Smartphone rugged, cosa sono e a chi servono veramente?

Smartphone Rugged
(Immagine:: Doogee)

Nonostante siano sempre più popolari tra alcune tipologie di utenti, gli smartphone rugged rimangono tuttora dispositivi di nicchia. 

Questi telefoni "corazzati" possiedono delle caratteristiche uniche che li differenziano dai classici smartphone, come una maggiore resistenza a urti e cadute, un livello di impermeabilità avanzato, batterie molto capienti e una serie di strumenti pensati per il lavoro come sensori di rilevamento termico, altimetri e molto altro.

Di contro, scegliendo uno smartphone rugged si deve rinunciare a fotocamere di ultima generazione e display AMOLED da 120Hz, oltre che al fattore compattezza. Questi dispositivi sono concepiti per resistere a condizioni climatiche e utilizzi estremi, e per raggiungere determinati standard devono scendere a compromessi in alcuni frangenti.

Del resto chi acquista uno smartphone rugged sa cosa sta cercando, e il pubblico interessato a questa categoria di dispositivi, spesso, opera in ambito tecnico o pratica sport all’aperto, come ad esempio l’arrampicata, dove uno smartphone resistente, con una buona autonomia e un altimetro può di certo tornare più utile di uno smartphone tradizionale.

Con il passare del tempo sempre più modelli rugged vengono equipaggiati con processori avanzati, fotocamere di buon livello e altre specifiche degne dei migliori smartphone, pur conservando le loro caratteristiche di resistenza. 

Per questo motivo molti produttori propongono versioni ruggerizzate dei propri smartphone ed esistono numerosi brand specializzati che stanno investendo molto nello sviluppo dei loro prodotti rugged.

In questo articolo cercheremo di capire quali sono le caratteristiche che rendono unici gli smartphone rugged e a quali categorie di utenti sono rivolti.

Cos’è uno smartphone rugged?

Il termine rugged vuol dire letteralmente “robusto”, e sta a indicare la caratteristica principale degli smartphone che appartengono a questa categoria. Nella gran parte dei casi questi telefoni dispongono di certificazioni come lo standard di resistenza IP68, ma cerchiamo di capire cosa comporta.

Questa sigla è caratterizzata da due numeri, 6 e 8, il primo dei quali indica il massimo livello di resistenza alla polvere, mentre il secondo indica la protezione da immersioni permanenti in acqua a una profondità massima di tre metri (per 60 minuti). 

I modelli più avanzati dispongono della certificazione IP69, che alla resistenza alle immersioni aggiunge la tolleranza a getti e schizzi d'acqua, mentre in quelli più datati troviamo lo standard IP67 che garantisce una totale protezione dalla polvere ma una ristretta tolleranza all’acqua. 

A questa certificazione, di norma, si aggiunge lo standard militare MIL-STD-810, che si ottiene sottoponendo il dispositivo a test estremi come esposizione a pioggia, umidità, altitudini estreme, accelerazione, infiltrazione, vibrazione da arma da fuoco, sabbia, atmosfere esplosive e via dicendo. 

Come si evince dal nome si tratta di una certificazione rilasciata in ambito militare e indica i dispositivi che possono essere utilizzati in questo ambito. Ovviamente la sua presenza negli smartphone rugged (sommata a IP68/69) indica un elevato grado di resistenza a qualsiasi tipo di situazione.

Smartphone Rugged

(Image credit: Blackview)

Ma uno smartphone rugged è un semplice smartphone “corazzato”? Non proprio. Questi telefoni dispongono di funzioni uniche che li distinguono dai loro classici corrispettivi e spesso li rendono unici nella loro categoria, dato che l’ampia gamma di accessori e particolarità dei singoli modelli non consente di unire tutte le caratteristiche in un unico smartphone.

Facciamo qualche esempio: esistono modelli rugged che dispongono di una fotocamera a infrarossi e un endoscopio, o altri (come Doogee S95 Pro) dotati di accelerometro, contapassi, barometro, bussola, giroscopio e di un tasto SOS fisico. Esistono persino modelli come l’ottimo BlackView BV9900E che, oltre alle funzioni appena descritte, possono contare su accessori unici come altimetro, termometro, sensore di umidità e persino di una funzione ECG per il controllo della frequenza cardiaca.

