Australia e India vietano DeepSeek sui dispositivi governativi
Preoccupazioni per la sicurezza nazionale e la gestione dei dati portano al blocco del chatbot AI

Il chatbot DeepSeek AI ha rapidamente attirato l'attenzione, diventando il più popolare al mondo per un breve periodo nei dieci giorni successivi al suo lancio, superando modelli consolidati come ChatGPT e Gemini.
Tuttavia, una recente ricerca ha evidenziato gravi vulnerabilità del sistema, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza nazionale. Questo ha portato il Dipartimento degli Affari Interni australiano a vietarne l'uso sui dispositivi governativi.
La direttiva, emessa il 4 febbraio 2025, stabilisce che l'adozione dei prodotti e servizi web DeepSeek comporta un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza del governo australiano. Inoltre, mette in guardia i dipartimenti sui pericoli legati alla raccolta estesa di dati e alla possibile esposizione a direttive extragiudiziali da parte di governi stranieri in contrasto con la legislazione locale.
Seguire la tendenza
L’Australia non è l’unico Paese a prendere provvedimenti. Anche il Ministero delle Finanze indiano ha chiesto ai propri dipendenti di evitare l’uso di strumenti di intelligenza artificiale come DeepSeek e ChatGPT per attività ufficiali, citando il rischio per la sicurezza dei documenti e dei dati governativi riservati.
Allo stesso modo, la Marina degli Stati Uniti ha vietato qualsiasi utilizzo di DeepSeek, evidenziando potenziali problemi etici e di sicurezza. In Italia, l’autorità per la protezione dei dati ha ordinato a DeepSeek di bloccare il proprio modello nel Paese dopo che l’azienda non è riuscita a fornire risposte adeguate alle preoccupazioni sollevate dall’ente regolatore in materia di privacy, giudicando le informazioni ricevute del tutto insufficienti.
Le aziende di intelligenza artificiale, tra cui ChatGPT e DeepSeek, raccolgono enormi quantità di dati da tutto il web per addestrare i loro chatbot, incontrando spesso difficoltà nel rispettare le normative sulla privacy in diverse parti del mondo.
Alcuni modelli hanno inoltre politiche sulla privacy problematiche. Ad esempio, OpenAI non ha mai richiesto esplicitamente il consenso degli utenti per l’uso dei loro dati e non offre la possibilità di verificare quali informazioni siano state archiviate.
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Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.











