Human Rights Watch critica la convenzione ONU sul cybercrimine: "Inadeguata per le sfide moderne"
È stata criticata come una vittoria dell'"autoritarismo digitale".
La convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità informatica, recentemente approvata con voto unanime, ha suscitato critiche da parte di aziende tecnologiche e gruppi per i diritti umani.
Tra i critici c'è Cisco, che sostiene che l'iniziativa non fa abbastanza per "proteggere sufficientemente i diritti umani fondamentali".
Il lancio è stato criticato anche dal gruppo di attivisti Human Rights Watch, che ha avvertito che la convenzione espande la sorveglianza governativa in un tentativo poco velato di controllare il dissenso.
Non abbastanza lontano
Invece di concentrarsi su reati come il ransomware o l'hacking, commessi contro i sistemi informatici, il trattato si è concentrato sui reati che utilizzano i sistemi di comunicazione digitale (come la "diffamazione" sui social media).
Questo servirebbe a facilitare la repressione nazionale, ha dichiarato Tirana Hassan, direttore esecutivo di Human Rights Watch, secondo cui "alimenterebbe la riscrittura delle leggi penali in tutto il mondo per stabilire nuovi poteri di polizia espansivi", etichettandolo come uno "strumento multilaterale senza precedenti per la sorveglianza da parte delle forze dell'ordine senza adeguate garanzie per i diritti umani"."
L'attuale bozza di legge rinvia al diritto nazionale la definizione delle garanzie per i diritti umani, il che significa che i cittadini non beneficiano degli standard internazionali sui diritti umani, ma sono lasciati alla mercé del loro governo nazionale. Ciò significa che nei Paesi in cui le persone sono più a rischio di abusi dei diritti umani, i governi potenzialmente repressivi stabiliscono i precedenti.
Sia la Cina che la Russia hanno spinto per la convenzione e l'ampia portata del trattato consente di perseguire chiunque commetta reati utilizzando i sistemi di tecnologia dell'informazione e della comunicazione, il che significa che qualsiasi legge repressiva approvata da un governo autoritario può essere utilizzata per limitare la parola online. Ciò significa, ad esempio, che qualsiasi Paese che abbia criminalizzato le relazioni omosessuali può perseguire chiunque si batta per i diritti degli omosessuali online.
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Nella sua denuncia, Cisco ha anche avvertito che la Convenzione dovrebbe essere emendata per allinearsi maggiormente alla Convenzione di Budapest, che offre migliori tutele e riflette equilibri "attentamente negoziati" tra interessi contrastanti.
Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.