Urlare contro al televisore per saltare gli spot, il brevetto c'è
Basta urlare: "Cialis!".
Immaginate di essere intrappolati in un inferno di pubblicità dove l'unica via di fuga è la vostra voce. Chi potrebbe mai inventare una cosa del genere?
Secondo un tweet che è stato visualizzato oltre 18 milioni di volte, questa è stata la brillante idea di Sony, ma è una cosa che prima di fa rizzare i capelli in testa, ma poi ti fa dire aspetta un attimo, ci sarà di più sicuramente. Su Twitter infatti non si è visto un brevetto completo, ma solo di un'illustrazione di un brevetto che mostra una persona seduta su un divano che guarda un programma televisivo in cui una persona spara a un'altra (strano che un brevetto contenga una violenza così inutile).
Sullo schermo appare una pubblicità di McDonald's rappresentata, naturalmente, da un hamburger gigante con il messaggio: "Dite 'McDonald's' per terminare la pubblicità". Il telespettatore salta entusiasta in piedi e grida "McDonald's", per poi tornare al suo spettacolo. Sembra proprio che lo spettatore possa mettere fine allo spot con la propria voce, pronunciando una specie di parola magica.
Ma non è tutto qui.
Sony owns a patent that would force viewers to exclaim the brand name during commercials to end them. pic.twitter.com/DC3rcKvzlLJanuary 9, 2023
La totale mancanza di contesto intorno al tweet e al disegno del brevetto mi ha incuriosito. Da dove veniva questa immagine? Avendo esaminato centinaia di brevetti nel corso degli anni, ero convinto che si trattasse di un un vero brevetto.
Ho deciso di indagare se si trattasse di un brevetto vero e proprio. Non è così facile. Secondo i miei amici dell'Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti, esistono più di 11,5 milioni di brevetti (senza contare quelli persi in un incendio nel 1836).
L'Ufficio Brevetti degli Stati Uniti dispone di un motore di ricerca, ma non sempre è facile trovare ciò che serve. Ho provato a cercare "Sony" e "Commercials" ma non ho trovato nulla che assomigliasse a questo brevetto o a questa immagine.
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Sono passato a Google e ho cercato "sony end commercials brand name". Il primo risultato è stato il famoso tweet. Grazie, Google. Scorrendo verso il basso, però, ho notato articoli del 2014 e del 2013. Tutti evidenziavano la stessa immagine e offrivano la stessa mancanza di contesto. Su Reddit, un post dedicato all'immagine è stato rimosso dai moderatori perché "privo di prove/fonte". Nessuno sembrava sapere dove trovare il brevetto originale.
Tuttavia, è emerso che esiste una prova e una fonte, e l'ho trovata su Google Patents. L'immagine, spesso condivisa, è solo una delle 21 illustrazioni del brevetto n. US8246454B2, "System for converting television commercials into interactive networked video games", dell'inventore Gary M Zalewiski.
Sony ha richiesto il brevetto nel 2009. La domanda è stata accolta nell'agosto 2021.
Il brevetto non si propone, apparentemente, di intrappolare i consumatori in un inferno commerciale finché non saltano in piedi e urlano il nome di un marchio. Ecco una parte dell'abstract:
"In un metodo, uno spot pubblicitario trasmesso o in streaming è accompagnato da un segmento interattivo. Un lettore multimediale accoppiato alla fonte multimediale trasmessa o in streaming identifica l'esistenza del segmento interattivo e presenta all'utente un mini-gioco pubblicitario migliorato e interattivo, che può essere giocato con altri "spettatori" di una fascia demografica comune o variegata."
In base alla descrizione e alle immagini, questo brevetto riguarda spot pubblicitari interattivi e attivabili. Potrebbero, magari, contenere dei giochi, o permettere di ordinare direttamente il prodotto. In un'illustrazione, il sistema mostra un televisore collegato a un "Media Streaming Computer" e a una PlayStation (sembrava una PS3). La console di gioco si connette a un servizio commerciale interattivo, che comunica direttamente con gli inserzionisti o con le reti televisivi. Vista l'età del brevetto, è divertente che all'epoca si citi MySpace tra le possibili reti.
Ogni illustrazione principale o "Figura", come viene chiamata nei brevetti, è accompagnata da una piccola didascalia. Ecco come viene descritta l'immagine chiave.
"La FIG. 9 illustra un utente che interagisce verbalmente con una pubblicità".
Non è molto, in effetti.
La descrizione più dettagliata del brevetto, tuttavia, chiarisce esattamente cosa sta accadendo in quell'illustrazione, ed è ancora più strano di quanto pensassi.
Non mettiamo qui l'intera descrizione perché è troppo lunga e chiaramente scritta da qualcuno che non è interessato a una prosa elegante. Invece, elenchiamo i passaggi più importanti:
- Qualcuno sta guardando un film
- La barra di avanzamento del film mostra che sta per arrivare un'interruzione pubblicitaria (pensate ad esempio all'abbonamento Netflix con pubblicità).
- Lo spot inizia
- È interattivo e attiva la visualizzazione sullo schermo di "Dite McDonald's per terminare lo spot pubblicitario".
- Lo spettatore dice "McDonald's (non sapremo mai perché ha scelto di saltare in piedi e alzare le braccia).
- Le parole dello spettatore vengono catturate da un microfono posto sul televisore.
- Il riconoscimento vocale legge la risposta
- Il sistema salta il resto della pubblicità
- Lo spettatore riprende a guardare lo spettacolo
- Lo spettatore potrebbe ricevere un premio o un buono dallo sponsor pubblicitario: ad esempio, McDonald's.
L'unica novità è che non si tratta tanto di intrappolare qualcuno in un ciclo infinito di spot, quanto di innescare il coinvolgimento dell'utente con la promessa di una possibile ricompensa. Sarebbe divertente avere le case piene di persone che urlano marchi come "Cialis!" o "Nestle!" o cose del genere, solo per terminare più rapidamente uno spot.
L'idea è (era) creare un sistema di incentivi, che da una parte di permette di mettere fine al fastidio degli spot, e dall'altra ti invita a prendervi parte. C'è qualcosa di geniale e qualcosa di inquietante nello scenario che ne emerge, uno scenario che sembra una specie di ibrido tra l'immaginario di Cory Doctorow e quello di Aldous Huxley.
Chissà se Sony tenterà mai di realizzare un televisore con questa tecnologia. Per ora, abbiamo chiesto ulteriori dettagli all'azienda ma non ci hanno ancora risposta.
Ho inviato delle richieste sia a Sony che all'inventore per saperne di più sullo stato di questo brevetto. Se riceverò risposta, aggiornerò questa storia.
Riguardo a questa storia, la lezione che possiamo trarne è che ogni tanto una storia divertente ci può strappare un sorriso o magari una risata, ma è bene ricordare che raramente, se non mai, i meme l'intera storia.
Valerio Porcu è Redattore Capo e Project Manager di Techradar Italia. È da sempre ossessionato dai gadget e dagli oggetti tecnologici che cambiano la nostra vita quotidiana, e dai primi anni 2000 ha deciso di raccontarla. Oggi è un giornalista con anni di esperienza nel settore tecnologico, e ha ancora la voglia di trovare le chiavi di lettura giuste, per capire davvero in che modo la tecnologia può rendere migliore la nostra vita quotidiana.
- Lance UlanoffEditor At Large