Apple e Google dovrebbero essere preoccupate da questa legge europea

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C'è una bozza di legge in Unione Europea che, se approvata, proibirebbe a Google ed Apple di installare le loro app su smartphone e altri dispositivi. La proposta fa parte del Digital Services Act, il cui obiettivo è controllare i servizi digitali e prevenire (ma per quello è troppo tardi) l'insorgere di monopoli. 

La legge dovrebbe vedere la luce a dicembre ma i reporter di Bloomberg ne hanno potuto vedere una bozza.

Immaginate un iPhone senza Safari, o Mail, o Siri, o Apple Music o tutte le altre applicazioni Apple. Immaginate uno smartphone Android senza Gmail, Chrome, Google Drive e tutte le altre applicazioni Google. Chi compra il dispositivo dovrebbe aprire il relativo negozio di applicazioni e scegliere quelle che preferisce. Non è chiaro, al momento, se l'Europa ha intenzione di forzare anche negozi di app di terze parti, alternativi all'App Store (Apple) o al Play Store (Google). 

La novità arriva in un momento di dibattito intenso su questi temi: da una parte Apple è al centro di accese critiche sulle sue politiche, con una vera e propria fronda avviata da Epic (Fornite), di cui fanno parte anche Spotify e altri. Dall'altra Google ha recentemente deciso di attivare le stesse politiche commerciali di Apple sul Play Store, di fatto entrando nel discorso accanto ad Apple. 

Nel caso di Google, poi, c'è già un'operazione europea in virtù della quale sui nuovi smartphone Android ci sarà una schermata per scegliere il browser, come accadde a Microsoft qualche anno fa, su Windows.

Nei documenti ottenuti da Bloomberg si legge che l'Unione vuole limitare i comportamenti scorretti, in particolare di quelle società che possiedono piattaforme da cui altre aziende dipendono. La normativa riguarda le applicazioni sui dispositivi ma anche le ricerche online, i sistemi operativi in generale e i servizi cloud.

Questi operatori vengono descritti come gatekeepers, i "guardiani dei cancelli" che stabiliscono chi può entrare, e decidono quali applicazioni possono arrivare più vicine al consumatore - finendo quasi certamente per ottenerne la preferenza.

Secondo quanto scritto, i gatekeeper "non offriranno una visibilità preferenziale nei motori di ricerca o nei servizi di intermediazione per i propri servizi" e "non preinstalleranno esclusivamente le proprie applicazioni" né impediranno agli utenti di disinstallare queste app.

Si parla quindi anche di poter disinstallare qualsiasi cosa dal dispositivo, cosa che oggi è impossibile in molti casi. Con certe applicazioni, tanto su iPhone come su Android, si può al massimo disattivarle o nasconderle.

In passato le autorità antitrust hanno già tentato di prendere delle contromisure, anche con sanzioni economiche verso Google e altre aziende. Misura che, però, finora si sono rivelate inefficaci secondo i legislatori.

Un altro obbligo riguarda l'uso dei dati: la normativa vorrebbe proibire alle aziende di usare i dati raccolti per fini commerciali, a meno che non siano disposte a condividerle con altri. Google ha proposto qualcosa di simile, recentemente, per ottenere l'approvazione all'acquisto di Fitbit. Amazon, al momento, è sotto indagine per aver, si presume, usato i dati raccolti dal sito per competere scorrettamente contro i commercianti esterni che vendono sul sito.

Siamo ancora lontani da una norma definitiva, e dopo una presentazione a dicembre ci saranno diversi passaggi al Parlamento Europeo prima che queste idee diventino legge. Sicuramente le aziende coinvolte faranno tutto il possibile per limitare la portata di questo cambiamento, che tuttavia ha il potenziale per stravolgere del tutto il modo in cui usiamo computer, smartphone e tablet. Potrebbero volerci anni, in ogni caso, e al momento è pressoché impossibile prevedere come andranno le cose.

Sicuramente, però, ci son alcuni colossi del settore tecnologico che hanno sviluppato un potere monopolistico: Google, Apple, Facebook, Amazon sono i primi nomi che vengono alla mente. Ognuno di loro, in un modo o nell'altro, ha un controllo quasi totale su un certo ambito economico finanziario. E con questo controllo arriva un potere su altre aziende, che di fatto si trovano a dipendere dalle decisioni di questi colossi. Una situazione che in qualche modo va arginata e controllata, se vogliamo che i sistemi economici occidentali continuino ad evolversi e a migliorare.

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Valerio Porcu

Valerio Porcu è Redattore Capo e Project Manager di Techradar Italia. È da sempre ossessionato dai gadget e dagli oggetti tecnologici che cambiano la nostra vita quotidiana, e dai primi anni 2000 ha deciso di raccontarla. Oggi è un giornalista con anni di esperienza nel settore tecnologico, e ha ancora la voglia di trovare le chiavi di lettura giuste, per capire davvero in che modo la tecnologia può rendere migliore la nostra vita quotidiana.