Russia, Facebook e Twitter bloccati
Continua la guerra alla disinformazione
Mentre la guerra in Ucraina continua, procede anche la battaglia per l'accesso alle informazioni. Infatti, le autorità Russe hanno bloccato l'accesso a Facebook e Twitter nel Paese, citando come motivo la discriminazione nei confronti dei media e delle fonti di origine russa.
La decisione, annunciata da Roskomnadzor (l'organo di stato preposto alla regolamentazione delle comunicazioni in Russia), e riportata dal Guardian e altre testate, segue le restrizioni imposte dalle aziende tech degli USA all'accesso a i servizi giornalistici nazionali russi, nel tentativo di controllare il flusso di disinformazione.
Venerdì scorso, il governo russo ha approvato anche un decreto che rende illegale la diffusione di fake news, ovvero qualsiasi notizia che vada contro le dichiarazioni ufficiali sulla guerra. Di conseguenza, diverse agenzie come la BBC hanno sospeso le operazioni in Russia per proteggere i propri giornalisti dall'eventuale arresto.
Nick Clegg, President of Global Affairs di Meta, ha dichiarato che il ban ha determinato l'esclusione di milioni di cittadini russi da fonti di informazioni attendibili. Questi sono anche stati "messi a tacere", sempre secondo Clegg, che ha confermato che l'azienda continua a lavorare per ripristinare l'accesso a Facebook in Russia.
Una situazione instabile
La situazione in Ucraina e gli eventi connessi alla guerra continuano a cambiare ora dopo ora. In risposta all'invasione russa dell'Ucraina, diverse aziende tecnologiche hanno sospeso la vendita dei propri prodotti in Russa.
Le aziende russe ritrovano impossibilitate a promuovere le proprie attività nel resto del mondo. Dopo il ban nel Paese, Facebook non pubblica più annunci pubblicitari provenienti da inserzionisti russi, inoltre non rivolge più le inserzioni presenti sulla piattaforma agli utenti in Russia. Google, Snapchat e Twitter hanno preso decisioni simili.
In ogni caso, anche prima l'accesso ai social media come Facebook e Twitter era soggetto a limitazioni, ma ora è stato bloccato del tutto. Altre piattaforme, come YouTube e TikTok potrebbero subire lo stesso destino, se la guerra si protrarrà ancora.
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La Russia ha sempre esercitato un controllo molto rigido su Internet sia al livello mondiale che governativo, e ora le persone hanno a disposizione sempre meno fonti indipendenti al di fuori di quelle gestite dallo stato.
Senior Editor and Professional Translator. Boardgaming enthusiast, Tech-lover.