Recensione Huawei P20 Pro

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Recensione Huawei P20 Pro
Immagine: TechRadar

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Interfaccia e affidabilità 

  • Android 8.1 con EMUI 8.1 
  • Personalizzabile tramite i temi 
  • Ottime prestazioni nell’uso quotidiano 

Huawei P20 Pro ha  Android 9 come sistema operativo con interfaccia proprietaria EMUI. Quando uscì sul mercato, il P20 Pro aveva a bordo Android 8. Se avete già avuto modo di usare smartphone huawei di fascia alta nell’ultimo anno, sapete più o meno di cosa si tratta.  

Una delle cose che saltano di più all’occhio quando accendiamo per la prima volta il telefono, è che il P20 Pro non ha il drawer. Per capirci, trae ispirazione da quello che si vede su iOS visto che tutte le app compaiono nella schermata di home; sarà poi l’utente a organizzare le app stesse all’interno di cartelle. 

Ad alcuni utenti questa scelta è piaciuta, altri hanno storto il naso. Comunque, è possibile ripristinare il drawer a scorrimento verticale tramite il menu impostazioni. Noi di TechRadar alla fine abbiamo scelto questa opzione.

Una barra di navigazione con le lettere dell’alfabeto, posta sull’estrema destra del display, consente di navigare velocemente tra le app e poi, in questa schermata delle applicazioni, in cima compariranno le app più usate. 

Rimangono alcuni tratti tipici di Huawei. Per esempio troviamo una schermata di blocco con immagini che cambiano ciclicamente, andando a pescare dai temi di Huawei e il menu impostazioni è diverso da quello che troviamo su Android versione standard. 

Come dicevamo, lo smartphone supporta dei temi. C’è proprio un’app apposita che raccoglie tutte le creazioni ad opera dei fan di Huawei e il P20 Pro ha già dodici temi a firma del colosso cinese preinstallati.

Recensione Huawei P20 Pro

La qualità e la bellezza di questi temi varia di molto, anche nel caso di quelli ufficiali di Huawei, ma comunque si tratta di un’opzione che consente una maggiore personalizzazione del proprio smartphone, soprattutto se guardiamo a un Pixel, per esempio.

Le performance di EMUI, l’interfaccia utente di Huawei, sono ottime. Lo smartphone risulta veloce e reattivo e i tempi di caricamento delle app sono assai inferiori rispetto a quelli degli smartphone di fascia media. 

Ci sono un po’ di app preinstallate. Nulla di eccessivo, non siamo ai livelli davvero invadenti e fastidiosi che troviamo su altri smartphone, semplicemente ci sono alcune app che, a detta di Huawei, potrebbero tornare utili.

Recensione Huawei P20 Pro

C’è un’app per il meteo, una torcia, una per la traduzione, una per la gestione del telefono, una per la gestione dei file e una app chiamata “specchio”: in pratica si attiva la fotocamera frontale ed è possibile attivare lo zoom. Pensiamo possa rivelarsi utile per il pubblico femminile che potrà facilmente controllare il trucco. Oppure potremo usarla per renderci conto delle occhiaie che abbiamo al mattino prima di andare al lavoro. 

Un’altra app presente su Huawei P20 Pro si chiama telecomando: sfrutta il trasmettitore a infrarossi posto sulla parte superiore dello smartphone. Questa applicazione imita i segnali inviati dai vecchi telecomandi per il televisore, in modo da funzionare come telecomando universale.

A differenza del telecomando universale Logitech Harmony, però, non è possibile programmare macro che attivano tutta una serie di comandi con un singolo tocco. In ogni caso, si tratta di una funzionalità in più che potrebbe passare inosservata. Del resto gli altri grandi marchi del settore hanno smesso di inserire un trasmettitore infrarossi nei propri smartphone anni fa. 

Filmati, musica e giochi 

  • Buon altoparlante con due driver 
  • Il Display è ottimo per i videogiochi e per i film 

Ad una prima impressione, potreste essere portati a pensare che il notch del P20 Pro possa essere un brutto ostacolo da superare per i videogiochi, ma non è così. Quando il dispositivo capisce che si sta eseguendo una app o un gioco nel quale il notch potrebbe essere un inutile fastidio, la “tacca” viene fatta scomparire, annerendo tutta la fascia in cui è compreso il notch stesso. 

