Ecco perché il Mac Pro 2023 non ha una GPU discreta: Apple verso l'integrazione totale

John Gruber di Daring Fireball ha intervistato l'ingegnere capo del reparto software di Apple, Craig Federighi, il capo del reparto hardware John Ternus, il capo dell'AR/VR Mike Rockwell e il capo del marketing Greg Joswiak per discutere degli annunci della WWDC 2023. Dalla chiaccherata è emersa un'interessante informazione sul Mac Pro 2023 che ci racconta qualcosa anche sui futuri PC Apple.

Come riportato da MacRumors,  John Termus ha spiegato perché Apple non ha intenzione di includere il supporto per una GPU esterna o una scheda video sul nuovo Mac Pro.

"Fondamentalmente, abbiamo costruito la nostra architettura attorno a questo modello di memoria condivisa e a questa ottimizzazione, quindi non mi è del tutto chiaro come si possa introdurre un'altra GPU e farlo in un modo che sia ottimizzata per i nostri sistemi", ha detto Ternus a Gruber. "Non è la direzione che abbiamo voluto seguire".

In altre parole, scordatevi il supporto per le GPU su Apple Silicon. Questo vuol dire che se intendevate utilizzare delle schede Nvidia e CUDA per l'addestramento ML (Machine Learning), ad esempio, dovrete rinunciare al nuovo modello.

Questa scelta fa trasparire la volontà dell'azienda di dismettere gradualmente il Mac Pro spingendolo verso l'obsolescenza programmata, lo stesso percorso intrapreso tempo fa dall'Xserve, la gamma di server dedicati di Apple.

Ricordiamo che Apple ha orgogliosamente sacrificato la sua scheda acceleratrice da 2.000 dollari quando ha annunciato che ora ogni Mac Pro ha le prestazioni di non solo una, ma ben sette schede Afterburner integrate. Perché comprare 14.000 dollari di acceleratori video quando una workstation da 3.999 dollari può fare lo stesso lavoro?

E la memoria?

Né Termus né gli altri presenti il 7 giugno hanno parlato dell'altra grande restrizione che gli utenti di Mac Pro dvranno affrontare: la quantità massima di memoria condivisa e non aggiornabile fissata a 192 GB. Si tratta di una frazione di quello che offriva la precedente generazione di Mac Pro (1,5 TB), scelta che avrà un impatto importante su una frangia degli attuali utenti Mac Pro. Quando abbiamo chiesto al famoso sviluppatore software per Mac, Affinity, se 192 GB sarebbero stati un problema per le sue applicazioni (strumenti creativi), ci hanno risposto di no.

Come azienda, tuttavia, Apple si rivolge alla maggior parte degli utenti e solo una piccola parte di questi subirà gli effetti delle modifiche apportate ai Mac Pro. 

La sua piattaforma hardware si sta rapidamente allontanando dall'impostazione tradizionale di un PC desktop; il calcolo integrato e mobile-first la fa da padrone, mentre tutto ciò che ha un accenno di modularità va a farsi benedire. C'è anche da dire che Apple ha esposto le sue intenzioni in modo chiaro e conciso nel video della WWDC 2020, dove ha chiarito che questo sarà il futuro: "Costruire tutto in un unico chip dà al sistema un'architettura di memoria unificata".

Del resto la combinazione di tutto ciò che è integrato e della proprietà dello stack software offre ad Apple un vantaggio intrinseco in termini di implementazione, prestazioni e rapporto qualità-prezzo che nessuno (forse) sarà in grado di eguagliare.

Marco Silvestri
Senior Editor

Marco Silvestri è un Senior Editor di Techradar Italia dal 2020. Appassionato di fotografia e gaming, ha assemblato il suo primo PC all'età di 12 anni e, da allora, ha sempre seguito con passione l'evoluzione del settore tecnologico. Quando non è impegnato a scrivere guide all'acquisto e notizie per Techradar passa il suo tempo sulla tavola da skate, dietro la lente della sua fotocamera o a scarpinare tra le vette del Gran Sasso.

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