PUBG: i bot allontanano sempre più giocatori dai campi di battaglia
La fine della corsa
Sembrava impossibile, ma la decadenza di PUBG è iniziata. Con l'aggiornamento 7.1 per PS4 e Xbox One, il titolo è arrivato anche su Stadia. E sono stati introdotti i bot, la cui presenza ha innescato un progressivo calo dei giocatori umani.
PlayerUnknown's Battlegrounds è stato rovinato dalla decisione dello sviluppatore PUBG Corporation, che ha scelto di colmare i vuoti nelle partite con bot senza senso.
I bot vanno contro tutto ciò che PUBG rappresenta, cancellano la tensione e ti derubano dalla soddisfazione che nasce nella sopravvivenza. Rovinano un’esperienza di gioco che era amata da milioni di giocatori. Nessuno li aveva chiesti, e semplicemente non ce n’era bisogno.
Sviluppatori sempre più generosi
Allora perché PUBG Corp ha deciso di apportare un cambiamento così radicale? Ecco la risposta dal team di sviluppatori: “i bot eviteranno la frustrazione dei nuovi giocatori, che nella mischia con dei veterani non avrebbero scampo”. In poche parole, i bot servono ad aiutare i principianti ad ottenere qualche preda facile, evitando che abbandonino subito il gioco.
Questa scelta illogica ha decisamente distrutto il livello di competitività che si era venuto a creare, causando un elevato scontento, e tutto per una piccola minoranza di giocatori.
Non mi risulta che Dark Souls abbia aggiunto una modalità facile per favorire i giocatori più deboli, o che Call of Duty: Warzone sia stato acclamato per la sua facilità.
L'elemento chiave di PUBG, come di qualsiasi altro gioco competitivo, è la sensazione di realizzazione nel riuscire a progredire migliorando le proprie capacità. Una kill in PUBG, deve essere meritata. Già dal lancio con il paracadute bisogna guadagnarsi ogni secondo di vita. Volete gli oggetti che si nascondono in una cassa? Dovrete prima sudarveli. Vi trovate fuori dalla zona sicura e state correndo per scappare dalla zona blu? Ricordatevi che anche gli altri giocatori lo staranno facendo, quindi fate attenzione. PUBG è un gioco di sopravvivenza, e quest’ultimo aggiornamento mi ha davvero deluso.
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Intelligenza artificiale? Tanto artificiale e poco intelligente
Ma quindi, quanto sono intelligenti questi bot? Sembrerebbe davvero poco. Addirittura, nonostante adesso il gioco supporti il cross-play tra Xbox, PS4 e Stadia, la proporzione tra bot e giocatori è decisamente impari (90/10 circa), a favore degli “automi senza cervello di PUBG Corp.”
Tornando al comportamento dei bot, sembra che questi possano solo correre in giro per la mappa, con l’unico scopo di farsi colpire da qualche giocatore. Non possono sparare, saltare oggetti, sbirciare o abbassarsi.
Dopo aver giocato diverse partite con la mia squadra (abbiamo registrato oltre 3.000 ore di gioco nella versione per Xbox da quando è stato rilasciato nel 2017), siamo arrivati sempre secondi. Non è stato difficile, dato che abbiamo incontrato degli avversari reali forse solo nel cerchio finale, e neanche in quel caso potevamo esserne sicuri.
Qualche ora dopo, a seguito della grande delusione lasciata dalla decisione che aveva preso il team di PUBG Corp, procedemmo a scaricare Call of Duty: Warzone.
Per fortuna, non siamo gli unici giocatori a lamentarci dell'ultimo esperimento di PUBG Corp. La pagina di PUBG su reddit èpiena di proteste di giocatori che un tempo lo adoravano. Nonostante gli sviluppatori abbiano risposto minacciosamente alle proteste, l’opinione pubblica resta dell’idea che i bot debbano sparire. Possono anche rimanere su PUBG Mobile e PUBG Lite, essendoci sempre stati.
Un “salvagente” per Stadia
È interessante notare come la notizia che i bot avrebbero invaso PUBG sia arrivata solo pochi giorni prima che Google annunciasse l’arrivo del gioco su Stadia, la sua piattaforma di game streaming che si trova leggermente in difficoltà. Il ragionamento è sensato, visto che riempire il gioco di bot riduce di molto i tempi di attesa per le partite, pensando a favorire i pochi utenti di Stadia, dimenticandosi però dei giocatori di Xbox One e PS4.
