Rabbit AI lancia un agente per Android in grado di controllare le app

Rabbit r1 software
(Immagine:: Rabbit)

  • Poco dopo l'acquisizione di Humane AI da parte di HP, Rabbit sta lanciando la sua app per Android.
  • Come altri assistenti AI, l'obiettivo dell'app è agire come un agente virtuale per eseguire compiti al posto dell'utente.
  • Attualmente è in fase di test su Android, con un rilascio anticipato già annunciato.

Rabbit sta presentando un nuovo assistente AI in grado di eseguire automaticamente attività su dispositivi Android.

L’azienda sembra voler dimostrare di avere nuove soluzioni, soprattutto dopo la vendita di Humane AI a HP, che ha riacceso l’attenzione sul dispositivo Rabbit R1. Forse consapevole che l'approccio basato sull'hardware non stava ottenendo il successo sperato, Rabbit ha spostato il focus dagli accessori fisici agli smartphone, dove l’adozione di strumenti AI è molto più ampia.

L'agente AI di Rabbit per Android non si limita alle classiche funzioni di chatbot. Invece di riassumere pagine di Wikipedia, è in grado di gestire attività tra diverse app basandosi sulle richieste dell'utente. Ad esempio, può scrivere e inviare inviti per una cena su WhatsApp, scegliere un pasto da un’app di ricette e creare automaticamente una lista della spesa in base agli ingredienti. Inoltre, può trovare e salvare una playlist musicale su YouTube per accompagnare il pasto e perfino scaricare un gioco dal Play Store per il dopocena.

Per dimostrare la potenza dell'assistente AI, Rabbit ha mostrato come l'agente possa recuperare un'idea di business salvata in Google Keep, scrivere un piano di ricavi in Google Docs e poi condividerlo con un contatto, il tutto senza intervento manuale.

research preview: Android agent - YouTube research preview: Android agent - YouTube
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Rabbit hole

Questa AI che agisce, piuttosto che una AI che sa, rappresenta ciò che la maggior parte delle persone immagina quando si parla di assistenti virtuali. Tuttavia, come ogni nuova tecnologia, non è ancora perfetta.

Durante la dimostrazione, l'agente AI di Rabbit ha mostrato di poter gestire vari compiti, ma con qualche intoppo. Alcune operazioni richiedono più tempo del previsto, la formattazione dei contenuti a volte risulta strana e, occasionalmente, le scelte fatte dall’AI possono sembrare inaspettate.

L'agente AI di Rabbit non è ancora disponibile al pubblico, ma quando lo sarà, l’app potrà essere scaricata dal Play Store e collegata alle altre app Android con l'autorizzazione dell'utente. A quel punto, sarà possibile chiedere all'AI di eseguire un'azione, che verrà completata in background, evitando così di dover tenere l’app aperta, a differenza di molte altre soluzioni AI attuali.

Rabbit AI Android Agent

(Image credit: Rabbit)

Con questa mossa, Rabbit dovrà confrontarsi con una concorrenza sempre più ampia. Un numero crescente di strumenti di intelligenza artificiale offre la possibilità di controllare dispositivi e automatizzare attività.

OpenAI sta sviluppando Operator, un sistema che permette all’AI di gestire altre applicazioni, mentre Anthropic sta testando la funzione Computer Use per il suo assistente Claude AI, consentendo l’interazione con software desktop e la navigazione sul web. Esiste anche Browser Use, un servizio di terze parti specializzato nella gestione di moduli online e nell’esecuzione di attività automatizzate.

Rabbit, però, ha scelto un approccio diverso. Invece di cercare di replicare queste soluzioni, si concentra esclusivamente su dispositivi e applicazioni Android. Rispetto agli strumenti di OpenAI e Anthropic, più rivolti al mondo professionale, l’agente AI di Rabbit sembra pensato per un uso quotidiano e pratico.

Questa nuova direzione rappresenta una vera reinvenzione del brand, esattamente ciò che molti ritenevano necessario per mantenerlo indipendente. Il Rabbit R1, al momento del lancio, non ha riscosso grande successo e ha spesso dato l’impressione di essere uno smartphone limitato con funzioni poco convincenti. Ora, invece di spingere gli utenti ad acquistare nuovo hardware, Rabbit si adatta alle loro abitudini, portando il suo assistente AI direttamente sugli smartphone.

Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.