune limitazioni rispetto a Gemini Advanced, disponibile su abbonamento. 

Ciò è dovuto in parte al fatto che si basa su un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) più semplice, chiamato Gemini Pro, piuttosto che sul nuovo Gemini Ultra 1.0 di Google. In linea di massima, la versione gratuita è meno creativa, meno accurata, non è in grado di gestire domande in più fasi, non è in grado di codificare e ha una capacità di gestione dei dati più limitata.

Ciò significa che la versione gratuita è la migliore per le attività di base, come rispondere a domande semplici, riassumere le e-mail, creare immagini e (come abbiamo detto sopra) fare domande agli altri servizi di Google utilizzando il linguaggio naturale.

Siete alla ricerca di un assistente AI in grado di aiutarvi con il coding avanzato, con progetti creativi complessi e di lavorare direttamente con Gmail e Google Docs? Google Gemini Advanced potrebbe fare al caso vostro, soprattutto se siete già abbonati a Google One... 

6. Gemini Advanced è ottimo per gli utenti Google One

Gemini Advanced, solo in abbonamento, costa $19,99 al mese, anche se attualmente è possibile ottenere una prova gratuita di due mesi. Per ottenere Advanced è necessario pagare per un nuovo abbonamento che si chiama Google One AI Premium Plan e include 2 TB di spazio di archiviazione cloud.

Ciò significa che Gemini Advanced è particolarmente allettante se si paga già un piano di archiviazione cloud Google One (o se si vuole comunque sottoscriverlo).

Ci sono notizie ancora migliori per chi ha già un abbonamento a Google One con 5 TB di spazio di archiviazione o più. Google afferma infatti che è possibile "usufruire delle funzionalità AI Premium fino al 21 luglio 2024, senza alcun costo aggiuntivo".

Ciò significa che Google, similmente a quanto fa Amazon con Prime, sta combinando le sue offerte di abbonamento (cloud storage e il suo assistente AI più potente) per renderle più allettanti.

7. L'app Gemini potrebbe impiegare un po' di tempo per arrivare in Europa

Two phones on an orange background showing the Google Gemini app

(Image credit: Future)

Sebbene Google abbia dichiarato che l'app Gemini per Android "arriverà presto" in "più paesi e lingue", non ha fornito alcuna tempistica precisa.

Sissie Hsiao (vicepresidente e direttore generale delle esperienze Gemini di Google) afferma che Google "sta lavorando con le autorità di regolamentazione locali per assicurarci di rispettare i requisiti del regime locale prima di poterci espandere".

Hsiao ha aggiunto che le tempistiche dovrebbero essere tutto sommato brevi. Quindi, per chi come noi abita in Italia, l'unico modo di accedere a Gemini è tramite il sito Web di Google.

Marco Silvestri
Senior Editor

Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.

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