Apple e Amazon multate, ma sono spiccioli

iPhone 13
(Immagine:: TechRadar)

L'autorità antitrust italiana, AGCM, ha multato Amazon ed Apple per 68,7 e 134,5 milioni di euro, rispettivamente. La loro colpa è aver impedito ad altri rivenditori di usare il marketplace di Amazon per distribuire prodotti Apple e Beats.

In concreto, significa che se volete comprare un iPhone o un MacBook su Amazon, troverete solo quelli venduti direttamente da  Amazon e da alcuni rivenditori selezionati e autorizzati da due. O almeno era così fino a qualche tempo fa. 

Un comportamento anticoncorrenziale, secondo le autorità, che deriva da un accordo che Amazon ed Apple stipularono nel 2018.

Le multe sono troppo piccole? 

Entrambe le aziende hanno rigettato le accuse e annunciato il ricorso in appello. Secondo la linea di difesa, le politiche in questione servono per garantire ai consumatori l'originalità e affidabilità dei prodotti Apple e Beats. Per Apple in particolare, esiste il rischio che si smercino "prodotti non originali". 

Per AGCM invece si tratta violano l’articolo 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, limitando in modo artificioso il numero di venditori accessibili al consumatore finale. Il limite è anche geografico, perché risulta impedito l'accesso a venditori non italiani.  

Le aziende stanno affrontando pressioni simili anche in altri paesi europei, e anche altre (Google, Microsoft) si vedono coinvolte in situazioni simili. 

Resta, sullo sfondo, la questione relativa all'ammontare delle sanzioni. Se anche alla fine Apple e Amazon fossero condannate a pagare, il peso finanziario sarebbe del tutto trascurabile, per entrambe le società. 

Come in tanti altri casi, se vale il principio per cui "conviene pagare la multa che cambiare politiche" allora non vedremo mai dei cambiamenti che siano davvero in favore dei consumatori. E per risolvere la questione servono multe più salate. 

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Valerio Porcu

Valerio Porcu è Redattore Capo e Project Manager di Techradar Italia. È da sempre ossessionato dai gadget e dagli oggetti tecnologici che cambiano la nostra vita quotidiana, e dai primi anni 2000 ha deciso di raccontarla. Oggi è un giornalista con anni di esperienza nel settore tecnologico, e ha ancora la voglia di trovare le chiavi di lettura giuste, per capire davvero in che modo la tecnologia può rendere migliore la nostra vita quotidiana.