Non è facile implementare questa funzione nel caso di app di terze parti, però. Per esempio Spotify mantiene il notch, mentre Candy Crush e Asphalt 8 lo rimuovono. Una scelta intelligente, appunto, ma abbiamo ricevuto segnalazioni di problemi a livello di interfaccia con app più vecchie. 

Come ci si può immaginare, i giochi più impegnativi funzionano bene in questo smartphone, non abbiamo notato cali di prestazione degni di nota nei titoli che abbiamo provato. Lo Huawei P20 Pro magari non ha la GPU per smartphone più potente al mondo, ma le prestazioni offerte sono davvero ottime, se consideriamo che il display ha una risoluzione solo di poco superiore a 1080p. 

Huawei P20 Pro, ha le proprie app per i video e per la musica. Si tratta di app essenziali che consentono di visualizzare o ascoltare i contenuti multimediali presenti sul dispositivo. Inizialmente, il dispositivo non supportava la visione dei contenuti in streaming in HD e HDR, ma un aggiornamento ad hoc uscito a gennaio di quest’anno ha abilitato questa funzione. 

Recensione Huawei P20 Pro

Per quanto riguarda il comparto audio, Huawei P20 Pro può contare su diffusori di buon livello. Un driver posto sulla parte inferiore del dispositivo emette la maggior parte del suono mentre la capsula auricolare frontale è usata anche per riprodurre frequenze più alte, in modo da non pregiudicare la qualità sonora quando il dispositivo è di fronte a noi. 

Il risultato complessivo è lodevole, i bassi sono buoni, visto che parliamo di comunque di uno smartphone, e le varie frequenze sono ben separate. Non siamo ai livelli del Razer Phone, ma la qualità audio di questo smartphone consente di godersi appieno i podcast e i video di YouTube.  

Quando il volume è al massimo, gli alti gracchiano un po’ con alcuni contenuti, a dimostrazione di come Huawei sprema al massimo i micro driver del telefono. 

Prestazioni e benchmark 

  • Meno potente di altri top di gamma  
  • Usa lo stesso processore del Mate 10 Pro  

Huawei P20 Pro non ha un processore nuovo di zecca, visto che si tratta della CPU Kirin 970 già vista sullo Huawei Mate 10 Pro, giunto sul mercato nel 2017.

Il SoC ha otto core. Quattro sono dei Cortex-A73, progettati per i compiti che richiedono prestazioni elevate, gli altri quattro sono dei Cortex-A53 destinati all’uso di tutti i giorni. 

Nel complesso, si tratta di una CPU inferiore rispetto allo Snapdragon 845 che troviamo su alcune varianti del Samsung Galaxy S9 Plus, che ha dei core progettati su misura “a metà” e basati sui Cortex-75 e Cortex-A55. Questi due core sono più moderni, più efficienti e offrono maggiore potenza a parità di velocità di clock.  

Il P20 Pro, inoltre, è anche inferiore del Galaxy S9 Plus a livello grafico. Infatti il processore grafico del dispositivo è un Mali G72 da 12 core, mentre le versioni Exynos e Snapdragon del Galaxy S9 Plus possono contare o su un Mali G72 da 18 core oppure sull'eccellente Adreno 630. 

Questa differenza si vede anche nei benchmark? 

Su Geekbench 4, Huawei P20 Pro ha totalizzato 6775 punti (1918 per core). Si tratta un risultato di molto inferiore rispetto ai circa 9000 punti fatti registrare dal Galaxy S9 (Snapdragon 845) o i circa 10 mila dell’iPhone X.

Comunque, in sede di valutazione, dobbiamo anche considerare la risoluzione dello schermo. Lo Huawei P20 Pro non ha lo stesso numero di pixel da gestire degli altri due smartphone sopracitati e questo diminuisce il carico di CPU e GPU in tante situazioni. Un altro aspetto interessante per gli appassionati di hardware è che P20 Pro non utilizza RAM di tipo dual-channel. Le velocità di copia della RAM sono quelle della RAM DDR4 di tipo convenzionale.

L’archiviazione interna, invece, è rapida. La velocità di lettura pari a 501 MB/s eguaglia quella di alcuni SSD di fascia medio-bassa e la velocità di scrittura di 190 MB/s è di tutto rispetto.

Andrew Williams

Andrew is a freelance journalist and has been writing and editing for some of the UK's top tech and lifestyle publications including TrustedReviews, Stuff, T3, TechRadar, Lifehacker and others.