Nintendo Switch è stata la console perfetta
Nintendo Switch è stata la console perfetta per gli anni '20? Una nostra riflessione.
Nintendo Switch è stata la console perfetta per Nintendo. Lo scrivo senza timore di essere smentito perché, dopo gli ultimi anni, è diventato evidente quanto la scommessa della “grande N” abbia colto nel segno. Se lo zeitgeist degli anni ‘10 del XXI secolo è racchiuso nello smartphone e nel design dell’iPhone 3G S di Apple, gli anni ‘20 del nuovo millennio sono sintetizzati in questa peculiare console.
Nintendo Switch è stata la console perfetta grazie a un fallimento
Fino a pochi anni prima, nei tanti forum di appassionati della Nintendo, l’idea di una console ibrida che riunisse le divisioni domestiche e mobile di Nintendo sembrava perfetta quanto impossibile da realizzare. La stessa azienda aveva scelto di seguire, per Ds e per Wii, una peculiare strategia di marketing, definita “blue ocean” e basata su un marketing dirompente. Sul breve termine Nintendo aveva effettivamente incassato un ampio successo, che però non riuscì a capitalizzare.
L’esito furono due console poco felici: il 3DS, uscito nel 2011, dovette attendere la profonda revisione del 2014 per divenire effettivamente appetibile. La Wii U, uscita nel 2012, era invece un tentativo così mal riuscito da sembrare la revisione di un prototipo. Wii U fu un fallimento, ma non solo per colpa di Nintendo: il contesto, infatti, vede anche in quegli anni il diffondersi di iPad, il primo tablet “moderno” e dedicato a un’utenza di massa.. Whatsapp era ancora a “pagamento”, Netflix era visibile in Italia solo via VPN e… il Marvel Cinematic Universe stava concludendo la sua fase 1 con il primo film dei Vendicatori (pardon, "Avengers"). L’arretratezza tecnologica, accompagnata da un marketing nebuloso e da numerosi problemi nello sviluppo di giochi in alta risoluzione, ha contribuito a far fallire il successore di Wii e il suo “non-tablet/controller”.
Il faticoso percorso del 3DS e la rovinosa esperienza del Wii U portarono Nintendo, a soli cinque anni di distanza, a immaginare e realizzare la sua vera “revolution”: Nintendo Switch.
Nintendo Switch è stata la console perfetta… per me
Stiamo vivendo anni di crisi, in cui “il vecchio muore e il nuovo non può nascere”. Un momento di crisi permanente che dà origine ai fenomeni più disparati. Eppure, è proprio nel momento di crisi che si apre lo spazio di possibilità per una crescita profonda e cosciente.
Tuttə sperimentiamo cosa significano le parole che ho riportato quando, da infanti, diventiamo adulti. Il passaggio tra infanzia ed età adulta è un momento drammatico, poiché smarriamo il nostro vecchio “io” e il suo successore stenta a costruirsi. Un’esperienza simile dev’essere stata vissuta anche da Nintendo che, dopo la leadership conquistata agli “albori” dell’epoca delle console, si è trovata a essere inseguitrice e a costruirsi un’identità. L’identità costruita nel periodo Wii e DS, però, si è rivelata fallace. Esattamente come ci accade nel periodo della cosiddetta adolescenza, dove spesso seguiamo il “gruppo” e siamo più interessati all’essere socialmente accettati che ad affermare la nostra personalità. Wii e DS erano forse i leader di un gruppo di adolescenti che, come spesso capita, non sono riusciti a crescere con gli altri. Il risultato? Sono rimasti indietro e sono stati un semplice iato. Il Nintendo Switch è l’ingresso nell’età adulta di Nintendo. Incidentalmente, queste console hanno accompagnato fasi simili della mia crescita. E, nel loro cambiamento di approccio e filosofia, hanno accompagnato il modo in cui ho cambiato le mie modalità di esperienza del videogioco.
Nintendo Switch è stata la console perfetta per me. Sono un esponente della “generazione Y”, i nati all’inizio dei ‘90 che sono diventati videogiocatori mentre usciva la sesta generazione di console (Sony PlayStation, Sega Saturn e Nintendo 64). Sono un figlio di Fight Club, dei Pokémon e della MTV Anime Night del martedì. E sono entrato nell’età adulta, nei suoi compromessi e nei suoi fallimenti (personali, ma anche quelli di una società capitalista che ci sta mandando allegramente al macello) proprio con Nintendo Switch.
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Nintendo Switch è la console su cui ho (ri)scoperto giochi indie come Wandersong, un inimitabile gioco di ruolo musicale di Greg Lobanov. E ho capito perché, invece di comprare centinaia di titoli che poi “marciranno” nella libreria digitale, è più importante giocarli fino in fondo. È la console su cui ho ripreso in mano vecchi titoli usciti su Wii U, espansi negli anni fino a divenire delle “enciclopedie”: è il caso di Super Smash Bros. Ultimate e di Mario Kart 8 Deluxe. È la console su cui ho provato Fortnite, spesso indicato come un presunto modello del futuro prossimo del videogioco, e Triangle Strategy, lettera d’amore a un genere cristallizzato come i JRPG strategici. È una console su cui ho passato centinaia di ore in solitario, giocando a Mario, Kirby o Hades, e in compagnia. A volte ci ho persino sudato, grazie a Ring Fit Adventure.
La crisi che ho vissuto nel passaggio dall’infanzia alla maturità, la crisi che stiamo vivendo globalmente (dal 2008, altro che pandemia), la crisi che sta vivendo il settore dell’intrattenimento e anche il videogioco. Nintendo Switch è una console ibrida che è sia quel “vecchio” che “muore” che quel “nuovo” che “non può nascere”. È per questo che è stata un tale successo ed è per questo che, ancora oggi, ci gioco così spesso e volentieri. Nintendo Switch è stata la console perfetta, almeno per me.