Google abbandona Privacy Sandbox: niente più addio ai cookie di terze parti

Google Chrome logo on a mobile phone's screen
(Immagine:: Pixabay)

Google ha deciso di ridimensionare il progetto Privacy Sandbox, inizialmente concepito per eliminare gradualmente i cookie di terze parti. Lanciata nel 2019, l'iniziativa mirava a rispondere alle crescenti preoccupazioni sulla privacy e a rispettare le normative vigenti, cercando al contempo di non compromettere la capacità degli inserzionisti di offrire pubblicità mirate.

Dopo sei anni di sviluppo e numerosi rinvii, è stato confermato che i cookie di terze parti non verranno rimossi. In un post ufficiale, Anthony Chavez di Google ha attribuito l’interruzione del progetto alla resistenza incontrata da parte di editori, sviluppatori, autorità regolatorie e dell’intero settore pubblicitario, oltre ai cambiamenti nel panorama normativo e al crescente livello di attenzione da parte degli enti di controllo.

Google ha staccato la spina a Privacy Sandbox

Anthony Chavez di Google ha confermato che l’azienda manterrà l’attuale approccio alla gestione dei cookie di terze parti su Chrome e non introdurrà un nuovo sistema di consenso dedicato. La società continuerà quindi a supportare i cookie, ma ha annunciato l’intenzione di rafforzare le protezioni della privacy, in particolare nella modalità Incognito, dove i cookie di terze parti sono già bloccati.

Alcune tecnologie del progetto Privacy Sandbox rimangono in fase di sviluppo o implementazione. Tra queste, la protezione dell’indirizzo IP in modalità Incognito, prevista per il terzo trimestre del 2025, e l’API Topics, che consente pubblicità basata sugli interessi senza condividere l’intera cronologia di navigazione.

Google ha dichiarato di voler collaborare con il settore per raccogliere feedback utili a definire una nuova roadmap per le tecnologie già sviluppate. "Alla luce di questo aggiornamento, riconosciamo che le API del Privacy Sandbox potrebbero assumere un ruolo diverso a supporto dell’ecosistema", ha spiegato Chavez.

Tuttavia, l'annuncio ha suscitato critiche da parte di sostenitori della privacy. Secondo alcune associazioni, Google avrebbe messo in secondo piano la tutela degli utenti rispetto alle esigenze di tracciamento pubblicitario. Organizzazioni come Movement for an Open Web hanno accolto la notizia come la fine del tentativo di Google di imporre uno standard unico nella pubblicità digitale.

Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.