TechRadar Verdetto
Il MacBook Pro con Touch Bar (13 pollici, metà 2018) rappresenta un buon passo avanti per un portatile già di ottimo livello
Pro
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SSD ultra veloce
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True Tone per i creativi
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CPU e GPU più potenti
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Processori Quad-core con Hyper-Threading
Contro
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Prezzo
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Autonomia
Perché puoi fidarti di TechRadar
Ecco il nostro parere: se non vi sono piaciuti gli ultimi MacBook Pro ultra sottili con la porta Thunderbolt 3 come unico sistema di connessione, non vi piacerà nemmeno il MacBook Pro 2018.
Se però avere un portatile sottile e leggero con una tastiera ribassata vi attira, e vi piace macOS, allora questo è un aggiornamento interessante anche se non rivoluzionario.
I nuovi MacBook Pro 2019 di Apple potrebbero avere 16 pollici e un design completamente nuovo
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Oltre al MacBook Pro da 15 pollici, solo il modello da 13 pollici con Touch-Bar è stato aggiornato. Per questo motivo se volete risparmiare scegliendo il modello senza touch bar dovrete accontentarvi di quello con processore dual core.
Ecco la configurazione del modello che abbiamo rivevuto per la prova:
CPU: 2.7GHz Intel Core i7-8559U (quad-core, 8 threads, 8MB cache, fino a 4.5GHz)
Grafica: Intel Iris Plus Graphics 655
RAM: 16GB (2,133MHz LPDDR3)
Schermo: 13.3 pollici, 2,560 x 1,600 Retina display (retro illuminato LED, IPS, luminosità 500 nits , wide color P3 gamut)
Disco fisso: 2TB SSD
Porte: 4x Thunderbolt 3 (USB-C), 3.5mm headphone jack
Connettività: 802.11ac Wi-F, Bluetooth 5.0
Camera: 720p FaceTime HD webcam
Peso: 1.37kg
Dimensioni: 30.41 x 21.24 x 1.49cm
Prezzo e disponibilità
Vista la disponibilità del MacBook Air 2018 non vale la pena di acquistare le versioni precedenti (a meno di non trovare un’offerta particolarmente buona), in quanto sono ancora basate sui processori Intel Core di settima generazione. Il prezzo base del MacBook Pro da 13 pollici parte dai 2099 euro per la versione con il disco SSD da 256GB, che sale a 2349 euro per la versione da 512GB.
Oltre agli aggiornamenti di CPU e GPU che tutti si aspettavano, c’è una modifica alle porte Thunderbolt 3. Su ciascun modello con Touch Bar ci sono ora quattro Thunderbolt 3 a piena velocità.
In questo modo chi usa una scheda grafica esterna (eGPU), non dovrà più chiedersi dove collegarla, a differenza di quanto accadeva con i modelli 2016 e 2017
Design
Esternamente il MacBook Pro 2018 sembra identico al modello dell’anno precedente, avendo le stesse dimensioni e lo stesso peso. Non cambia nemmeno la risoluzione Retina che rimane a 2560x1600 pixels. Alcuni concorrenti presentano risoluzione più elevate, ma l’ampio color gamut P3 risulta perfetto per fotografi e designer.
Lo schermo ha anche una nuova caratteristica: la tecnologia True Tone, fino ad oggi disponibile solo su iPhone X e iPad Pro. Serve a regolare in automatico il bilanciamento del bianco in base alla temperatura colore della luce ambientale, per dare allo schermo una luminosità più naturale che non affatica gli occhi. Un sensore regola la gradazione della luminosità ambientale e regola i colori dello schermo.
Per attivare True Tone bisogna andare nel menu Display delle Impostazioni oppure usare la combinazione di tasti Option e il tasto funzione che regola la luminosità.
Dopo avere usato per oltre un anno la tecnologia TrueTone su iPad Pro e iPhone siamo convinti della sua efficacia. È solo quando la si disabilita mentre si scrive una mail o anche semplicemente si naviga sul web che ci si rende conto della sua efficacia e si vuole subito riattivarla.
Chi si aspettava una revisione della tastiera dovrà attendere. I tasti continuano ad avere una corsa ridotta e anche dopo un paio di anni che usiamo questo nuovo tipo di tastiera non vediamo l’ora di usarne una più “classica”. In realtà secondo Apple questa nuova tastiera un vantaggio dovrebbe averlo rispetto al modello precedente: la silenziosità.
Quando iFixit l’ha smontata ha scoperto una membrana di silicone sotto il meccanismo a farfalla di ciascun tasto. E in effetti la battitura risulta più silenziosa. Sia che vi tocchi scrivere un lungo documento o una mail veloce il vostro lavoro risulterà più confortevole per voi e per chi vi sta vicino. Ulteriori analisi hanno dimostrato che la membrana riesce anche a contenere piccole particelle di sporcizia che possono alla lunga creare danni. Si tratta di una mossa dovuta di Apple, che ha da poco dovuto mettere in piedi un programma di sostituzione anche fuori garanzia.
In ogni caso Apple non parla apertamente di maggiore durata della tastiera. Bisognerà aspettare per capire se i problemi di affidabilità sono stati risolti.