Spesso sono queste caratteristiche a definire la tipologia di utente al quale sono rivolti i diversi modelli e, pur essendoci funzioni comuni tra i rugged, ogni modello presenta delle peculiarità.

A chi serve uno smartphone rugged?

Ma a chi serve uno smartphone con una telecamera a infrarossi? E a cosa serve avere un endoscopio integrato, o un altimetro? Per un utente comune, queste funzioni, sono puramente accessorie e non ha alcun senso cercare uno smartphone che ne dispone. 

Tuttavia, per chi lavora in cantiere, si occupa di idraulica o di impianti elettrici, un sensore FLIR potrebbe fare la differenza, ad esempio, durante la ricerca di una perdita d’acqua. L’endoscopio, accessorio raro anche tra gli smartphone rugged, è uno strumento molto importante per chi fa lavori tecnici (come gli elettricisti) e ha bisogno di vedere cosa sta succedendo all’interno di intercapedini, crepe o aree alle quali è impossibile accedere fisicamente. 

Questi accessori, uniti a un alto grado di resistenza e a un’autonomia elevata, fanno degli smartphone rugged dei dispositivi ideali anche per chi lavora all'aperto e si trova spesso esposto a impatti e condizioni climatiche avverse.

Del resto, come detto in precedenza, ogni smartphone rugged ha il suo pubblico. Ci sono modelli come Doogee S95 Pro che, oltre ad avere specifiche di ottimo livello come la tripla fotocamera con sensore Sony e 8GB di RAM, dispongono di funzioni dedicate agli sport all’aperto. Tra le principali, oltre al contapassi e alla bussola, troviamo un tasto SOS dedicato che consente di chiamare soccorso in situazioni di emergenza. 

Questa funzione potrebbe sembrare inutile per un uso comune, ma lo è molto meno se si pensa a discipline come lo sci alpinismo e l’arrampicata, durante le quali può capitare di trovarsi in condizioni climatiche estreme o in situazioni di pericolo nelle quali si è impossibilitati a digitare il numero di soccorso. 

Smartphone rugged

(Image credit: Oukitel)

A queste situazioni di rischio o necessità si aggiungono altre occasioni in cui avere uno smartphone rugged può tornare utile. Chi pratica sport estremi come BMX, skateboard o downhill, per dirne alcuni, sa bene quanto sia angosciante dover sistemare il proprio smartphone nelle zone più recondite dello zaino per evitare che sbatta violentemente in caso di caduta.

Spesso, in particolare durante gli spostamenti, capita di usare gli smartphone per documentare il momento e condividerlo sui social, e con uno smartphone rugged, pur non avendo la stessa qualità video dei migliori smartphone per la fotografia, si possono effettuare riprese di buona qualità senza doversi preoccupare troppo di eventuali cadute. Non a caso molte delle migliori action cam dispongono di costruzioni rugged e vengono ampiamente utilizzate nei suddetti ambiti sportivi.

Perchè acquistare uno smartphone rugged?

In definitiva, ha senso considerare l’acquisto di uno smartphone rugged? La risposta è sicuramente sì, ma solo se ne avete davvero bisogno. Sacrificare aspetti come compattezza e qualità video/fotografica è giustificabile solo qualora abbiate una reale necessità di avere uno smartphone resistente a urti e fattori ambientali con funzioni dedicate alle vostre attività. 

D’altro canto, questi smartphone possono essere una manna dal cielo per chi da anni deve sostituire display rotti e batterie malfunzionanti a causa di cadute o esposizione a temperature proibitive, e i modelli più recenti vantano specifiche che fino a pochi anni fa erano presenti solo sugli smartphone di fascia alta, garantendo prestazioni di tutto rispetto anche nelle attività più comuni. 

In generale, gli smartphone rugged rappresentano un’ottima alternativa non solo per chi pratica sport o lavora all’aperto, ma anche per tutti coloro che sono in cerca di uno smartphone con un’autonomia elevata e un livello di resistenza avanzato, purché siano disposti a qualche rinuncia.

Marco Silvestri
Senior Editor

Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.