Le aziende perdono un sacco di soldi nelle riunioni di persona, meglio il digitale

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(Immagine:: Zoom)

Un nuovo rapporto di Zoom ha rivelato che le riunioni di persona sono sia le più impopolari che le meno produttive di tutti i metodi di collaborazione, con molti che preferiscono i messaggi istantanei.

Oltre un terzo dei dirigenti perde più di un'ora al giorno per risolvere i problemi causati da un cattivo lavoro di squadra, che potrebbe costare alle aziende fino a 12.000 euro all'anno per ogni manager.

Forse la notizia meno sorprendente del rapporto è l'affermazione che i team che usano più di 10 app hanno il doppio delle probabilità di passare un'ora o più a risolvere problemi di collaborazione rispetto a quelli che usano meno di cinque app.

Differenze generazionali

Quasi tutte le generazioni preferiscono la collaborazione non faccia a faccia, come i software di gestione dei progetti o la messaggistica istantanea. Tuttavia, le sessioni di persona sono ancora in cima alle classifiche per le persone "più grandi". La generazione Z è la più oppressa dai follow-up, che richiedono più di un'ora al giorno per lo stato dei progetti.

Per aumentare l'efficienza, alcuni si rivolgono all'intelligenza artificiale: il 67% utilizza questa tecnologia almeno qualche volta alla settimana e il 74% dei leader ritiene che ciò li renda più produttivi. I metodi di collaborazione asincrona, come i documenti condivisi, sono preferiti dal 46% degli utenti dell'IA, rispetto al 20% degli utenti non IA.

Recenti studi hanno dimostrato che l'IA è un fattore di incremento della produttività, con Workday che ha stimato che il PIL del Regno Unito potrebbe migliorare di 119 miliardi di sterline. Lo studio ha rilevato che con l'AI si potrebbero risparmiare 2,9 ore al giorno, pari a 92 giorni lavorativi all'anno.

Tuttavia, quasi il 93% dei dipendenti e dei dirigenti condivide alcune preoccupazioni legate all'IA, con il 38% che ha bisogno di più tempo per educare i propri team, il 32% che ritiene che ci sia una mancanza di investimenti e il 38% che ha timori sulla privacy, la sicurezza o i pregiudizi. 

Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.