Perché Google traccia così tanto i suoi utenti?

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(Immagine:: Shutterstock / metamorworks)

Il business principale di Google sono gli annunci pubblicitari, gli spazi che l’azienda di Mountain View vende a chi vuole promuoversi sul suo motore di ricerca e far visualizzare il proprio annuncio alle persone giuste, che vengono raggiunte nel momento in cui sono più propense ad effettuare un acquisto.

Per ottenere questo risultato è necessario avere a disposizione dei profili dei potenziali acquirenti che siano il più possibile accurati nel descriverne gli interessi. Dunque, non sorprende che quasi il 50% dei tracker presenti nella totalità del web appartenga a Google, come ha recentemente riportato il servizio VPN, Atlas VPN analizzando i dati presenti nel report biennale di Lokker sulla privacy online.

Un tracker è una porzione di codice, inserita nelle pagine web, che raccoglie dati sugli utenti, come lingua e tipo di browser, indirizzo IP, tempo di permanenza su una pagina e molto altro. Come mostrato nel report, il 49,9% dei tracker presenti sul web invia informazioni a Google, YouTube e Doubleclick, ambedue afferenti a Google, possiedono invece il 13,8% e l’8,3%, mentre Facebook il 15%. Seguono Hotjar, uno strumento per l’analisi del comportamento dell’utente al fine di migliorare la navigazione su un determinato sito, con il 6,3% e Microsoft con il 6%.

Tracciare per vendere

Nel mondo del marketing esiste un concetto che prende il nome di Buyer Persona, vale a dire un profilo che descrivere il cliente ideale per un certo tipo di prodotto, elencandone alcune caratteristiche generali. Per esempio, il cliente “tipo” di un prodotto potrebbe essere un uomo, con età compresa tra i 40 e i 50 anni, sposato e con un figlio.

Creare i profili dei clienti è un’operazione fondamentale se si vuole proporre un servizio pubblicitario alle altre aziende, poiché serve a dimostrare che gli annunci per cui pagano avranno effettivamente successo. Avendo a disposizione il principale motore di ricerca, Google si trova nella posizione più adatta a vendere i profili ai propri clienti.

Inoltre, va considerato che lo strumento di analisi del traffico web creato da Google, Google Analytics, è tra i software più utilizzati e, sebbene serva a chi gestisce il sito per farsi un’idea del suo pubblico, è inevitabile che quei dati entrino a far parte dell’ecosistema Google.     

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