Inoltre la notizia che PUBG Corp prevede l’inserimento dei bot anche nella versione per PC è molto preoccupante, viste le centinaia di migliaia di giocatori su Steam che sono online ogni giorno. Anche se i bot non appariranno nella ranked mode, è davvero una grande caduta di stile per un titolo che era fenomenale già dal lancio come PUBG.
Se la situazione su console non cambia, non ci sono dubbi, per la maggior parte dei giocatori: PUBG è ufficialmente morto. Riposa in pace amico mio.
Aggiornamenti da PUBG Corp
I bot hanno ora invaso anche la versione per PC, causando come previsto lo scontento della community. Due dei più grandi streamer di PUBG su Twitch, WackyJacky101 e chocoTaco, hanno espresso il loro disprezzo sui bot in una serie di tweet, ma la clip di chocoTaco che trovate qua sotto dice già tutto.
bots in PUBG - you hate to see it #chocoTaco #chocoTacogames #chococlips #PUBG #PUBGclips #twitch pic.twitter.com/wZSAiqTLn4May 21, 2020
Nonostante i giocatori continuino ad esprimere il loro dissenso sull’utilizzo dei bot, PUBG Corp non cambia idea. Abbiamo avuto la possibilità di chiedere il perchè di questa decisione al responsabile del settore console di PUBG Joon Choi, ecco cosa ha detto:
"I bot sono stati aggiunti per supportare a lungo termine l'arrivo di nuovi giocatori su tutte le piattaforme. Nel corso degli anni la maggior parte dei nostri giocatori ha raggiunto livelli di abilità altissimi, rendendo sempre più difficile per gli entry player far parte della community". Ha poi affermato "Quando PUBG era appena uscito, molti giocatori erano soliti nascondersi negli edifici, consapevoli della difficoltà del gioco”. Per i nuovi giocatori le cose non sono cambiate, ma non tutti riescono a migliorarsi. I dati dimostrano che i bot aiutano tutti i giocatori ad entrare in classifica".
Ciò che mi infastidisce in particolare di questa affermazione è il modo in cui Choi sottolinea che "molti giocatori erano soliti a nascondersi negli edifici, consapevoli della difficoltà del gioco". Evitare gli scontri diretti è sempre stata una parte fondamentale di PUBG, visto che non ha senso correre rischi inutili. Ci sono anche giocatori che preferiscono andare a caccia dei loro avversari, cosa un po’ frustrante in un gioco competitivo. Ma sopravvivere è sempre stato più importante del numero di uccisioni, sembra invece che gli sviluppatori vogliano che il gioco si focalizzi solo sul combattimento.
Infine, Choi ha annunciato ai giocatori la nuova Ranked Mode, già disponibile su PC, ma che non arriverà sulle console prima del 26 maggio. "Per coloro che desiderano sfidarsi senza bot, siamo entusiasti di annunciare la nostra nuova Ranked Mode, che entro questo mese raggiungerà tutte le piattaforme”. Voi direte quindi problema risolto no? Niente affatto.
La nuova Ranked Mode è decisamente incompleta
La tanto attesa Ranked Mode di PUBG, supporta solo 64 giocatori rispetto ai precedenti 100 e sono disponibili solo tre mappe: Erangel, Miramar e Sanhok. Dimenticatevi quindi di Karakin o della nuova Vikendi.
Inoltre, vi sarà consentito giocare solo in squadre da quattro o individuali (buona fortuna). Questa è forse la decisione peggiore, in quanto non sarà possibile giocare singolarmente o in squadre da due, escludendo così una grande fetta dei giocatori di PUBG, incluso me stesso. Il mix prevede anche una zona blu più veloce della norma, più equipaggiamenti e nessuna zona rossa, se volete quindi giocare vivendo la classica esperienza di PUBG vi toccherà scegliere la modalità normale compresa di bot.
Quindi, la nuova Ranked Mode non è chiaramente la soluzione al problema. Il futuro di PUBG è in bilico, il gioco che in passato era tanto acclamato da milioni di giocatori da tutto il mondo rischia ora di cadere nel baratro. Ma almeno i nuovi giocatori sono felici, giusto?
- Se la pensate come noi passate a dare un’occhiata alla nostra recensione di Call of Duty: Warzone
Adam was formerly TRG's Hardware Editor. A law graduate with an exceptional track record in content creation and online engagement, Adam has penned scintillating copy for various technology sites and also established his very own award-nominated video games website. He’s previously worked at Nintendo of Europe as a Content Marketing Editor and once played Halo 5: Guardians for over 51 hours for charity. He is now an editor at The Shortcut.