Recensione Google Pixel Buds (2020)

Dovremo ancora aspettare per l'equivalente degli Air Pods per Android

Google Pixel Buds 2020
(Image: © Future)

TechRadar Verdetto

I nuovi auricolari true wireless Google Pixel Buds (2020) portano degli importanti aggiornamenti rispetto al modello precedente. Grazie all’assistente Google sempre attivo, l’esperienza d’uso è nettamente migliorata ma la mancanza della cancellazione attiva del rumore in questa fascia di prezzo ci ha un po’ delusi e anche la qualità del suono non ci ha colpiti particolarmente.

Pro

  • +

    Assistente Google sempre attivo

  • +

    Traduzione simultanea della lingua

  • +

    Riproduzione e pausa automatiche

  • +

    Vestibilità discreta e design elegante

Contro

  • -

    Risposta del suono faticosa ed aggressiva

  • -

    Frequenze basse ridotte

  • -

    Manca la cancellazione attiva del rumore

  • -

    Durata della batteria mediocre

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I nuovi Pixel Buds di Google potrebbero sembrare una copia degli ultimi modelli Samsung e Apple ma in realtà portano alcune nuove funzionalità come l’Assistente Google sempre attivo, nello stesso modo in cui è riuscita a fare Apple con gli Air Pods Pro.

Potrebbe sembrare solo una piccola miglioria ma fino ad ora i dispositivi Android non avevano la possibilità di poter usufruire in qualsiasi momento dell’assistente vocale al contrario dei dispositivi di Cupertino. Nel corso degli anni sono stati presentati alcuni auricolari true wireless veramente eccellenti come gli incredibili Sony WF-1000XM3 che son riusciti a soddisfare tantissimi clienti, ma che non sono riusciti a garantire un’integrazione totale con il sistema Android.

I nuovi Pixel Buds (2020) di Google hanno raggiunto l’obiettivo. Come per la controparte Apple, nel momento in cui si aprirà la custodia vicino ad un dispositivo sarà possibile effettuare la connessione bluetooth istantanea a patto di aver effettuato prima l’accoppiamento.

Grazie all’implementazione dell’assistente Google sarà possibile parlare e fornire delle informazioni in qualsiasi momento semplicemente pronunciando le parole di riattivazione, come si fa con il proprio smartphone o come Google Home.

A differenza del prodotto Apple, i Google Buds permettono di eseguire una traduzione simultanea fino a quando è presente una connessione ad internet stabile, una caratteristica molto interessante per coloro che viaggiano continuamente e hanno necessità di capire lingue che purtroppo non conoscono e hanno bisogno di comunicare in modo semplice e veloce.

I Google Pixel Buds offrono una compatibilità decisamente migliore con i dispositivi Android ma non offrono nessun tipo di cancellazione attiva del rumore a differenza degli auricolari di Sony e Samsung. Anche la batteria risulta leggermente sottotono rispetto ai prodotti rivali soprattutto se si prende in considerazione la differenza di prezzo.

La qualità sonora non risulta eccelsa. Dopo alcune ore di ascolto non siamo rimasti molto soddisfatti dato che risultano tra le cuffie true wireless con la qualità audio più scarsa e sottotono che abbiamo testato finora nel 2020.

I nuovi Google Buds sono un miscuglio di più tecnologie attuali e degli anni precedenti, ma questo non significa che siano un prodotto di scarsa qualità. Si presentano come un ottimo aggiornamento rispetto al modello precedente fornendo un’accoppiata perfetta con i nuovi Google Pixel.

Google Pixel Buds

(Image credit: Future)

Prezzo e data di uscita

Google Pixel Buds sono disponibili sul mercato da lunedì 27 aprile 2020 in quattro colorazioni: Oh So Orange (arancione), Clearly White (bianco), Quite Mint (verde menta) e Almost Black (nero). Gli auricolari costano circa €165, ma stiamo ancora aspettando i prezzi ufficiali dato che per l’acquisto bisogna prenotarsi in una lista d’attesa.

A parità di prezzo i Google Pixel Buds risultano più costosi rispetto al modello base di casa Apple, ovvero gli Air Pods di seconda generazione senza la custodia di ricarica wireless, mentre risultano più economiche di circa €20 rispetto al modello con ricarica ad induzione.

Risparmiando circa €50 è possibile acquistare sia i Samsung Galaxy Buds Plus che offrono una batteria interna da ben 12 ore e altrettante grazie alla custodia di ricarica, sia i Sony WF-XB700 che offrono una resa acustica decisamente migliore con dei bassi corposi e una qualità complessiva davvero ottima.

