Musk / Twitter, dalla libertà di parola alla giungla il passo è breve

(Immagine:: Photo Illustration by Rafael Henrique/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)

Dopo un tira e molla che sembrava non finire più, l'acquisizione di Twitter da parte del miliardario americano Elon Musk è finalmente giunta al suo capitolo finale. 

In seguito alla firma dell'accordo da 44 miliardi di dollari, Musk si è insediato nella sede di Twitter e ha subito messo in chiaro la sua volontà di rivoluzionare il social mostrando l'uscita a quattro dei principali dirigenti dell'azienda.

Tra questi spuntano i nomi dell'amministratore delegato Parag Agrawal, del direttore finanziario Ned Segal, del capo delle politiche Vijaya Gadde e del consigliere generale Sean Edgett. Stando a quanto riportato da Bloomberg, Edgett è stato scortato fuori dalla sede centrale di Twitter. 

Probabilmente Musk è ancora arrabbiato per le conseguenze legali del suo dietrofront iniziale rispetto all'acquisizione di Twitter, avvenuto a più riprese all'inizio dell'anno.

Ma a conti fatti, cosa cambia per gli utenti Twitter? Beh, probabilmente molto. Da tempo si ipotizzava che l'assunzione del controllo di Twitter da parte di Musk avrebbe portato a grandi cambiamenti in termini di moderazione dei contenuti sulla piattaforma e, ora che Musk è al timone, la rivoluzione sembra imminente.

Stando alle dichiarazioni rilasciate dal fondatore di Tesla negli ultimi mesi, i cambiamenti dovrebbero andare ben oltre la moderazione e includere altre modifiche sostanziali che potrebbero cambiare definitivamente il volto di Twitter.

Ripercorriamo le tappe dell'acquisizione

Elon Musk on SNL

(Image credit: NBC)

Il passo iniziale di Musk verso l'acquisizione di Twitter è iniziato ancor prima di presentare l'offerta di acquisizione. Musk ha iniziato a comprare le azioni di Twitter all'inizio del 2022, diventando in breve tempo il primo azionista della società nella prima settimana di aprile. In seguito, nello stesso mese, sono spuntate le prime voci sull'accordo da 44 miliardi di dollari.

Quindici giorni dopo, a metà maggio, l'accordo tra Musk e Twitter si è bruscamente arenato. Il CEO di SpaceX affermava di aver avuto dei ripensamenti legati al fatto che su Twitter ci fosse un numero di account falsi e bot superiore a quello che gli era stato fatto credere. In sostanza il magnate si è sentito imbrogliato e ha deciso di interrompere l'acquisizione.

Twitter, non contenta, ha intentato una causa contro Musk nella speranza di far rispettare gli accordi presi.

L'azione legale è stata avviata di lì a poco, ma non ha dato grandi risultati. All'inizio di ottobre, Musk ha infine acconsentito a portare avanti l'accordo, a condizione che tutti i procedimenti legali venissero immediatamente sospesi.

L'ufficialità è arrivata solo ieri (27 ottobre), quando Musk ha twittato un filmato di se stesso mentre varcava le porte della sede Twitter tenendo in mano... un lavandino.

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Musk tra filantropia e pubblicità

Se dovessimo dare per buon le parole di Musk, l'acquisizione di Twitter sarebbe nient'altro che un'impresa filantropica. In una dichiarazione postata sul suo account Twitter, il magnate ha anticipato alcuni dei cambiamenti che intende apportare alla piattaforma social:

"Il motivo per cui ho acquistato Twitter sta nella sua importanza per il futuro della civiltà, ovvero la possibilità di avere una piazza digitale comune, dove un'ampia gamma di convinzioni possa essere discussa in modo sano, senza ricorrere alla violenza", ha scritto Musk. "Attualmente c'è il grande pericolo che i social media si dividano in camere dell'eco di estrema destra e di estrema sinistra che generano odio e dividono la nostra società" ... "È per questo che ho comprato Twitter. Non l'ho fatto perché era facile. Non l'ho fatto per fare più soldi. L'ho fatto per cercare di aiutare l'umanità, che amo".

Filantropia a parte, Musk ha parlato anche di modifiche strutturali ai processi pubblicitari della piattaforma. Con una frase piuttosto audace, il nuovo proprietario di Twitter ha affermato che vuole trasformare il social nella "piattaforma pubblicitaria più rispettata al mondo".

"Gli annunci poco pertinenti sono spam", ha scritto Musk. "Ma gli annunci altamente pertinenti sono contenuti!".

In un messaggio di testo emerso durante il processo legale tra Musk e Twitter, il noto podcaster Joe Rogan ha chiesto al fondatore di Tesla se avesse "intenzione di liberare Twitter dalla folla felice della censura?".

Musk ha effettivamente intenzione di "liberare" Twitter, ma probabilmente non nella direzione sperata. Il piano, per ora, sembra essere "più pubblicità e meno moderazione". Il nuovo boss di Twitter ha già dato il via alle operazioni togliendo di mezzo i principali dirigenti dell'azienda, e sembra intenzionato a mettere in pratica da subito la sua strategia pubblicitaria.

"Libertà": un concetto dalla forma mutevole

Guardando ai fatti sorgono diverse domande: come si può pensare che meno moderazione corrisponda a più libertà su un social invaso da haters, bot e generatori di fake news? Fare una sorta di "tana libera tutti" reintegrando gli account bannati per diffusione di notizie false e messaggi d'odio è davvero una forma di democrazia illuminata (ognuno deve poter dire la sua...) o serve semplicemente a generare un caos funzionale all'ascesa della piattaforma a suon di interazioni? Infine, come si può parlare di piattaforma "libera" e al contempo puntare da subito sulle pubblicità mirate, tanto da definirle contenuti?

Evidentemente ognuno ha la sua idea di libertà, e quella di Musk si discosta da quella di coloro che ogni giorno vengono tediati dagli annunci pubblicitari confezionati ad hoc che compaiono come funghi su siti e piattaforme social di ogni genere. Al contempo, aprire le "gabbie" e far partecipare tutti alla discussione, anche coloro che non rispettano le opinioni altrui, fanno disinformazione mirata e generano odio, è ben distante dal concetto di "libertà" per come lo intendo io e rischia di rivelarsi un'arma a doppio taglio.

Il tempo è galantuomo ed è sempre meglio aspettare che le cose succedano prima di dare un'opinione definitiva ma, al momento, la tanto millantata aria di libertà e cambiamento di cui parla Musk puzza molto di slogan.

Marco Silvestri
Senior Editor

Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.

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