I Chromebook stanno decollando
I notebook con ChromeOS sono i più diffusi e crescono più di quelli con Windows
Il 2020 sarà ricordato come un anno terribile per moltissime ragioni, ma per tante aziende è stato l'anno dei record. Ed è stato molto positivo anche per i produttori di PC, un settore che ha visto una crescita globale dovuta molto probabilmente alle molte persone che, trovandosi chiuse in casa, hanno scoperto la necessità di avere un computer. E questo fattore ha portato benefici in particolare ai computer con ChromeOS, meglio noti come Chromebook.
Il mercato è cresciuto tutto l'anno, persino nel terzo trimestre del 2020, momento in cui ci si aspettava un rallentamento. Le due fonti principali, Gartner e IDC, riportano però valori molto diversi. Secondo la prima società il settore è cresciuto del 3,6%, mentre secondo IDC del 14%.
La differenza è che IDC conta anche i Chromebook, il cui volume di vendita è cresciuto del 90%. Stando ai calcoli di questa società, nel terzo trimestre del 2020 i Chromebook hanno rappresentato l'11% del totale dei PC venduti.
È opportuno fermarsi un attimo sulla cifra: undici per cento per i Chromebook è un'enormità, per quanto si stia parlando di un solo trimestre.
A trainare i Chromebook ci sono le scuole e gli studenti di tutto il mondo, grazie anche al successo di Google Classroom, una piattaforma per la didattica digitale particolarmente diffusa anche in Italia. E visto che si tratta di Google, è facile capire che Google Classroom e Chromebook vanno particolarmente d'accordo, ma non si tratta solo di questo.
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Chromebook piace più di Windows?
I dati non significano necessariamente che sia in atto una tendenza tesa al sorpasso, ma è sicuramente un fattore interessante, che Microsoft vorrà prendere in considerazione per l'immediato futuro. Le ragioni per cui molti consumatori hanno scelto un Chromebook possono essere molteplici.
Prezzo
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I Chromebook in generale costano poco, molto poco, ma allo stesso tempo offrono specifiche e prestazioni adeguate. Potete prendere un 15 pollici a 400 euro o anche meno. Potete trovare anche dei sistemi Windows a prezzi simili, a onor del vero, ma c'è il rischio di trovarsi con un PC dalle prestazioni deludenti, con una brutta tastiera, materiali fragili, o un mix di queste cose.
I Chromebook, anche quelli meno costosi, hanno un livello qualitativo minimo che in genere è superiore, anche quando parliamo di prezzi bassi.
Non hanno Windows
I sistemi operativi Microsoft, Windows e prima MS-DOS, sono stati per decenni virtualmente obbligatori. Così come per molte persone usare un PC è stato una specie di imposizione, più che una scelta. Il risultato è che molti hanno dovuto tollerare difetti grandi e piccoli di Windows, in genere senza riuscire ad apprezzarne in pregi.
La conseguenza è che tante persone si limitano a dire "Windows non mi piace". Che sia una cosa giustificata oppure no, questa è un'opinione che può determinare un'acquisto. E tanto basta.
Google Family Link
Molti genitori prendono un Chromebook per i figli. E il 90% dei consumatori (chi ha detto monopolio?) del mondo ha uno smartphone Android. Probabilmente, quindi, moltissimi genitori hanno pensato a come monitorare i propri figli, e hanno trovato la risposta in Google Family Link.
Quando un minore accede con il proprio account Google su un sistema Windows, il genitore riceve una notifica ma non può fare nulla. Se il figlio usa ChromeOS, invece, il genitore può controllare le applicazioni usate e il tempo passato con il dispositivo, e impostare limiti.
C'è il Play Store
ChomeOS non è Windows e non avrete Office, e ci sono persone che solo sentendo questa frase hanno un brivido di panico. Poco giustificato, visto che per fare scuola o anche per le attività da ufficio ci sono decine di applicazioni più che adeguate, molte gratuite. A partire dalla suite di applicazioni della stessa Google.
Applicativi da ufficio a parte, i ChromeOS integrano il Play Store e quindi le applicazioni Android. Non si possono usare proprio tutte ma comunque il catalogo è vastissimo, e include davvero ogni genere di programma.
Ci puoi anche giocare
Pagando un abbonamento a parte con i Chromebook si può giocare con i giochi del catalogo Google Stadia. Questo vale anche per i notebook Windows e Project xCloud in effetti, il servizio di giochi streaming sviluppato da Microsoft.
Sui Chromebook però sono accessibili anche i giochi Android del Play Store. E ammettiamolo, se stiamo parlando di computer da mettere nelle mani dei più piccoli, il fatto che ci possano giocare a Brawl Stars, può fare la differenza.
La minaccia fantasma e gli happy meal
Dunque, per il terzo trimestre 2020 si sono venduti un sacco di Chromebook. E allora? Microsoft non avrà certo di che preoccuparsi, visto che continua a poter contare sulla maggior parte dei PC al mondo.
Già ma il punto non è tanto quanti Chromebook vengono venduti, quanto a chi.
Sarà comodo prendere il classico esempio noto come effetto happy meal. Non è che i ragazzini vadano passi per il cibo di quel particolare fast food rispetto ad altri, è che vogliono andarci perché vogliono quel particolare pacchetto di cibo spazzatura più giocattolino. Una volta, due, tre mille...ed ecco che dopo qualche anno saranno clienti affezionati.
Con i sistemi operativi è la stessa cosa. Se inizi a usarne uno a 12 anni, poi a 18 o 20 non avrai tanta voglia di provarne uno diverso. A maggior ragione se quello stesso fornitore ti dà anche l'indirizzo di posta elettronica o il posto dove conservi i dati di una vita.
Ed ecco perché tanto Microsoft quanto Apple competono con Google nel sistema educativo. Quanti più ragazzi riesci ad attirare con il tuo happy meal, quanti più clienti adulti potrai avere in futuro. E sembrerebbe che al momento Big G stia vincendo questa gara cruciale.
Un dettaglio che, tra l'altro, aiuta a capire un po' meglio perché le autorità antitrust del mondo stanno guardando a Google con crescente preoccupazione.
Tre mesi non fanno primavera
Il dato oggetto di questo articolo riguardano il terzo trimestre 2020 e non sono necessariamente indicativi di una tendenza globale. Può darsi che con i prossimi aggiornamenti le proporzioni tornino quelle di prima, con la consueta predominanza dei PC Windows.
Però ho il sospetto che non sarà così, e che ChromeOS continuerà a crescere e a diffondersi. E probabilmente lo crede anche Microsoft, che ormai da tempo non conta più su Windows come colonna portante del suo business. Al colosso di Redmond non importa molto che compriate un notebook con Windows o qualcos'altro, così come non importa se comprate una console Xbox Series X. L'importante è che in qualche modo, qualsiasi sia il dispositivo che usiate, riesca a vendervi i suoi servizi, in concorrenza con quelli di Google.
Sul chi vincerà questa competizione, staremo a vedere.
Via Extremetech
Valerio Porcu è Redattore Capo e Project Manager di Techradar Italia. È da sempre ossessionato dai gadget e dagli oggetti tecnologici che cambiano la nostra vita quotidiana, e dai primi anni 2000 ha deciso di raccontarla. Oggi è un giornalista con anni di esperienza nel settore tecnologico, e ha ancora la voglia di trovare le chiavi di lettura giuste, per capire davvero in che modo la tecnologia può rendere migliore la nostra vita quotidiana.