Huawei sfida gli standard: UB-Mesh diventa open source

Huawei UB-Mesh
(Immagine:: Huawei)

Huawei ha annunciato l’intenzione di rendere open source il suo sistema di interconnessione UB-Mesh, pensato per unificare le comunicazioni tra processori, memoria e infrastrutture di rete all’interno dei grandi data center dedicati all’IA.

Il design di UB-Mesh combina una backbone basata su CLOS a livello di data hall con mesh multidimensionali all’interno di ciascun rack.

Secondo Huawei, questa architettura consentirà di contenere i costi anche con sistemi che scalano fino a decine di migliaia di nodi, affrontando al tempo stesso uno dei principali problemi dei carichi di lavoro AI su larga scala: la latenza e le interruzioni hardware.

Replacing fragmented standards with a single framework

La mossa viene presentata come un tentativo di sostituire i molteplici standard di interconnessione attuali con un unico framework universale, capace di ridefinire il modo in cui vengono progettate e gestite le infrastrutture di calcolo su larga scala.

In parole semplici, Huawei vuole rimpiazzare l’attuale miscela di regole di connessione con un sistema unificato, così che tutto possa collegarsi in maniera più semplice ed economica.

«Il mese prossimo terremo una conferenza in cui annunceremo che il protocollo UB-Mesh sarà reso pubblico e disponibile a chiunque con una licenza libera», ha dichiarato Heng Liao, chief scientist di HiSilicon, la divisione processori di Huawei. «Si tratta di una tecnologia del tutto nuova; stiamo vedendo sforzi di standardizzazione in competizione tra diversi gruppi. […] A seconda del successo nel distribuire sistemi reali e della domanda da parte di partner e clienti, potremo parlare di trasformarla in uno standard vero e proprio».

Uno degli argomenti centrali a sostegno di UB-Mesh è che gli interconnect tradizionali diventano troppo costosi quando si scala, arrivando a superare il prezzo degli stessi acceleratori che dovrebbero collegare. Huawei cita come prova le proprie dimostrazioni, incluso un deployment da 8.192 nodi, che dimostrerebbe come i costi non debbano crescere in maniera lineare.

Secondo l’azienda, questa soluzione è cruciale per il futuro dei sistemi di IA basati su milioni di processori, dispositivi di rete ad alta velocità e imponenti sistemi di archiviazione, come le più grandi infrastrutture di SSD oggi impiegate nel cloud. UB-Mesh rientra infatti in un concetto più ampio, che Huawei chiama SuperNode: un cluster di scala data center in cui CPU, GPU, memoria, SSD e switch operano come se fossero all’interno di un’unica macchina.

Le promesse tecniche parlano di oltre 1 TB/s di banda per dispositivo e latenza sotto il microsecondo, presentate come la dimostrazione che il concetto non solo è possibile, ma anche necessario per il calcolo di prossima generazione.

Tuttavia, sul mercato esistono già standard come PCIe, NVLink, UALink e Ultra Ethernet, supportati da numerose aziende dei settori semiconduttori e networking. Resta quindi da capire se l’industria accetterà un nuovo protocollo promosso da Huawei o se continuerà a privilegiare standard già consolidati e condivisi da più realtà.

Nonostante l’approccio open source, rimangono dubbi sulla reale interoperabilità a lungo termine, sulla governance e sui rischi geopolitici legati all’adozione di una tecnologia controllata da un unico fornitore. Le potenzialità tecniche di UB-Mesh sono indubbiamente impressionanti, ma la sua affermazione richiederà un livello di fiducia e adozione a livello industriale che Huawei deve ancora conquistarsi.

Via Toms Hardware

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