Zoom: la Germania vieta di usare l'app di videoconferenza
La privacy e la sicurezza degli utenti prima di tutto
Il governo tedesco ha imposto il divieto di utilizzare la piattaforma di videoconferenza Zoom, in seguito all’insorgere di dubbi relativi alla privacy e alla sicurezza degli utenti.
Gli stessi membri del ministero degli Esteri tedesco dovranno osservare delle limitazioni nell’utilizzo del software Zoom, dopo che il governo ha emesso un warning in merito ai rischi derivanti dall’uso di tale servizio.
A causa del lockdown imposto dalla pandemia di coronavirus, Zoom e altre app di videoconferenza hanno subito un’impennata nel numero di utenti attivi. Tuttavia la società non sta attraversando un periodo facile a causa dello scoppio del cosiddetto Zoombombing, un fenomeno che vede diverse persone cercare di accedere a sessioni pubbliche e, a volte, anche private per inoltrare messaggi minacciosi e offensivi; ciò ha contribuito a portare a galla diversi problemi legati a fattori di sicurezza troppo blandi e a violazioni della privacy.
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Il quotidiano tedesco Handelsblatt sostiene che: "Sulla base dei resoconti dei media e dei nostri risultati, abbiamo concluso che il software Zoom presenta debolezze critiche e gravi problemi di sicurezza e protezione dei dati".
L’articolo prosegue affermando che un divieto completo dell’utilizzo di Zoom sarebbe stato molto complesso da mettere in pratica, poiché diversi partner internazionali del ministero teutonico sono soliti fare ampio uso della piattaforma di videoconferenza.
Dunque, l’utilizzo di Zoom sui dispositivi privati per fini commerciali "è consentito a causa della crisi, in quanto ciò è essenziale per l'adempimento dei compiti". Tale decisione prevede un tasso di rischio molto elevato, poiché dati top secret potrebbero finire nelle mani sbagliate.
Anche Google vieta Zoom
Il gigante dell'informatica ha citato le preoccupazioni in materia di sicurezza e privacy come motivo del divieto, che si applicherà a tutti i membri del team di lavoro di Google.
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"Di recente, il nostro team di sicurezza ha informato i dipendenti che utilizzano Zoom Desktop Client che non funzionerà più sui computer aziendali in quanto non soddisfa i nostri standard di sicurezza", ha dichiarato il portavoce di Google Jose Castaneda in un’intervista rilasciata al sito Reuters.
Tuttavia non si tratta di un divieto a 360 gradi, poiché Castaneda ha aggiunto che Google consentirà comunque l'utilizzo della piattaforma tramite app e browser mobili.
Vi ricordiamo che l’offerta G Suite di Google, dedicata agli strumenti per la produttività, include il servizio di videochiamata e conferenza Meet.
Zoom... sul resto del mondo
La decisione di vietare l’utilizzo di Zoom segue a ruota l’annuncio del governo di Taiwan di imporre il ban del servizio di videoconferenza a causa di una serie di problemi legati a fattori di sicurezza e privacy, sostenendo che le alternative offerte dai concorrenti Microsoft e Google siano più sicure.
La Cina non riconosce Taiwan come stato indipendente e, dunque, la trasmissione di dati ufficiali taiwanesi su canali cinesi è considerata una grave minaccia alla privacy dell’intera nazione.
Una nota pubblicata dal Dipartimento di Cyber
Security taiwanese afferma che, nel caso si riveli strettamente necessario l’utilizzo di software prodotto al di fuori dei confini di Taiwan per intrattenere relazioni internazionali o altre situazioni speciali, è consigliabile rivolgersi ai “giganti globali della comunicazione, come Google e Microsoft, che offrono tale tecnologia gratuitamente a causa dell’attuale pandemia."
"Le organizzazioni dovrebbero prendere in considerazione queste opzioni dopo aver valutato i rischi associati alla sicurezza dei dati", prosegue la nota.
Il numero di utenti che utilizzano Zoom è cresciuto vertiginosamente nel mese di marzo, toccando una quota di 200 milioni di iscritti, con l’azienda costantemente al lavoro per tenere sotto controllo tale picco di utilizzo. In questa fase di concitazione, Zoom ha ammesso di aver instradato erroneamente i dati attraverso i server cinesi, ma ha chiarito di aver smesso di utilizzare tali server per gli utenti al di fuori dei confini della Cina.
Le preoccupazioni a livello mondiale nei confronti di Zoom sono state alimentate anche da altri fattori, come i dati emersi sulle conversazioni end-to-end non crittografate, le intercettazioni ad opera di diversi hacker, i registri delle attività delle videoconferenze disponibili pubblicamente online e il dirottamento delle conversazioni da parte di ospiti indesiderati.
Negli Stati Uniti diverse scuole hanno abbandonato l’utilizzo di Zoom per effettuare lezioni in remoto, in favore di Microsoft Teams. Anche l’azienda aerospaziale statunitense SpaceX, di proprietà di Elon Musk, ha vietato l'utilizzo di Zoom da parte dei propri impiegati, mentre l'agenzia di sorveglianza elettronica canadese ritiene che la piattaforma non rispetti gli standard per "qualsiasi discussione governativa che richieda comunicazioni sicure".
La scorsa settimana, il CEO di Zoom Eric Yuan si è scusato per gli inconvenienti emersi e ha annunciato che la società smetterà di lavorare su nuove funzionalità per concentrarsi sul miglioramento della sicurezza della piattaforma.
In seguito a questi incidenti di percorso, il valore di mercato di Zoom è calato di un terzo rispetto al picco massimo di fine marzo e le azioni hanno subito un ribasso dell’1% secondo l’indice di mercato Nasdaq.
Valerio Del Vecchio is an Editor at TechRadar.