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ChatGPT integra le notizie del Washington Post: più accuratezza, ma a che prezzo?

EDMONTON, CANADA - FEBRUARY 10: A woman uses a cell phone displaying the Open AI logo, with the same logo visible on a computer screen in the background, on February 10, 2025, in Edmonton, Canada
(Immagine:: Artur Widak/NurPhoto via Getty Images)

The Washington Post ha siglato un accordo con OpenAI per rendere i propri contenuti giornalistici accessibili direttamente all'interno di ChatGPT. In concreto, quando gli utenti porranno domande su argomenti di attualità - ad esempio “Cosa sta succedendo alla Corte Suprema questa settimana?” o “Qual è la situazione del mercato immobiliare?” - potranno ricevere risposte arricchite da sintesi di articoli del Post, citazioni pertinenti e link diretti alla fonte originale.

L’accordo unisce il giornalismo di una testata premiata con milioni di lettori a una delle piattaforme di intelligenza artificiale più utilizzate al mondo, con oltre 500 milioni di utenti settimanali. L’obiettivo dichiarato dalle due aziende è rendere l’informazione accurata e di qualità più accessibile in un’epoca in cui l’IA conversazionale è sempre più presente nelle abitudini quotidiane.

Grazie a questa integrazione, le risposte di ChatGPT alle domande di attualità includeranno più spesso contenuti de The Washington Post, con attribuzione chiara, contesto e link. Questo approccio mira a ridurre il rischio di disinformazione e semplificazioni eccessive nei contenuti generati automaticamente, offrendo al pubblico riferimenti attendibili.

Quella con The Post è solo l’ultima di una serie di collaborazioni attivate da OpenAI con oltre 20 testate giornalistiche internazionali, tra cui The Associated Press, Le Monde, The Guardian e Axel Springer. In tutti i casi, OpenAI ottiene una licenza per utilizzare i contenuti editoriali all’interno delle risposte generate, offrendo in cambio visibilità, accesso al traffico e una quota dei ricavi.

Per OpenAI, coinvolgere i media rappresenta una scelta strategica volta a garantire che le risposte dell’IA non si basino esclusivamente su contenuti datati o generalisti, ma integrino reportage aggiornati e veritieri. In questo modo, l’azienda intende rafforzare il ruolo dell’IA come strumento utile e affidabile nella consultazione di informazioni reali e in evoluzione.

WaPo AI

The Washington Post sta sviluppando una propria strategia legata all’intelligenza artificiale. Tra le iniziative già testate figurano "Ask The Post AI", un chatbot progettato per rispondere alle domande dei lettori utilizzando i contenuti del quotidiano, e "Climate Answers", uno strumento specifico per fornire informazioni basate sulla copertura giornalistica della testata in ambito ambientale. All’interno della redazione, sono stati sviluppati strumenti come Haystacker, pensato per aiutare i giornalisti a esaminare grandi volumi di dati e individuare spunti per nuovi articoli.

Nonostante le prospettive ottimistiche, permangono alcune questioni aperte. Ad esempio, resta da capire se i giornalisti autori degli articoli integrati nelle risposte di ChatGPT riceveranno una forma di riconoscimento o compenso. Sebbene i contenuti vengano attribuiti con link diretti, questi non garantiscono visualizzazioni effettive né incentivano la scoperta di altri articoli dello stesso autore o della redazione.

A livello più ampio, c'è preoccupazione per il rischio che l'inserimento di ChatGPT come intermediario tra lettori e contenuti editoriali possa ulteriormente compromettere modelli di abbonamento e flussi di ricavi essenziali alla sostenibilità del settore giornalistico. Resta da verificare se questo tipo di partnership rappresenti davvero una collaborazione vantaggiosa per entrambe le parti o se si traduca, invece, in un’ulteriore esternalizzazione del valore prodotto dalle redazioni a vantaggio dell’IA.

Integrare contenuti di qualità da parte di testate autorevoli come The Washington Post può certamente migliorare l'affidabilità delle risposte di ChatGPT. Tuttavia, sarà necessario osservare con attenzione l’evoluzione del rapporto tra piattaforme di IA e media per valutarne gli effetti concreti sul futuro dell’informazione.

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Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.