Chiuse le sale LAN e eSports in Italia, cosa sta succedendo?
Gestori e associazioni si preparano alla contromossa
Il web è insorto dopo la decisione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che ha messo al bando tutte le sale LAN e i centri eSports presenti sul territorio italiano.
La decisione arriva in seguito a un esposto depositato dall'amministratore di una società di sale giochi specializzata in slot e scommesse. Il cavillo riguarda la definizione delle attività che possono essere svolte in questi luoghi.
La legge alla quale si aggancia l'esposto risale al 2003 e fa riferimento a giochi tradizionali come biliardo, calcio balilla, freccette e simili, non menzionando PC da gaming e console. Questa afferma che i giochi presenti nelle sale non debbano essere manomissibli dai gestori per evitare che gli utenti vengano truffati.
Vi starete chiedendo: ma che senso ha applicare tale regola a una sala LAN o a un centro eSports? La risposta è semplice: nessuno. In questi luoghi si gioca online o localmente ma non si vince nulla (se non ranking points nelle partite classificate).
Inoltre, le sale LAN sono comunemente frequentate anche da persone che non hanno un PC performante a casa o non dispongono di una Console e preferiscono pagare per giocare, e in alcuni casi per lavorare su macchine performanti.
Spesso, questi luoghi diventano un punto di aggregazione per i giovani e danno lavoro a migliaia di persone in tutta Italia, anche grazie alla presenza di bar e centri ristoro.
Concorrenza sleale o gaffe colossale?
L'esposto presentato dalla società di gestione di sale giochi (LeD) all' Agenzia delle Dogane e dei Monopoli afferma che le sale LAN e i centri dedicati agli eSport facciano concorrenza "sleale", o più precisamente non regolamentata, alle sale da gioco:
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"[le sale da gioco] Sono sottoposte a numerosi controlli e basta che manchi solo un’autorizzazione a far scattare il sequestro, mentre queste attività non sembrano tenute a tutte queste procedure"... “La nostra società è titolare di diverse sale giochi in numerose regioni italiane e abbiamo alle nostre dipendenze circa 250 persone. Il nostro settore ha avuto un periodo molto complicato a seguito del Covid e, come se non bastasse, ora ci troviamo come competitor delle attività ludiche che al loro interno ospitano apparecchi senza gettoniera, ma che richiedono di pagare un determinato prezzo all’ingresso e per poter giocare ai cosiddetti giochi elettronici".
Per quanto assurdo e anacronistico, l'esposto sembra aver ottenuto l'obiettivo sperato, causando di fatto l'immediata chiusura delle sale LAN e dei centri eSports italiani.
Per fortuna i ragazzi di @esportspalacebergamo si sono mossi tempestivamente chiedendo un'interrogazione parlamentare e contattando altre associazioni di categoria e società che operano nel settore eSports italiano. Nel frattempo queste attività rimarranno chiuse, causando danni ingenti a gestori e utenti abituali.
Qui sotto trovate un videomessaggio di un rappresentante di eSports Palace Bergamo nel quale viene riassunta la situazione attuale:
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Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.