The Last of Us non sbaglia un colpo, anche distaccandosi dal videogioco
L'adattamento di un videogioco per il piccolo schermo presenta sfide particolari
Sotto molti aspetti, The Last of Us si attiene rigorosamente alla storia originale: una scelta intelligente, ma anche perfettamente logica, visto quanto è cinematografico il gioco da cui è tratta la serie.
Le similitudini tra la serie TV e il bellissimo gioco survival di Naughty Dog sono state curate nei minimi dettagli, e sono uno dei motivi per cui in molti non hanno esitato a definire The Last of Us il miglior adattamento di un videogioco mai realizzato. Eppure, è proprio allontanandosi dalla trama per raccontare la nuova versione di una storia secondaria nel terzo episodio che la serie ha dato il meglio di sè (finora).
La puntata si intitola "Long Long Time" e introduce Bill e Frank, due dei personaggi secondari più memorabili di The Last of Us. Raggiunge un livello di profondità tale da far quasi sembrare che si parli di due persone diverse rispetto alla rappresentazione nel videogioco, pur mantenendo una fedeltà spirituale alla storia originale. Un mix che rende questo episodio a dir poco magico.
Dopo essersi concentrata principalmente su Joel ed Ellie nei primi due episodi, The Last of Us cambia rotta nella terza puntata e fa un salto nel passato per raccontare la storia di Bill e Frank. Bill, interpretato da Nick Offerman, è un eccentrico survivalista pieno di idee paranoiche che è riuscito a prendere il controllo di parte di una città e costruirsi un fortino a misura d'uomo.
Nei primi giorni di pandemia, quando ancora non si capiva bene cosa stesse succedendo, tantissimi civili non infetti persero la vita quando il governo americano iniziò a radunarli e giustiziarli in massa nel tentativo di contenere la diffusione del virus.
Mentre i suoi vicini venivano inconsapevolmente portati verso il loro mesto destino, Frank si assicurò di rimanere nascosto fino a quando non fu assolutamente certo che l'intera zona fosse completamente deserta e pronta per essere convertita in un complesso fortificato. Da persona antisociale quale è, l'idea di trascorrere il resto dei suoi giorni da autosufficiente e in solitudine gli piaceva molto (chi ha visto Parks and Rec, avrà sicuramente sorriso davanti alle somiglianze con Ron Swanson).
Ma le cose cambiarono il giorno in cui Frank entrò nella proprietà di Bill in cerca di salvezza e divenne la (s)fortunata vittima di una delle sue trappole. Una volta conquistata la fiducia di Bill, diventa suo partner in una storia d'amore che andrà avanti per vent'anni, prendendosi cura della città dove vivono.
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Solo chi ha giocato a The Last of Us sa quanto più profonda sia stata la rappresentazione di Bill e Frank da parte di HBO. Quando si incontra Bill nel gioco, non è altro che un uomo nervoso e severo che ha perso così tanto nel corso degli anni da essersi chiuso in se stesso, ed è difficile intuire come lui e Joel possano essersi conosciuti. Nella serie il personaggio di Bill presenta gli stessi tratti caratteriali, ma l'aver dato una voce al personaggio di Frank permette di fare luce anche sull'interiorità di Bill in maniera più concreta, spingendosi molto più in là rispetto al videogioco.
The Last of Us non è certo il primo racconto apocalittico a interrogarsi su come ci si possa sentire a trovare l'amore in circostanze simili, ma in quanto adattamento di una storia già consolidata, "Long Long Time" conferisce a Bill e Frank uno spessore emotivo significativamente maggiore.
La puntata mostra come Frank e Bill si siano salvati a vicenda dandosi reciprocamente una ragione per vivere e, così facendo, hanno potuto essere entrambi presenti per diventare alleati e amici di Joel e Tess.
Mentre indugia sui passaggi cruciali della relazione tra Frank e Bill, "Long Long Time" fa apprezzare allo spettatore con dolcezza il mondo in cui vivono per quello che è: un luogo solitario e violento, dove la morte è all'ordine del giorno e la felicità è difficile da trovare. Questi sono alcuni degli aspetti più diversi rispetto al modo molto più cupo in cui Bill e Frank vengono incontrati nel gioco, durante una serie di missioni per ottenere l'accesso a un'auto funzionante.
Quando Ellie e Joel arrivano nella loro città, nel gioco Frank è già morto suicida dopo aver tentato di andarsene in cerca di un posto migliore dove vivere ed essere stato attaccato dai clicker. Mostrandoci la relazione da un punto di vista più introspettivo, "Long Long Time" offre uno spunto alternativo per immaginare come poteva essere il tempo trascorso insieme nel gioco prima che le cose si mettessero male tra loro.
Ovviamente, Bill e Frank trascorrono molti anni felici come coppia prima di decidere di terminare la loro vita insieme come accade in "Long Long Time". Un "lieto fine" molto diverso rispetto al gioco, in cui Frank si rivolta contro Bill e quest'ultimo gli sopravvive. Tuttavia, l'essenza più spirituale di entrambi gli scenari non è poi così diversa da sembrare completamente un'altra storia, e questo è proprio il tipo di atmosfera che uno spettatore cerca nell'adattamento "fedele" di un videogioco che osa distaccarsi dall'originale quando opportuno.
The Last of Us riesce certamente a ricreare in maniera fedelissima molti aspetti del videogioco, ma è l'abilità nel costruire nuovi pezzi di storia che sembrano essere sempre stati presenti nel videogioco (ma mai approfonditi) che invoglia ancora di più alla visione, soprattutto con il prossimo arrivo di personaggi come Riley e Kathleen.
Giulia Di Venere è Editor Senior per TechRadar Italia e lavora con orgoglio al progetto da quando è nato.
Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è una grande appassionata di cinema, libri, cucina e cinofilia.
Da sempre considera la scrittura lo strumento più efficace per comunicare, e scrivere per fare informazione, ogni giorno, è per lei motivo di grande soddisfazione.
Copre una grande varietà di tematiche, dagli smartphone ai gadget tecnologici per la casa, gestendo la pubblicazione dei contenuti editoriali e coordinando le attività della redazione.
Dalla personalità un po’ ambivalente, ama viaggiare tanto quanto passare il tempo libero nella tranquillità della propria casa, in compagnia del suo cane e di un buon libro.