Sam Altman avverte le aziende: "Adottate l'IA adesso o resterete indietro"

OpenAI CEO Sam Altman speaking at Snowflake Summit 2025
(Immagine:: Snowflake)

Il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha offerto un punto di vista diretto sull’evoluzione dell’intelligenza artificiale, confrontando le tendenze passate, presenti e future per guidare le imprese nella giusta direzione.

“Penso che dobbiate semplicemente farlo”, ha dichiarato in un’intervista con il CEO di Snowflake, Sridhar Ramaswamy, durante il Summit 2025 della compagnia.

Altman ha sottolineato che le aziende che attendono il prossimo grande progresso rischiano di restare indietro. “Quando le cose cambiano rapidamente, vincono le aziende che adottano più in fretta”, ha aggiunto.

Il CEO di OpenAI traccia il futuro dell’intelligenza artificiale

Altman ha riflettuto su quanto sia cambiato il panorama dell’intelligenza artificiale in appena un anno, sottolineando un momento di svolta per l’utilizzo dei modelli: “Abbiamo raggiunto un vero punto di inflessione nell’uso di questi modelli”, ha dichiarato, aggiungendo però che “la domanda interessante è cosa diremo di diverso il prossimo anno”.

Guardando al 2026, Altman immagina aziende che non useranno più l’IA solo per automatizzare compiti ripetitivi, ma per affrontare problemi molto più grandi, investendo enormi quantità di potenza di calcolo: “Le aziende lanceranno tonnellate di compute su problemi estremamente importanti, e i modelli saranno in grado di scoprire cose che team di persone non potrebbero fare da soli”.

L’attuale livello dell’IA è paragonato da Altman a “uno stagista che lavora per qualche ora”, ma in futuro – afferma – potrebbe assomigliare a un dipendente senior. Prevede che in alcuni casi limitati e specifici si potranno persino vedere agenti capaci di generare nuova conoscenza, con scenari applicativi destinati ad ampliarsi costantemente.

Parlando di intelligenza artificiale generale (AGI), Altman ha spiegato che le aspettative dell’uomo si adattano rapidamente, mettendo in discussione qualsiasi definizione rigida. “Cinque anni fa molti avrebbero considerato ChatGPT come AGI, ma oggi le aspettative sono cambiate”, ha osservato. Secondo lui, “il tasso di progresso che abbiamo visto negli ultimi cinque anni continuerà almeno per i prossimi cinque, probabilmente anche oltre”.

Quanto al ruolo ideale per l’AGI, Altman ha detto che vorrebbe usarla per “moltiplicare per quattro” il progresso scientifico. Tuttavia, ha ammesso che altri potrebbero vedere l’AGI come un sistema capace di auto-migliorarsi, forse anche di sviluppare una forma di coscienza.

Alla domanda finale su cosa farebbe se disponesse di una potenza di calcolo mille volte superiore, Altman ha risposto: “La userei per lavorare intensamente sulla ricerca in ambito IA, costruire modelli molto migliori, e poi chiederei a quel modello più avanzato cosa dovremmo fare con tutta quella potenza”.

Infine, ha anticipato un futuro prossimo ricco di sorprese: “I modelli che vedremo nel prossimo anno o due saranno davvero mozzafiato... ci aspetta ancora molto progresso”.

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Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.