Recensione Fujifilm GFX 100

Medio formato, a tutto gas

Fujifilm GFX 100
Editor's Choice
(Image: © Future)

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Prestazioni 

  • Mirino fantastico, grande e chiaro 
  • Lo schermo LCD risponde molto bene al tatto 
  • La fotocamera è molto reattiva 

Portando la GFX 100 all’occhio colpiscono subito la grandezza dell’EVF e la sua qualità. Ora che i mirini ad alta qualità da ben 5,76 milioni di punti sono stati installati anche nelle fotocamere più economiche (anche se per ora si tratta solo dei modelli Panasonic S1 e S1R), ci aspettiamo che siano inseriti anche in fotocamere di questa fascia e prezzo.

Le specifichedi Fujifilm GFX 100 sono ottime e in linea con le concorrenti, mentre risulta migliore per quanto riguarda il fattore di ingrandimento che arriva fino ad un massimo di 0.86x, contro lo 0.78 della sua rivale Panasonic S1.
I risultati sono fantastici: l'immagine risulta grande e luminosa e riempie molto bene il campo visivo dell’occhio. 

Lo schermo LCD principale fa molto bene il suo lavoro, è bello e chiaro all'aperto e risponde bene al tocco quando viene utilizzato per impostare il punto di messa a fuoco, con una sensibilità leggermente inferiore rispetto a quando si scorre attraverso le immagini catturate (il che non è insolito). I movimenti dello schermo sono molto buoni e articolati però c’è un piccolo problema con l’EVF che in alcune posizioni ostacola la vista, specie quando si guarda la fotocamera dall’alto verso il basso.

È possibile sfilare l'EVF dalla slitta o optare per un adattatore inclinabile EVF-TL1, ma tale scelta comporta una spesa aggiuntiva che sommata al costo di acquisto risulta eccessivamente onerosa.

Il sistema di gestione dei menu della GFX 100 è molto simile a quello dei modelli della serie X e delle due precedenti fotocamere GFX, ed è tra i migliori nel suo genere per quanto riguarda la semplicità. Utilmente, l'interfaccia utente di ripresa ruota quando si fotografa in verticale; tuttavia abbiamo notato che in questa GFX 100, al contrario della serie X, la rotazione non avviene anche nei menù. 

Forse è difficile ruotare e comprimere queste informazioni senza rimpicciolire i caratteri, ma rende le opzioni di modifica un po’ più complicate quando si scatta in verticale.

Quando si scatta alla massima velocità di scatto  (5 fps), è possibile scattare fino ad un massimo di 41 Raw compressi senza perdita di dati e di 14 fotogrammi Raw non compressi, rinunciando però ai 16 bit.

Se si desidera scattare a 16 bit, la raffica massima risulta di 7 fotogrammi in formato raw, ma non ci sono molti vantaggi nello scattare a 16 bit se realmente non è necessario.

A differenza di molte rivali, durante il processo di scrittura delle immagini sulla SD card è possibile continuare a scattare senza che la fotocamera si blocchi per qualche secondo.

Se equipaggiata con una scheda di memoria SDXC UHS-II (U3) da 280 MB /s Panasonic da 64 GB, la fotocamera impiega circa 7 secondi per completare il processo di pulizia del buffer.

  • Qualità dell’immagine superba 
  • Eccellente controllo del rumore 
  • Ottima qualità video 

Un sensore di medio formato da 100 MP è sufficiente per far entusiasmare tutti i fotografi grazie alla qualità delle immagini che sforna. Abbiamo avuto l'opportunità di utilizzare la fotocamera con gli obiettivi GF 110mm F2 R LM WR e GF 32-64mm F4 R LM WR, ed entrambi si sono dimostrati molto validi e prestanti.

Le versioni GFX 50R e GFX 50R hanno dimostrato di riuscire a gestire molto bene il rumore e anche la GFX 100 si comporta esattamente nello stesso modo. Le immagini catturate in ambienti interni con sensibilità a ISO 6400 o ISO 8000 rimangono completamente utilizzabili, con dettagli eccellenti e un rumore molto basso. Inoltre la riduzione del rumore nei JPEG non crea artefatti, ne rovina le immagini.

Uno dei motivi per cui le persone optano per una fotocamera di medio formato rispetto a una con un sensore più piccolo è ottenere una gamma dinamica maggiore. Il vantaggio principale, per la maggior parte degli utenti, è dato dalla possibilità di sottoesporre le immagini per proteggere le luci, sollevando le ombre in seguito per riguadagnare un'esposizione più appropriata.

Abbiamo sottoesposto le immagini a vari gradi, modificato e analizzato i file Raw in post produzione notando le straordinarie capacità di recupero delle ombre e dei toni più scuri, senza incorrere in nessun artefatto, rumore o altri tipi di disturbi nell’immagine. Le immagini sottoesposte di 3 o 4 stop hanno dato dei buoni risultati, mentre in quelle con ben 5 stop abbiamo riscontrato un po’ di rumore.

Una cosa da tenere a mente è che, sforzando così tanto l’immagine e il sensore, si creano delle strisce più chiare in alcuni lati dell’immagine, che potenzialmente si riducono ai pixel AF sul sensore a rilevamento di fase. 

In realtà, molti fotografi costretti a lavorare in questo modo, potrebbero ottenere risultati simili utilizzando una moderna DSLR full frame o una mirrorless. Tuttavia i risultati che si ottengono con la GFX 100 sono incredibili.

Le opzioni di simulazione del film di Fujifilm consentono di ottenere immagini con colori molto belli questi risultati si devono a un sistema di bilanciamento automatico del bianco che generalmente funziona molto bene.

La fotocamera ha un sistema di stabilizzazione dell'immagine a cinque assi basato sul sensore. Fujifilm dichiara un massimo di 5.5 stop di guadagno, ma questa è una classificazione CIPA specifica per il GF 63mm f / 2.8 R WR, obiettivo che stabilizza negli assi di imbardata e beccheggio.

Con l'obiettivo 32-64 mm montato ed esteso nella sua posizione massima di 64 mm (51 mm se si vuole fare la conversione a Full Frame 35 mm), abbiamo riscontrato che è possibile scattare immagini nitide a partire da circa 1/4 di secondo sul teleobiettivo, ma con una consistenza decisamente migliore a 1/6 sec e 1/10 sec. Il sensore riesce a garantire ben 2 stop, ma se siete abituati e avete una buona tecnica sarete in grado di arrivare fino a 3.5 stop.

Fujifilm GFX 100 è in grado di registrare video sia in DCI 4K che in UHD 4K, con una qualità veramente eccellente. I filmati prodotti sono ricchi di dettagli e generalmente non presentano rumore o artefatti, anche a sensibilità più alte. 

In alcune situazioni è possibile notare un po’ di rolling shutter ma risulta sempre poco e non invadente. Il sistema AF ibrido consente inoltre di spostare la messa a fuoco tra diverse aree della scena senza alcuna esitazione, operazione facilmente eseguibile attraverso lo schermo touch screen.