Gli occhiali smart Android XR arriveranno nel 2026: Google e Samsung sfidano Apple e Meta
Più sottili, intelligenti e connessi allo smartphone: ecco perché potrebbero essere la vera svolta della realtà aumentata.

Gli occhiali smart Ray-Ban Meta si sono rivelati un successo per Meta, e pare che Samsung e Apple abbiano preso nota: entrambe le aziende stanno infatti lavorando ai propri occhiali XR, rispettivamente per l'ecosistema Android e per quello Apple.
La prima anteprima dei nuovi occhiali Android XR è arrivata la scorsa settimana durante un intervento TED di Shahram Izadi, responsabile della realtà aumentata ed estesa di Google. Gli occhiali si presentano in un formato molto più compatto rispetto al visore XR su cui Google e Samsung stanno collaborando (conosciuto come Project Moohan), visibile su uno scaffale alle spalle del relatore per confronto.
Durante la dimostrazione, Izadi ha mostrato alcune funzionalità già operative: traduzione in tempo reale dal farsi all’inglese, scansione di un libro grazie alle fotocamere integrate, e una funzione chiamata “Memory” per ritrovare oggetti come le chiavi. Gli occhiali sono inoltre dotati di un display che permette di ricevere informazioni visivamente, e non solo tramite comandi vocali.
Secondo quanto riportato da The Korea Economic Daily, il prototipo mostrato recentemente sarebbe stato realizzato da Samsung nell’ambito della sua collaborazione con Google per lo sviluppo di dispositivi XR basati su Android, e il lancio ufficiale sarebbe previsto per il prossimo anno.
Come sempre, è bene prendere queste indiscrezioni con cautela, ma è interessante notare che circolano numerose voci sul possibile arrivo, già entro la fine di quest’anno, di una nuova versione degli occhiali Ray-Ban Meta dotata di display. In questo contesto, il debutto di un dispositivo XR targato Android potrebbe effettivamente seguire a breve distanza.
Considerando quanto il prototipo sembri già avanzato – in grado di svolgere numerose funzioni all’interno di un design compatto – è plausibile che Google e Samsung siano vicini alla realizzazione di un prodotto destinato al grande pubblico. L’unico dubbio resta il prezzo: l’auspicio è che non si avvicini a quello, piuttosto elevato, previsto per i nuovi occhiali Meta.
Cosa sta facendo Apple?
Secondo quanto riportato da Bloomberg (contenuto accessibile solo tramite abbonamento) e in particolare da Mark Gurman, Apple sarebbe fortemente impegnata nello sviluppo di un paio di occhiali AR leggeri. Fonti vicine ai piani dell’azienda sostengono che si tratti del progetto su cui Tim Cook starebbe concentrando la maggior parte delle sue attenzioni in ambito sviluppo prodotto.
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Tuttavia, sempre secondo Gurman, il lancio di questi occhiali sarebbe ancora distante. La visione di Apple è che una soluzione AR realmente completa non sia ancora tecnicamente realizzabile: per questo, l’azienda punterebbe prima a integrare funzionalità simili a quelle dei Ray-Ban Meta anche su altri suoi prodotti, come Apple Watch e AirPods, dotandoli di fotocamere supportate da intelligenza artificiale.
Alla luce delle attuali difficoltà di Apple nel portare l’IA su iPhone 16, è comprensibile che non voglia lanciarsi subito in un prodotto così ambizioso. Tuttavia, con i concorrenti come Samsung, Google e Meta pronti a entrare presto nel mercato degli smart glasses, l’azienda potrebbe rischiare di arrivare in ritardo.
C'è però un vantaggio che Apple potrebbe condividere con Google e che manca a Meta: il totale controllo sull’hardware e sul sistema operativo, un fattore cruciale per creare un'esperienza utente davvero integrata e coerente.
Strategia d'integrazione con lo smartphone
La parte più sorprendente del prototipo di Google è senza dubbio il design: il visore XR appare decisamente più sottile rispetto ad altri occhiali AR visti finora, come i Meta Orion o il kit per sviluppatori degli Spectacles di quinta generazione di Snap. Questo perché, secondo quanto spiegato da Shahram Izadi, Google sta sfruttando il suo vero punto di forza: lo smartphone Android.
"Questi occhiali funzionano in sinergia con lo smartphone", ha spiegato Izadi. "Trasmettono dati in entrambe le direzioni, il che consente di mantenere un design leggero, lasciando allo smartphone il compito di gestire le app."
Meta e Snap, non potendo contare su propri smartphone, puntano a far sì che gli utenti si affidino interamente a una piattaforma autonoma, gestita da loro, dove possono controllare direttamente le app e le esperienze offerte. Un controllo che manca quando si appoggiano a un sistema Android esterno.
Google, dal canto suo, sembra avere tutto l'interesse a mantenere al centro del proprio ecosistema il telefono, evitando che gli utenti lo abbandonino troppo in fretta.
Gli occhiali intelligenti di Google sono pensati per sfruttare la potenza di elaborazione dello smartphone, anziché integrare un chip avanzato direttamente nel dispositivo (anche se è probabile che abbiano comunque una minima capacità di elaborazione integrata per gestire display e fotocamere).
Questo approccio consente di eliminare parte dell’ingombro che un chipset più performante richiederebbe – come sistemi di raffreddamento complessi o batterie più grandi – permettendo così di ottenere un prodotto più sottile, senza rinunciare (almeno sulla carta) alle prestazioni.
Anche Apple potrebbe adottare una strategia simile, creando una connessione tra i suoi futuri occhiali AR e l’iPhone. Tuttavia, l’approccio più “neutrale” di Meta e Snap offre un vantaggio: i loro dispositivi non sono legati a un ecosistema specifico, il che significa che possono funzionare con qualunque smartphone, o persino in modo indipendente.
Se Google riuscirà a mantenere questa sinergia con gli smartphone, potremmo vedere sul mercato un dispositivo smart meno costoso rispetto alla concorrenza, proprio perché non necessita di tanti componenti interni. Per fare un paragone, gli occhiali XR di Meta dotati di display – secondo indiscrezioni – potrebbero costare fino a 1.400 dollari (circa 1.100 euro).
Per ora non resta che attendere, ma i visori intelligenti di Google e Samsung sembrano molto promettenti. Se il lancio è davvero previsto per il 2026, l’attesa potrebbe valerne la pena.
Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.