UE, stretta nei confronti di Google, Apple e Meta: "c'è un nuovo sceriffo in città"
Approvati Digital Markets Act e Digital Services Act
L'Unione Europea ha posto il sigillo finale su due importanti provvedimenti legislativi volti a limitare il potere delle più grandi aziende tecnologiche del mondo.
Il primo ad entrare in vigore sarà il Digital Markets Act (DMA), una serie di regole pensate allo scopo di impedire ai cosiddetti "gatekeeper" di abusare della loro posizione dominante per estromettere i concorrenti da mercati come quello della ricerca, dei browser, della messaggistica e della posta elettronica. Queste nuove regole entreranno in vigore all'inizio del 2023.
L'altro documento, che prende il nome di Digital Services Act (DSA), mira a limitare la diffusione di contenuti illegali e di disinformazione (fake news) sulle piattaforme digitali, oltre a vietare alcune pratiche pubblicitarie manipolative. Le condizioni del DSA entreranno in vigore nel 2024.
Entrambe le proposte hanno superato le rispettive votazioni con il sostegno di una maggioranza schiacciante.
Nuove regole per le Big Tech
I due nuovi atti legislativi depositati di recente dalla Commissione Europea mirano a risolvere una serie di questioni complesse e molto diverse tra loro imponendo un regolamento più restrittivo nei confronti di aziende come Google, Apple, Meta, Amazon e Microsoft.
In base al DSA, ad esempio, i fornitori di servizi digitali saranno obbligati a mettere in atto nuove misure per garantire che i contenuti illegali possano essere identificati e rimossi rapidamente, oltre ad attuare nuovi controlli sulle piattaforme di vendita online.
Inoltre, alle piattaforme che si affidano a feed generati dall'intelligenza artificiale per servire contenuti mirati agli utenti, verrà chiesto di mettere a nudo i propri algoritmi per consentirne l'ispezione da parte di terzi per ottenere ulteriori informazioni sulle pratiche di moderazione dei contenuti in uso.
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Il DMA, invece, prevede misure per impedire ai gatekeeper di posizionare i propri prodotti più in alto nei risultati di ricerca e di impedire agli utenti di disinstallare le applicazioni preinstallate, imponendo inoltre l'obbligo di fornire mezzi semplici e veloci per permettere di passare a servizi alternativi.
La normativa impone anche un livello di interoperabilità tra i servizi di messaggistica, norma che potrebbe avere importanti ripercussioni su WhatsApp e Messenger, entrambi di proprietà e gestiti da Meta.
Un messaggio altrettanto ottimistico è stato condiviso da Andreas Scwab, relatore della DMA, che ha dichiarato:
Non accettiamo più la regola per cui "il più forte finanziariamente sopravvive".
"Lo scopo del mercato unico digitale è che l'Europa favorisca le migliori aziende, non solo le più grandi".
Detto questo, se le nuove regole approvate dall'UE siano sufficienti o possano essere applicate in modo efficace, è un'altra questione. C'è chi ritiene che la DMA faccia poco per impedire ai gatekeeper di abusare del potere dell'inadempienza, ad esempio.
E anche se i giganti tecnologici potrebbero essere multati fino al 20% del fatturato globale in caso di ripetuta inosservanza, la storia ha dimostrato che sono più che disposti a subire qualche colpo al bilancio pur di continuare a dominare il mercato digitale europeo.
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