Le banche subiscono in media 700 attacchi informatici a settimana. Questo il dato sconvolgente che emerge da un recente rapporto di Check Point, società specializzata in cybersicurezza. Il rapporto non dice che è il valore specifico di ogni banca, quindi possiamo supporre che sia il totale globale, ma è comunque un numero bello grosso.
Un numero che sicuramente lascia a bocca aperta e ci permette almeno di immaginare quanto sia complicato creare e mantenere un infrastruttura digitale he possa funzionare, fornendo un servizio al consumatore, e allo stesso tempo resistere a quello che sembra un vero e proprio bombardamento.
C'è da stupirsi del fatto che non sentiamo ogni giorno di qualche banca che abbia subito le conseguenze di questi numerosi attacchi. Evidentemente, finora, le banche del mondo stanno riuscendo a resistere.
- I migliori task manager (Si apre in una nuova scheda)
- I migliori costruttori di siti web (Si apre in una nuova scheda)
- Le migliori distribuzioni Linux (Si apre in una nuova scheda)
Gli attacchi però sono in aumento: secondo il report d Check Point l'ultimo anno ha visto il 53% di attacchi in più rispetto all'anno precedente. Secondo l'azienda, parte del problema è che la cosiddetta digital transformation sta anche aumentando la superficie di attacco.
In altre parole, più ci si digitalizza e più si sono possibili punti deboli di cui preoccuparsi. Check Point cita, tra le altre cose, l'uso di cloud pubblico, l'aumentare del remote working, o il sempre più diffuso uso dell''home banking.
"Le banche hanno bisogno di una sicurezza di rete che stia al passo col proprio business", recita il comunicato i Check Point. "Questa è la chiave per trasferire centinaia di terabyte di dati in modo sicuro e in pochi minuti, nonché per fornire una bassa latenza per le transazioni finanziarie ad alta frequenza e per scalare la sicurezza su richiesta, supportando il commercio online in forte crescita".
Oltre alla sicurezza c'è anche il tema delle normative, ricorda Check Point. Se una banca migra sistemi e dati sul cloud, bisogna rispettare le richieste di autorità come European Banking Association (EBA) e Federal Financial Institutions Examination Council (FFIEC) degli Stati Uniti. Fermo restando che la banca resta responsabile dei dati, non il provider cloud.
Insomma, le banche di tutto il mondo hanno di fronte una sfida complicata o, per dirla con un linguaggio meno nobile, una gran bella gatta da pelare. E non possiamo tralasciare il fatto che la cybersicurezza è una cosa che ci riguarda tutti molto da vicino.
Se certi attacchi vanno a segno siamo noi consumator a trovarci con una banca non funzionante o con un conto svuotato, o con servizi pubblici che non funzionano, o tutto insieme. Non è certo una bella prospettiva.