Patto dell'UE per l'IA: Microsoft e Google in prima linea per la sicurezza

In this photo illustration, the ChatGPT logo is seen displayed on a smartphone and the flag of the European Union on the background.
(Immagine:: Photo Illustration by Rafael Henrique/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)

L'UE ha rivelato che oltre un centinaio di aziende hanno sottoscritto il nuovo Patto sull'intelligenza artificiale, tra cui giganti tecnologici come Microsoft, Google e Vodafone.

Il patto prevede l'impegno a realizzare tre azioni fondamentali. La prima è l'adozione di una strategia di governance per incoraggiare l'implementazione dell'IA nell'organizzazione e lavorare per la futura conformità con l'AI Act.

In secondo luogo, le aziende hanno concordato di identificare e mappare i sistemi di IA che potrebbero essere classificati come ad alto rischio ai sensi dell'AI Act: si tratta dei sistemi con il più alto impatto sulla vita delle persone, come le infrastrutture critiche, i servizi per l'impiego e le forze dell'ordine.

Una misura temporanea?

Infine, il patto prevede l'impegno a promuovere l'alfabetizzazione e la consapevolezza dell'IA tra il personale, per garantire uno sviluppo responsabile ed etico.

Essendo un impegno volontario, il patto non è legalmente vincolante e le aziende che non vi aderiscono non incorreranno in sanzioni. Dalla lista mancava Meta, ma l'azienda ha dichiarato di essere aperta a future discussioni.

Tuttavia, il patto è un precursore del già citato AI Act, che sarà introdotto nel 2026 e costituirà il più grande quadro giuridico per l'IA al mondo.

Nel 2026, si prevede che le piattaforme di IA dovranno rispettare le leggi sul copyright o incorrere in multe fino al 7% del fatturato globale. I sistemi identificati come "ad alto rischio" dovranno aderire a requisiti rigorosi, come la registrazione delle attività, la sicurezza informatica e i sistemi di mitigazione dei rischi.

Negli ultimi tempile Big Tech sono state oggetto di una nuova e significativa legislazione dell'UE, con il Digital Service Act e il Digital Market Act che mirano a limitare i poteri delle aziende tecnologiche e a introdurre norme più severe in materia di privacy.

L'UE ha dimostrato di non aver paura di comminare sanzioni enormi alle organizzazioni che non rispettano la normativa, con aziende come Apple che hanno semplicemente scelto di non implementare funzioni di intelligenza artificiale nell'UE a causa di "incertezze normative".

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