Nel frattempo la Touch Bar rimane un problema per molti. Anche se è facile impostarla in modo che visualizzi tasti e controlli su misura, è altrettanto facile sfiorare per errore i tasti virtuali mentre si digita sulla riga superiore della tastiera. Basta un minimo contatto per attivare una funzione per errore, a noi è capitato molto spesso di cercare di cancellare l’ultimo carattere per ritrovarci Siri che ci chiedeva cosa volevamo da lei.
L’utilità della barra dipende dal fatto che le app che usiamo la sfruttino a dovere. Con Pages di Apple, per esempio, è possibile inserire cambiamenti grafici a una parte del testo senza dover usare il puntatore del mouse. Poiché la barra si adegua all’app che state usando è in grado di offrire le funzioni che vi servono quando vi servono.
Anche il sensore per il riconoscimento dell’impronta fa risparmiare tempo prezioso quando si deve accedere al computer. Se poi avete un Apple Watch i tempi sono praticamente istantanei. Vi spiace che non ci sia un sistema come Face ID su iPhone X? Servirebbe un aggiornamento sostanziale della webcam anteriore. Anche se in effetti la webcam del MacBook Pro avrebbe proprio bisogno di un aggiornamento.
Sia la Touch Bar che Apple Secure Boot sono gestiti da un rinnovato processore ARM, il T2, integrato per la prima volta sugli iMac Pro alla fine del 2017. Per saperne di più su come T2 aiuta la sicurezza vi rimandiamo al sito di Apple.
Se Apple potesse migliorare la Touch Bar in futuro, a maggior ragione potrebbe migliorare la trackpad che da una decina di anni è la migliore in commercio.
Per quanto riguarda invece la possibilità di usare uno schermo touch la discussione è infinita; resta il fatto che la barra sistemata subito sotto il display è pratica, a condizione di apprendere qualche gesture. Possiamo anche dimenticarci la funzione Force Touch del trackpad, in parte perché non è poi così utile, come il 3D Touch sugli iPhone più recenti, ed è poco usata, tranne forse per richiamare al volo il dizionario. Il problema è che pochi sanno della sua esistenza ed è facile applicare più forza per sbaglio.
Componenti aggiornate
Una delle principali critiche degli utenti riguarda il fatto che sul MacBook Pro si possono avere al massimo 16GB di RAM.. Come se non bastasse, il modello da 13 pollici non ha ancora ricevuto l’aggiornamento alle memorie DDR4 come i modelli da 15 pollici.
La memoria su tutti i modelli da 13 pollici può essere ampliata al massimo a 16GB, ed è la stessa memoria da 2,133MHz LPDDR3 dell’anno scorso. 8GB rimangono la dotazione standard su tutta la linea e l'aggiornamento a 16GB va richiesto al momento dell'acquisto.
8GB possono sembrare pochi, soprattutto se li confrontate un modello come il Surface Book di Microsoft con le stesse caratteristiche e vi rendete conto che il MacBook Pro costa circa 500 euro in più.
Ma non si può ragionare esattamente così visto che comunque il Mac ha il doppio di eDRAM (128MB), una GPU migliore (la Iris Plus 655 al posto della 640); e quattro porte ultraveloci Thunderbolt 3.
Nonostante questo molti si sono lamentati perché non è fornito in dotazione nemmeno un adattatore per collegare i classici dispositivi USB-A. Nella confezione di iPhone almeno un adattatore per usare la porta da 3.5mm delle cuffie è presente!
Ci piacerebbe che Apple facesse lo stesso con i MacBook Pro. Trasferire i file con altri dispositivi Apple via wireless usando AirDrop è comodo, ma ancora più comodo è usare una chiave USB. Una delle ragioni del costo elevato dei MacBook Pro è l’utilizzo della veloce memoria di archiviazione NVMe. Insieme ai nuovi MacBook Pro ultra sottili, nel 2016 sono stati introdotti dischi in grado di leggere ad oltre 3GB/sec. Anche in scrittura i risultati sono ottimali.
La nostra unità in prova aveva un disco SSD da 2TB, quindi non era una di quelle acquistabili direttamente, che hanno dischi da 256GB o 512GB. 2TB rappresentano la capacità massima per un MacBook Pro da 13 pollici e costano 1500 euro in più rispetto al prezzo base.
Non avendo i dischi standard non abbiamo però potuto determinare se l’affermazione di Apple riguardante una velocità in lettura fino a 3.2GB/sec fosse corretta.
I nostri test hanno mostrato un massimo di velocità in lettura di 3,104MB/s (3.1GB/s), appena inferiore rispetto ai 3.2GB/sec previsti da Apple. La velocità massima in scrittura è stata invece impressionante, raggiungendo i 3,201MB/s (3.2GB/sec). Come sempre accade i valori riferiti al trasferimento dei dati sono inferiori e in questo caso risultano di 2,289.5MB/s e 2,217.3MB/s rispettivamente in lettura e scrittura..
Se non siete sicuri di avere bisogno di questa velocità, allora probabilmente potete farne a meno. Si tratta comunque di un incentivo per gli artisti digitali, i fotografi e più generale per chi deve trasferire alcuni TB di dati su un Mac in tempi rapidi.
Quel che è certo è che riduce i tempi morti. Ogni volta che dovrete riavviare il Mac (o passare da un account a un altro), tutte le app verranno chiuse quasi istantaneamente. Certo, non siamo ai livelli di un tablet, ma è particolarmente veloce per chi è abituato ai tempi dei computer.