Se si è disposti a spendere €50 in più, è possibile acquistare i Sony WF-1000XM3 con cancellazione del rumore attiva, una caratteristica importante per chi viaggia con molta frequenza per lavoro e per piacere e ritiene indispensabile questa funzione che purtroppo non è disponibile nei Google Pixel Buds.

Google Pixel Buds

(Image credit: Future)

Design

La differenza sostanziale tra il nuovo e il vecchio modello dei Google Pixel Buds è proprio l’assenza del cavo. Il nuovo modello è infatti true wireless e segue le tendenze che ormai da qualche anno il mercato sta imponendo al mondo degli auricolari.

La custodia è stata progettata completamente da zero e si presenta con una forma ad uovo decisamente più ergonomica sia in mano che in tasca. Il nuovo design è molto minimale e permette l’apertura della custodia con un solo dito grazie al coperchio a scatto che produce un suono e un feedback molto soddisfacenti. La custodia ha inoltre una sola porta USB di tipo C sul fondo della scocca e un led per lo stato di ricarica della batteria.

All'interno della confezione di vendita, Google include diversi set di gommini per gli auricolari e un cavo di ricarica abbastanza lungo, entrambi molto apprezzati. Molto probabilmente avrete bisogno di cambiare i gommini dato che la misura media montata di serie risulta decisamente più grande del normale e non permette agli auricolari di aderire bene all’orecchio.

Per aumentare la superficie di contatto sul padiglione auricolare Google ha inserito due piccole alette nella parte posteriore dell’auricolare in modo da avere una presa più salda ma che per molti potrebbe risultare decisamente scomoda. Queste alette vengono utilizzate tendenzialmente in tutti gli auricolari destinati agli sportivi poiché devono resistere a grosse sollecitazioni, se Google avesse voluto creare degli auricolari improntati maggiormente allo sport ci saremmo aspettati delle alette esterne come quelle delle PowerBeats che accerchiano tutto l’orecchio in modo più saldo, comodo e meno invasivo.

La vera mancanza in questi Google Pixel Buds resta la riduzione attiva del rumore, una caratteristica oramai indispensabile specialmente in questa fascia di prezzo.

Siamo rimasti perplessi dalla resa generale, anche perché la riduzione passiva risulta comunque molto bassa e non permette di compensare almeno in parte la mancanza dell’ANC.

Per compensare la mancanza di un sistema di riduzione del rumore attivo, i Pixel Buds sono in grado di regolare automaticamente il volume in base al rumore esterno che viene percepito dai microfoni: non è un vero sistema di soppressione dei suoni ambientali però è meglio di niente.  Inoltre la traccia musicale corrente viene messa in pausa nel caso in cui si tolga un auricolare dall’orecchio.

La gestione automatica del volume non si è rivelata così interessante, mentre la riproduzione automatica è stata un’ottima implementazione che migliora anche la durata della batteria e rende ancora più smart i Pixel Buds.

Google Pixel Buds

(Image credit: Future)

Caratteristiche

Durante i nostri test abbiamo riscontrato qualche lacuna e  pecca costruttiva, però in definitiva i Pixel Buds 2020 si interfacciano benissimo con il sistema Android permettendo all’utente di godere di un’ottima esperienza d’uso anche grazie al fatto che l’Assistente Google è sempre attivo e permette di poter gestire tutti i vari dispositivi in modo molto semplice, compresa la domotica di casa con Google Home anche quando vi trovate dall’altra parte del mondo.

Una caratteristica che giustifica l’acquisto dei Buds è il nuovo tradurre istantaneo, i Pixel Buds infatti sono il primo auricolare bluetooth con la possibilità di integrarsi perfettamente con Google Translate garantendo all’utente la possibilità di sentire la traduzione in tempo reale.

Il funzionamento è molto semplice, dopo aver chiamato l’assistente Google e aver detto "OK Google, sii il mio traduttore tedesco", lo smartphone avvia l’app di Google translate. L’utente in seguito dovrà tenere premuto l’auricolare sinistro mentre parla nella sua lingua madre e la traduzione verrà riprodotta negli altoparlanti del dispositivo, mentre per tradurre un’altra lingua basterà attivare l’acquisizione vocale dall’applicazione e verrà riprodotta automaticamente nei Google Buds nella la lingua richiesta.

Questa funzione è perfetta per tutti coloro che viaggiano tanto e non hanno molta dimestichezza con le lingue soprattutto se sono anche timidi. L’unico problema è che non si può parlare con più di una persona alla volta a meno che non si scaricano i vari language pack (circa 45 MB ciascuno), ma sarà necessario essere connessi ad una rete Wi-Fi.

