La sessione VR ideale dura 20‑40 min: Meta anticipa un nuovo hardware?
Meta analizza i limiti di comfort della VR e sembra già pronta a risolverli con nuovi dispositivi.
Meta ha pubblicato una nuova ricerca sulla durata ideale delle sessioni di gioco in realtà virtuale e, in base ai test effettuati con Meta Quest 3, Meta Quest 3S e i precedenti visori dell’azienda, i risultati sembrano confermare questa analisi.
Queste indicazioni potrebbero non solo influenzare il tipo di applicazioni che vedremo in VR, ma anche portare a modifiche dell’hardware stesso. I dati pubblicati evidenziano infatti alcune problematiche legate al design degli attuali dispositivi, che secondo indiscrezioni sarebbero state risolte nel prossimo visore in arrivo.
Prima di approfondire queste anticipazioni, è utile analizzare la ricerca condotta da Meta e comprendere perché 20-40 minuti sembrano rappresentare la durata ideale per una sessione di gioco in realtà virtuale.
Come spiega chiaramente Meta in un breve grafico, la “durata ideale” di una sessione VR si colloca tra i 20 e i 40 minuti, secondo i dati emersi dalla sua ricerca.
Se una sessione dura meno di 20 minuti, il rischio è quello di lasciare i giocatori insoddisfatti. A differenza dei giochi mobile, che possono proporre cicli di 5-10 minuti (o anche meno), la realtà virtuale richiede uno sforzo maggiore per essere avviata (preparare lo spazio, indossare il visore, ecc.) e necessita quindi di un’esperienza che valga il tempo investito.
La VR può comunque offrire sessioni più brevi, come nel caso di Beat Saber, in cui un livello dura il tempo di una sola canzone, ma queste devono essere collegate tra loro in modo significativo. Ad esempio, si possono affrontare più missioni di Beat Saber come parte di un allenamento o come riscaldamento per una sessione di gioco più lunga. Nei titoli multiplayer, invece, se una partita dura circa 10 minuti, un’esperienza soddisfacente potrebbe prevedere che le missioni giornaliere siano completabili in due partite.
Superati i 40 minuti, l’esperienza tende a perdere di efficacia: possono infatti emergere limiti legati alla condizione fisica (nei giochi più attivi), alla sensazione di isolamento sociale nei titoli single-player, alla durata della batteria o, per i nuovi utenti, al motion sickness.
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Per questo motivo, Meta ritiene che i giochi con una durata compresa in questo intervallo rappresentino la scelta migliore (la cosiddetta “zona Goldilocks”) per la maggior parte dei giocatori VR.
Anche se queste indicazioni sono particolarmente utili per gli sviluppatori di applicazioni VR, ci sono alcune considerazioni pratiche che possono interessare anche gli utenti comuni.
Innanzitutto, i risultati della ricerca confermano un consiglio valido per chi si avvicina per la prima volta alla realtà virtuale: iniziare con il solo visore e valutare eventuali accessori in un secondo momento.
Se gli accessori sono inclusi in un bundle è un conto, ma investire subito in componenti aggiuntivi costosi, come una fascia per la testa con batteria integrata, potrebbe non essere la scelta migliore.
Esistono utenti che superano regolarmente la soglia dei 40 minuti e apprezzano sessioni più lunghe, per cui una batteria aggiuntiva può rivelarsi utile. Tuttavia, per molti giocatori i 20-40 minuti individuati da Meta come “durata ideale” sono già sufficienti.
Il consiglio è quindi di utilizzare il visore per alcune settimane e capire se davvero è necessaria una batteria più capiente o altri accessori. Con i tempi di consegna rapidi disponibili oggi, sarà possibile ricevere ciò che serve in breve tempo, se e quando se ne sentirà l’esigenza.
Questa ricerca potrebbe anche fornire indizi sul design del prossimo visore VR di Meta, che punta a rimuovere alcune delle attuali barriere hardware.
Secondo diverse indiscrezioni, il prossimo headset dell’azienda – noto con i nomi in codice Puffin e, più recentemente, Phoenix – sarà un paio di occhiali ultraleggeri. Anche il concorrente Pico starebbe lavorando a un dispositivo simile (nell’immagine sopra è visibile il Pico 4 Ultra).
La maggior parte della potenza di elaborazione e della batteria verrebbe spostata in un’unità esterna, simile a quella di Apple Vision Pro, ma ancora più compatta, da portare in tasca. Questo permetterebbe di ridurre il peso del visore a poco più di 100 grammi, contro i 515 grammi dell’attuale Meta Quest 3. Si tratterebbe di un cambiamento significativo, in grado di trasformare il visore con Horizon OS in un dispositivo che le persone possono (e vogliono) indossare per ore, anziché per meno di un’ora.
Inoltre, con la batteria alloggiata in tasca, Meta potrebbe aumentarne la capacità senza compromettere il comfort. Come per tutte le speculazioni, tuttavia, non resta che attendere un annuncio ufficiale: il prossimo prodotto dell’azienda potrebbe anche non essere un visore, ma un dispositivo completamente diverso, come uno smartwatch.
Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.