Google risponde alle critiche di Brave e DuckDuckGo
Google non l'ha presa bene
Google ha risposto alle accuse di Brave e DuckDuckGo, che di recente hanno aggiornato i loro software per escludere le pagine AMP del noto motore di ricerca considerandole dannose per la privacy.
Nei giorni scorsi, le due aziende specializzate nell'ambito della privacy hanno annunciato di aver introdotto delle funzionalità che permettono di bypassare il framework AMP di Google. Questo sistema è accusato di mettere a repentaglio non solo la privacy degli utenti, ma anche l'economia generale del web.
Un rappresentante Google ha risposto alle critiche in questi termini:
“Queste accuse sono fuorvianti, confondono una serie diversi progetti e standard web e ripetono una serie di false affermazioni,"
Google AMP
Il framwork AMP (Accelerated Mobile Pages) contiene una versione alleggerita delle pagine web più popolari che vengono precaricate e servite dai server di Google.
Al momento del lancio avvenuto nel 2015, si credeva che il sistema AMP avrebbe spianato la strada a contenuti web complessi come video e animazioni, riducendo i tempi di caricamento e uniformandoli su tutte le piattaforme..
Tuttavia, tale schema è finito al centro delle critiche di editori e esperti di privacy, secondo i quali il framework AMP fornisce a Google un'enorme quantità di indicatori utili a migliorare le prestazioni dei suoi annunci pubblicitari, oltre a vincolare gli editori costringendoli a modificare i propri siti web per assecondare i parametri imposti dal motore di ricerca.
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Brave ha poi messo in dubbio la validità del sistema AMP dal punto di vista dell'utente finale, affermando che “il sistema AMP influenza negativamente le prestazioni e l'accessibilità", accusa che sembra aver dato particolarmente fastidio a Google.
"AMP è un framework open source nato da una collaborazione tra editori, aziende tecnologiche e Google per velocizzare il caricamento dei contenuti web - al momento della sua creazione, ci volevano in media 19 secondi per caricare una pagina web mobile su una connessione 3G" ci ha detto il portavoce di Google.
"Ancora oggi, il framework AMP continua a essere utile per i siti web e gli editori - soprattutto quelli senza grandi team di sviluppo - consentendo di creare facilmente siti web con prestazioni elevate".
Il dibattito sul framework AMP non è destinato a risolversi a breve, e Google sta già lavorando su un aggiornamento conosciuto come AMP 2.0.
Stando all'opinione di Brave, questo aggiornamento potrebbe essere “persino peggiore”, portando a una “maggiore dipendenza del web dai server Google e limitando ulteriormente il controllo degli utenti sull'interazione con i contenuti”.
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Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.
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