I Google Pixel Buds hanno la possibilità di leggere le notifiche del dispositivo grazie alla funzione dettato, molto interessante nel caso l’utente stia guidando o non possa utilizzare il telefono in quel momento. Non funziona ancora in modo eccellente però dopo qualche aggiornamento sarà un’ottima caratteristica.

Prestazioni

Bassi corposi, suono dettagliato, qualità eccezionale: sono tutte qualità che purtroppo mancano a questi Google Pixel Buds. La loro equalizzazione tende verso i medi e gli alti non garantendo un immersività così alta come ci saremmo aspettati, anche se il volume risulta abbastanza alto e rende piacevole l’ascolto di brani hard rock o punk, ma non sono adatte per tutti coloro che ogni giorno ascoltano EDM, jazz, rap o r'n'b.

L’audio è brillante ma risulta anche fastidioso durante l’ascolto, la mancanza di toni bassi non permette l’utilizzo prolungato e a molte persone può dar fastidio Inoltre non si ha nessuna possibilità di equalizzare manualmente il suono, quindi si è costretti ad utilizzarle come Google li ha creati… pessima scelta soprattutto per degli auricolari di questa fascia di prezzo

Come per la musica anche per i video ci sono stati dei problemi, su Youtube si sono comportati abbastanza bene, mentre su Netflix mancava tutta la parte delle frequenze basse e non era possibile godersi un film d’azione.

Durante alcuni test per delle videochiamate abbiamo riscontrato dei problemi con Facebook Messenger, capitava spesso che ogni singola parola fosse distorta e con un suono gracchiante e bastava anche solo toccare l'auricolare e l’altro interlocutore non capiva più niente. Errori non da poco che potrebbero essere stati migliorati a livello software che sicuramente non permettono ai Google Pixel Buds di aggiudicarsi un posto nella lista come migliori auricolari per chiamate e videochiamate.

Google Pixel Buds

(Image credit: Future)

Per quanto riguarda la durata della batteria e la sua gestione, i Google Pixel Buds rispettano egregiamente i dati dichiarati garantendo tre ore di ascolto in mobilità e ben 24 ore extra se si utilizza la custodia per la ricarica. Abbiamo avuto modo di verificare e confrontare i dati forniti dalla casa e si sono rivelati estremamente veritieri.

La loro durata complessiva non è molto elevata anzi è ben sotto la media e non permette l’utilizzo per un intero volo di linea Roma-New York dato che sarà necessario ricaricarli almeno una volta con una durata di circa 15/20 minuti. La durata della batteria con la custodia è in linea con i modelli rivali di Apple, Samsung e Sony e gode anche della ricarica wireless non presente in tutti i modelli della concorrenza.

I Google Pixel Buds sono dotati di certificazione IPX4 che garantisce la protezione dall’acqua durante un acquazzone, dal sudore se le si utilizza in palestra ma non ne consigliamo l’utilizzo in spiaggia e in luoghi molto impolverati e sporchi poichè la certificazione garantisce solo la protezione da spruzzi d’acqua e non dalla polvere.

Verdetto finale

È innegabile il fatto che Google Pixel Buds 2020 siano un netto miglioramento rispetto al modello precedente, le funzionalità che sono state introdotte sono decisamente interessanti e si nota come Google abbia prestato molta attenzione ai dettagli e a tutto i clienti che cercano una facilità d’uso.

Il prezzo non giustifica l’assenza della cancellazione del rumore e di una bassa qualità sonora, anzi non capiamo perché non siano presenti dato che i rivali anche meno costosi ne sono dotati. Vi consigliamo di controllare i vari prodotti delle altre aziende in modo da trovare quello che fa più al caso vostro.

Per quanto apprezziamo le funzionalità dei Google Pixel Buds per i proprietari di Pixel, la qualità audio è tutt'altro che perfetta, la durata della batteria inferiore rispetto alla media e la vestibilità scomoda: tutto questo ci impedisce di consigliarvi l’acquisto senza pensarci due volte.

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Nick Pino

Nick Pino is Managing Editor, TV and AV for TechRadar's sister site, Tom's Guide. Previously, he was the Senior Editor of Home Entertainment at TechRadar, covering TVs, headphones, speakers, video games, VR and streaming devices. He's also written for GamesRadar+, Official Xbox Magazine, PC Gamer and other outlets over the last decade, and he has a degree in computer science he's not using if anyone wants it.