Sam Altman cambia rotta: OpenAI diventa una Public Benefit Corporation
Il CEO annuncia che il lato commerciale di OpenAI lavorerà per il bene pubblico, mentre la supervisione resterà in mano a un ente no-profit. Un passo chiave verso l’AGI.

OpenAI potrebbe finalmente aver chiarito le proprie intenzioni a lungo termine. In una lettera aperta, il CEO e co-fondatore Sam Altman ha delineato un nuovo piano per l'organizzazione, sottolineando la volontà di mantenere l’attività sotto la supervisione di un ente non profit. Parallelamente, la parte commerciale dell’azienda sarà trasformata in una Public Benefit Corporation (PBC).
Questa struttura giuridica consente comunque di generare profitti, ma con l’obbligo di perseguire obiettivi più ampi a beneficio della società. In concreto, Altman ha spiegato: “Vogliamo offrire strumenti straordinari a tutti… Vogliamo rendere open source modelli molto avanzati. Vogliamo dare agli utenti ampi margini di libertà nell’utilizzo dei nostri strumenti, anche se non condividiamo sempre la stessa visione etica, lasciando che siano loro a decidere il comportamento di ChatGPT”.
Negli anni scorsi, Elon Musk (ex socio e co-fondatore di OpenAI) aveva fatto causa all'organizzazione, accusandola di aver abbandonato la propria natura originaria. La mancanza di trasparenza sul codice e sui modelli aveva sollevato preoccupazioni anche da altri osservatori. Altman aveva in passato riconosciuto di essersi schierato dalla parte sbagliata su quel fronte, e la causa intentata da Musk si è infine conclusa a suo sfavore.
Tuttavia, ora OpenAI sembra voler seguire proprio quella strada auspicata da Musk e dai sostenitori dell’open source.
IA per il bene comune
Il cambio di visione arriva dopo un'ammissione sincera da parte di Sam Altman: nei primi tempi, OpenAI "non aveva un piano preciso su come realizzare la propria missione". Inoltre, ha riconosciuto che alcuni membri dell'organizzazione ritenevano che l’intelligenza artificiale dovesse essere gestita solo da “pochi individui fidati, in grado di controllarla”.
Oggi, con l'Intelligenza Artificiale Generale (AGI) sempre più vicina, la prospettiva è radicalmente cambiata. “Vogliamo costruire un cervello per il mondo e renderlo estremamente accessibile, affinché chiunque possa usarlo come preferisce”, ha scritto Altman.
Guardando al futuro, l’obiettivo è ambizioso: trasformare la componente non profit di OpenAI nella “più grande ed efficace organizzazione senza scopo di lucro della storia”, dedicata a sfruttare l’IA per generare impatti positivi di massimo livello per l’umanità.
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Restano delle domande
Altman punta anche alla creazione di una AGI benefica, sottolineando quanto siano fondamentali la sicurezza e l’allineamento etico. “Man mano che l’intelligenza artificiale progredisce, cresce anche la nostra determinazione a mantenerla sicura. Vogliamo garantire che siano i sistemi democratici a prevalere su quelli autoritari.”
Il percorso di Altman non è stato semplice: alla fine del 2023 è stato estromesso improvvisamente da OpenAI, tra gli artefici della decisione c’era anche Ilya Sutskever, ex Chief Scientist e co-fondatore. È tornato nel suo ruolo dopo pochi giorni. Nelle sue parole traspare ora l’idea che l’IA e l’AGI in arrivo rappresentino qualcosa che va oltre una singola persona, oltre una compagnia o un singolo prodotto come ChatGPT.
Non è ancora chiaro cosa implicherà tutto questo per l’evoluzione di OpenAI, di ChatGPT e dell’AGI. La Public Benefit Corporation sarà vincolata a operare per l’interesse collettivo, ma continuerà ad avere obiettivi economici. Resta da comprendere in che modo la supervisione dell’ente non profit influenzerà questo equilibrio.
Secondo OpenAI, l’organizzazione continuerà a confrontarsi con i procuratori generali di California e Delaware - che hanno avuto un ruolo centrale nel definire il nuovo assetto - e con Microsoft, il suo principale alleato commerciale, che utilizza i modelli GPT alla base di Copilot, per definire le modalità di attuazione del piano.
“Riteniamo che questo approccio ci permetterà di andare avanti rapidamente, in modo sicuro, e di mettere una IA straordinaria nelle mani di tutti,” ha concluso Altman.
Il tempo dirà se sarà davvero così.
Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.