Google Gemini è diventato un Maestro Pokémon

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(Immagine:: Nintendo)

Gemini AI di Google forse non ha ancora superato il test di Turing, ma avrebbe sicuramente fatto colpo tra i compagni di scuola degli anni ’90 dopo aver trionfato in una partita di Pokémon Blu. Il modello Gemini 2.5 Pro, il più potente mai realizzato da Google, è diventato anche un Campione Pokémon grazie a una diretta su Twitch intitolata “Gemini Plays Pokémon”, organizzata da Joel Z, un ingegnere che non lavora per Google.

Anche Sundar Pichai, CEO dell’azienda, ha voluto partecipare all’entusiasmo condividendo su X un estratto della vittoria.

Ci si potrebbe chiedere come mai un’intelligenza artificiale che riesce a completare un videogioco degli anni ’90 abbia suscitato tanto clamore. Il motivo non è solo lo spettacolo in sé, ma anche la competizione tra modelli IA. A febbraio, Anthropic aveva mostrato i progressi del suo Claude nel tentativo di completare Pokémon Rosso, utilizzando il gioco per evidenziare le capacità di pianificazione a lungo termine e l’addestramento come agente, dando il via alla diretta Twitch “Claude Plays Pokémon”, che ha ispirato lo stesso Joel Z.

Prima di proclamare Gemini il vero erede di Ash Ketchum, però, è giusto fare alcune precisazioni. Claude, ad esempio, non ha ancora concluso la sua partita a Pokémon Rosso, ma ciò non significa che Gemini sia superiore: i due progetti si basano su meccanismi diversi, noti come “agent harness”. In sostanza, i modelli non interagiscono direttamente con il gioco come farebbe un giocatore con un pad. Ricevono schermate del gioco con informazioni sovrapposte e vengono istruiti a indicare la prossima azione migliore. Quel comando viene poi tradotto in una pressione di tasto nel gioco.

Inoltre, Gemini non ha fatto tutto in completa autonomia. Joel ha ammesso di essere intervenuto in alcune occasioni per migliorare i ragionamenti del modello, anche se con l’intento di potenziarne la capacità decisionale. Ha anche dichiarato di voler continuare a lavorare al progetto “Gemini Plays Pokémon” per apportare ulteriori migliorie.

Pokémon IA

Pokemon Gemini AI

(Image credit: Sundar Pichai/X)

Ciò che rende tutto questo più di una semplice curiosità da social è ciò che suggerisce sul futuro dell’intelligenza artificiale. Giocare a un titolo come Pokémon Blu non richiede riflessi fulminei né padronanza assoluta dei comandi. Serve pianificazione a lungo termine, capacità di reagire all’imprevisto e gestione di situazioni poco chiare: tutte competenze in cui l’IA tende ancora a zoppicare. Il fatto che Gemini sia riuscito a portare a termine l’avventura - quasi senza interventi - indica progressi concreti nella gestione strategica su tempi estesi.

È anche uno di quei risultati che chiunque può comprendere senza difficoltà. Vedere l’IA vagare confusa per Lavandonia o interpretare male una mossa in battaglia rende chiaro cosa sta facendo, permettendo un confronto immediato con le proprie decisioni da giocatore. Naturalmente, è bene non esagerare con le conclusioni: se è vero che un’IA ha completato un gioco che molti hanno finito alle scuole medie, è altrettanto evidente quanto lavoro umano sia ancora necessario per farla apparire indipendente.

Alla fine, non è importante stabilire se Claude o Gemini siano i veri Maestri Pokémon. Il punto è che queste esperienze mostrano un nuovo potenziale dell’IA. Far vedere che non si limita a fare calcoli o scrivere email promozionali potrebbe cambiare la percezione collettiva di cosa possa davvero fare, anche con un po’ di supporto. E se affrontare ambienti imprevedibili partisse proprio da una lotta con Mewtwo, potremmo trovarci davanti a qualcosa di ben più significativo. O almeno, decisamente più utile.

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Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.