OpenAI ritira la funzione chat pubbliche dopo scandalo su Google Search
Una funzione che permetteva agli utenti di rendere le chat pubbliche e indicizzabili su Google è stata disattivata a causa del rischio di esposizione involontaria di dati sensibili.
OpenAI ha disattivato una funzione di ChatGPT che permetteva alle conversazioni condivise pubblicamente di essere indicizzate da Google, rendendole visibili nei risultati di ricerca. La decisione è arrivata dopo che diversi utenti si sono accorti che contenuti potenzialmente sensibili – come confessioni personali, strategie legali o codice sorgente – erano comparsi tra i link proposti dal motore di ricerca.
La funzione, attiva fino a pochi giorni fa, era collegata all’opzione “Rendi questo link individuabile”, un checkbox presente nel menu di condivisione. OpenAI l’aveva pensata per rendere accessibili contenuti ritenuti utili anche ad altri utenti, ma molti non avevano compreso che l’attivazione significava rendere la conversazione pubblicamente reperibile anche via Google.
Secondo quanto riportato da The Verge, tra i contenuti finiti nei risultati di ricerca figuravano valutazioni interne su candidati, messaggi relativi alla salute mentale, informazioni aziendali riservate e persino ammissioni di reati. Il problema non è stato tanto tecnico, quanto comunicativo: molti utenti pensavano che il link sarebbe stato sì pubblico, ma non tracciabile, a meno di una condivisione diretta.
Dopo le segnalazioni, OpenAI ha rimosso l’opzione e ha avviato l’eliminazione dei link già indicizzati. Il Chief Information Security Officer Dane Stuckey ha confermato che la funzione è stata disattivata nella mattina di venerdì. Intanto, l’azienda sta lavorando per chiarire meglio le implicazioni delle sue opzioni di condivisione, sottolineando che nessuna informazione privata è resa pubblica senza un’azione esplicita da parte dell’utente. Tuttavia, per chi ha attivato quell’opzione, il rischio di esposizione involontaria è stato concreto.
We just removed a feature from @ChatGPTapp that allowed users to make their conversations discoverable by search engines, such as Google. This was a short-lived experiment to help people discover useful conversations. This feature required users to opt-in, first by picking a chat… pic.twitter.com/mGI3lF05UaJuly 31, 2025
Va riconosciuto a OpenAI il merito di aver rimosso rapidamente la funzione, ma la vicenda solleva interrogativi importanti non solo sulla privacy, bensì su quanto davvero gli utenti comprendano gli strumenti che utilizzano. L’opzione “Rendi questo link individuabile” non era nascosta, ma non comunicava chiaramente l’impatto della sua attivazione: condividere un link è una cosa, indicizzarlo nei motori di ricerca globali per un tempo indefinito è tutt’altra storia.
Il caso mette in luce anche un dato interessante: le persone si confidano con l’IA. La usano per sfogarsi, provare idee, scrivere lettere o affrontare temi delicati che non inserirebbero mai in una barra di ricerca. Se in passato hai condiviso una conversazione di ChatGPT tramite link pubblico, vale la pena controllare se quel contenuto sia ancora accessibile.
OpenAI ha confermato di essere al lavoro con Google e altri motori di ricerca per eliminare i contenuti indicizzati, ma i crawler web non dimenticano facilmente, e parte di quei dati potrebbe restare online ancora per un po’, anche dopo la rimozione ufficiale. Il danno, per alcuni, potrebbe essere ormai fatto.
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Questa storia ricorda quanto sia facile farsi ingannare dall’interfaccia di strumenti come ChatGPT, che simulano un dialogo privato ma restano spazi pubblici se non si presta attenzione. Un po’ come dimenticare di cancellare la cronologia del browser: un errore che ormai solo i più ingenui possono permettersi.
Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.