Putin riconosce la cittadinanza russa a Edward Snowden

Lucchetto bianco su sfondo nero
(Immagine:: Shutterstock.com)

Correva l’anno 2013 e il mondo ancora non sapeva di essere spiato. Edward Joseph Snowden, allora 30enne, collaborava con un’azienda consulente della Nation Security Agency (NSA), l’organismo governativo statunitense che si occupa di sicurezza sul territorio nazionale americano.

Grazie alla sua posizione, Snowden venne a conoscenza di alcuni documenti segreti che descrivevano un progetto di sorveglianza di massa, in particolare riguardo alle comunicazioni via telefono e via web. Fu subito scandalo.

Le informazioni, rivelate da Snowden in una stanza di un hotel di Hong Kong ai giornalisti Glenn Greenwald, Laura Poitras e Ewen MacAskill, vennero pubblicate sul Guardian e sul Washington Post portando Snowden, consapevole delle ripercussioni delle sue azioni, ad essere accusato di furto di proprietà del governo.

In seguito, Edward prese un aereo e si rifugiò a Mosca dove, dopo aver trascorso un mese nel terminal dell’aeroporto a causa dell’invalidità del suo passaporto (revocato dalle autorità americane), ottenne il diritto d’asilo.

Gli ultimi risvolti

Dopo 9 anni di permanenza sul territorio russo, lunedì 26 settembre, il presidente Vladimir Putin ha concesso ad Edward Snowden la cittadinanza. Come lui stesso afferma, tramite un post su Twitter, la sua famiglia potrà finalmente riunirsi e avere la stabilità tanto desiderata negli ultimi anni. Il Washington Post comunica che anche la moglie, Lindsay Mills, ha avviato le pratiche di ottenimento della cittadinanza russa.

La notizia giunge in un momento di grande tensione sullo scacchiere europeo che, a partire dal 24 febbraio, sta vivendo l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Mosca. L’avvocato di Snowden, Anatoly Kucherena, ha dichiarato che il suo assistito non sarà coinvolto nella chiamata alle armi, dal momento che non ha mai prestato servizio nell’esercito russo.