Quasi metà della Gen Z pensa che i capi non capiscano davvero l’IA, ma vogliono solo liberarsi dei compiti noiosi

A young woman is working on a laptop in a relaxed office space.
(Immagine:: Getty Images)

Secondo una ricerca condotta da UKG e Harris Poll, il 49% dei lavoratori della Gen Z ritiene che i propri manager non comprendano realmente i vantaggi dell’intelligenza artificiale. Un dato che mette in luce un crescente contrasto generazionale nell’ambiente lavorativo.

Il sondaggio evidenzia come i dipendenti più giovani stiano spesso imparando in autonomia a usare strumenti IA, mentre molti dirigenti sembrano scettici o incerti sul loro impiego su larga scala. Questo scollamento potrebbe ostacolare l’adozione efficace delle nuove tecnologie, rallentando l’innovazione in molte aziende.

L’IA sì, ma come supporto

Un nuovo studio di UKG e Harris Poll evidenzia un dato inequivocabile: quasi 9 lavoratori su 10 ritengono che l’IA debba supportare il lavoro umano, non sostituirlo. L’84% pensa che automatizzare i compiti ripetitivi sia il miglior impiego dell’IA, indipendentemente dalla dimensione aziendale.

A guidare il cambiamento è la Gen Z, con il 70% dei giovani lavoratori che ha imparato a usare da sé gli strumenti di IA, contro solo il 40% dei Boomer. Il 90% dei Gen Z è convinto che l’IA farà risparmiare tempo e un terzo stima di recuperare fino a 89 minuti al giorno grazie all’automazione.

Le attività che vorrebbero delegare includono riassunti di policy, gestione degli orari, controllo dei salari e richieste di ferie. Ma per mansioni legate a empatia, giudizio o discrezione, il messaggio è chiaro: meglio lasciarle alle persone.

Come afferma Suresh Vittal, Chief Product Officer di UKG: “L’IA sta diventando indispensabile per il lavoro: ignorarla oggi è come rifiutare l’uso del computer o di internet in passato.”

Il dibattito non riguarda se adottare l’IA, ma quanto rapidamente farlo e chi deve guidare questa trasformazione. Secondo Vittal, il potenziale è enorme: “Più le aziende agiscono in fretta, maggiore sarà il vantaggio competitivo che otterranno.”

Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.