Smart working, chi lavora da casa è più felice (almeno qualcuno)
Lo smart working potrebbe diventare la normalità
Secondo un nuovo sondaggio di CNBC e SurveyMonkey, lavorare da casa durante la pandemia di coronavirus ha portato maggiore felicità tra i dipendenti.
Per condurre il sondaggio intitolato "CNBC | SurveyMonkey Workforce Happiness Index: maggio 2020", le due aziende hanno intervistato oltre 9000 lavoratori negli Stati Uniti all'inizio di maggio per misurare l'impatto di Covid-19 sulla soddisfazione lavorativa. Un sondaggio simile è stato condotto anche in Italia dalla Cgil e dalla Fondazione Di Vittorio. I dati in merito al nostro Paese potete trovarli continuando la lettura dell’articolo.
Secondo il sondaggio, quasi la metà (48%) degli intervistati negli Stati Uniti lavora da remoto. Vi è stato un aumento della felicità dei dipendenti e l'indice di felicità della forza lavoro dell'indagine è salito di due punti (73 punti su 100 rispetto ai 71 punti dell’anno scorso) tra i dipendenti che lavorano sia da casa che sul posto di lavoro.
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Il sondaggio di CNBC e SurveyMonkey ha anche scoperto che il 54% degli intervistati afferma che il lavoro è diventato "un po' più difficile" o "molto più difficile" rispetto a prima. Inoltre, coloro che hanno un ruolo importante e con maggiori responsabilità hanno più probabilità di dire che il lavoro è diventato più difficile quando provano a lavorare da casa.
Soddisfazione sul lavoro
Il 44% di coloro che lavorano da casa ha dichiarato di essere più felice di svolgere il proprio lavoro rispetto a prima. Lo smart working potrebbe essere il futuro, poiché il 38% dei lavoratori afferma che vorrebbe lavorare da casa più spesso. Inoltre, il 19% desidera continuare a lavorare a tempo pieno.
Anche i lavoratori non remoti sono più felici, dal momento che il 32% afferma di essere più contento di lavorare ora rispetto a prima. La sicurezza è abbastanza importante per coloro che escono di casa per andare al lavoro e il 75% degli intervistati ha dichiarato di essersi sentito al sicuro nell’andare a lavorare durante la pandemia, mentre l'80% è soddisfatto delle misure messe in atto dalle proprie organizzazioni per mantenere le persone al sicuro sul posto di lavoro.
John Cohen, Chief Research Officer di SurveyMonkey, ha fornito ulteriori approfondimenti sui risultati del sondaggio in un comunicato stampa, affermando:
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“La soddisfazione sul lavoro è in aumento ma esiste anche ansia tra coloro che hanno un lavoro. Il 44% dei lavoratori afferma di essere preoccupato di perdere un lavoro o di tagliare le ore nelle settimane a venire, con la preoccupazione che arriva a circa 6 su 10 tra i lavoratori ispanici e asiatici”.
Lo smart working in Italia
La situazione nel nostro Paese è simile a quella degli Stati Uniti, dal momento che vi è stato un aumento considerevole dello smart working durante la pandemia di coronavirus.
Come riporta IlSole24Ore, un’indagine condotta dalla Cgil e dalla Fondazione Di Vittorio rivela che il numero di lavoratori da casa è passato da 500.000 a 8 milioni. Inoltre, l’indagine (che si basa su 6170 persone) rivela che 6 lavoratori su 10 vorrebbero continuare a lavorare in questo modo, anche quando la pandemia sarà finita. La statistica ci dice che gli italiani apprezzano un po’ di più lo smart working rispetto agli inglesi.
Tuttavia, la maggior parte degli intervistati ha dichiarato che lo smart working ha bisogno di competenze e strumenti specifici. Il 31% non possiede i requisiti necessari, ovvero non dispone degli strumenti adatti a tale scopo e/o non è in grado di usarli.
Fonte: CNBC